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Il rio del Bucintoro venne scavato nel corso del 1326, quasi certamente in concomitanza con l’apertura del parallelo rio de ca' nova ma, a differenza di quest’ultimo, per sopperire alla necessità di mettere in comunicazione la darsena dell'Arsenal vecio con quella dell'Arsenal novo. Il nome che la consuetudine venne assegnando a questo rio, appunto del Bucintoro, deriva dal fatto che nel suo breve percorso esso lambiva, come ancora oggi accade, il lato nord del tezon del Bucintoro, lo squero monumentale utilizzato esclusivamente per tirare a secco la famosa e fastosa nave di Stato. Il rio del Bucintoro rimase aperto fino alla caduta la
Repubblica, successivamente, nel corso dell'800 ne venne interrata la parte
finale verso la darsena dell'Arsenal novo e, più tardi,
sull’antico sedime vennero posizionate due reofori, ossia le ampie vasche
circolari i cui grandi anelli in bianca pietra d'Istria e i blocchi
monolitici centrali dentellati, si stagliano con effetto scenografico sulla
pavimentazione in grigia trachite euganea. Si suppone che la funzione originaria di queste due vasche per reofori fosse quella di collaudare i cavi elettrici, anche se in realtà esse vennero stabilmente utilizzate come vasche tendicorda oppure come contenitori delle manichette antincendio o per altre svariate funzioni. Come viene spesso osservato, pur essendo opere di relativamente recente realizzazione, esse ben si inseriscono nel contesto in cui sono collocate, segnando con questo una differenza abissale rispetto ai due rifugi antiaereo in cemento armato che ancora sorgono nei pressi.
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