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Allo scopo di far adeguatamente risaltare l'effetto scenico che era stato raggiunto con la realizzazione dell’arco trionfale inserito nella porta da tera, pochi anni dopo il 1460, lo Stato acquistò, e quindi fece successivamente demolire, il gruppo di casette antistanti, rendendo possibile in questo modo l'apertura di una vera e propria platea. Successivamente,
nel corso del 1524 (in questo caso però con l’obiettivo di incrementare
il livello della sicurezza nella sorveglianza) il Senato dispose la
trasformazione della platea in un
vero e proprio campo a pianta rettangolare, dando vita alla
sistemazione urbanistica che si può ormai apprezzare solo grazie ad alcune
stampe dell'epoca. Si era in questo modo ottenuto che la porta da tera si ritrovasse ora maggiormente isolata
nello spazio di quello che era divenuto il campo
de l’Arsenal. La tradizione
vuole anche che tutti i ponti circostanti fossero costruiti in legno, per
essere più agevolmente distrutti in caso di bisogno; mentre invece tutte le calli e le fondamente fossero dotate di solidi cancelli in ferro, pronti a
sbarrare il passo agli intrusi. Caduta la
Repubblica nel 1797, nel corso
della loro prima occupazione della città (1797 - 1798) i francesi
progettarono l’atterramento di una parte delle caxe de San Marco, ufficialmente attuata con l'obiettivo
di veder allargata ulteriormente la prospettiva sulla monumentale entrata, in
realtà per avere un “campo di tiro” più ampio contro eventuali sommosse. La demolizione
venne eseguita agli inizi della seconda occupazione francese (1806 – 1814) e
causò, fra l’altro, la definitiva scomparsa del corpo di guardia, venendo fortunatamente
preservati i sei pilastri, che vennero trasportati all’interno
dell’Arsenale per essere in seguito riutilizzati. Lo sproporzionato
allargamento imposto alla primitiva fondamenta de l’arsenal rese completamente illeggibile quello
che era stato l'assetto originale ed equilibrato del primitivo spazio urbano. |
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