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In campo de l’Arsenal troneggia il
monumentale abate, bronzo commissionato
nel 1693 per celebrare le vittorie militari ottenute dal Capitano
General da Mar (e futuro Dose) Francesco Morosini, il quale fu detto
il Peloponnesiaco grazie all’esaltante conquista della Morea
(Peloponneso) da egli operata alla guida delle truppe e della flotta veneta. L’abate venne fuso in Arsenale da Giovanni
Francesco Alberghetti, membro della celebre dinastia che operò per lungo
tempo nelle fonderie del grande
complesso industriale. Esso
è finemente ornato da rilievi che raffigurano Venezia che domina il mare
e Nettuno nonché dalla scritta, anch’essa in rilievo, sotto riportata,
di cui non si può fare a meno di notare la curiosa interpretazione dell’anno
romano (MDCXCIII invece di MDCLXXXXIII): DUCE FRANCISCO MAUROCENO PELOPONNESIACO ANNO DOMINI MDCXCIII Alla
base dell’abate, dalla parte
opposta alla facciata principale, si può facilmente scorgere l’acronimo I. F. A. P.
F. C., vero e proprio marchio
di fabbrica, che sta per: JOANNES FRANCISCUS ALBERGHETTI
PUBBLICUS FUSOR COMMUNIS Diversamente da
oggi, un tempo l’abate si trovava
collocato sulla sinistra della porta da
tera,
come anche si nota in alcune stampe del tempo o nella pianta redatta dal
Maffioletti nel 1798 sullo stato dell’Arsenale alla caduta della Repubblica. Caduta la
Repubblica nel 1797, durante la prima occupazione francese della città (1797
- 1798) venne progettato l’atterramento delle caxe de San Marco prospicienti la porta da tera, ufficialmente con lo scopo di allargare
ulteriormente la prospettiva sulla monumentale entrata, in realtà per avere
un “campo di tiro” più ampio contro eventuali sommosse. La demolizione delle
caxe de San Marco venne effettivamente
eseguita agli inizi della seconda occupazione francese (1806 – 1814) e causò,
fra l’altro, la definitiva scomparsa del corpo di guardia che era colà
ospitato. Lo sproporzionato
allargamento del campo originario,
portò con sé anche una nuova collocazione per l’abate, che fu rimosso dalla posizione originaria
per essere traslato in una più centrale, in asse con la porta da tera ed il ponte de l’Arsenal. Con l’unione del
Veneto al Regno d’Italia, venne aggiunta in cima all’asta una bandierina
segnavento con la data a traforo del 1866, anche a ricordo dell’unione sotto la
Regia Marina di tutte le Marinerie d’Italia. |
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