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Nelle vesti di
ambasciatore del signore di Ravenna, Guido Novello Da Polenta, nel 1312
fece il suo arrivo a Venezia Dante Alighieri e, come era d’uso per ogni
ospite di riguardo, venne condotto a visitare l'Arsenale. Il Sommo Poeta rimase così profondamente impressionato dall’attività febbrile ed insieme ordinata che si svolgeva all’interno della grande fabbrica pubblica che tralasciò ogni altro cenno sulla città, pure non comune per universale ammirazione, spingendosi in seguito ad eternarne la memoria di quella visita direttamente nella celeberrima Commedia, ai versi 7 - 18 del canto XXI dell'Inferno: Quale nell'arzanà de' Viniziani bolle l'inverno la tenace pece a rimpalmar i legni lor non sani chè navicar non ponno, e in quella vece chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa le coste a quel che più viaggi fece chi ribatte da proda, e chi da poppa alri fa remi, ed altri volge sarte chi terzaruolo e artimon rintoppa tal non per foco ma per divin arte bollia laggiuso una pegola spessa che invischiava la ripa d'ogni parte Tanto onore
tributato alla Patria non poteva lasciare indifferente il Governo della
Repubblica, che prontamente denominò le tre abitazioni che venivano abitate
dai tre Patroni
a l'Arsenal durante la carica, i nomi dei tomi nei quali era
suddivisa la (Divina) Commedia.
Ecco dunque la caxa del Paradiso, la caxa del Purgatorio e la caxa
de l'Inferno,
che con tale appellativo rimasero e sono ancora oggi indicate. Nel corso dell’Ottocento, entro una nicchia ricavata sul breve tratto del muro di cinta esistente fra la porta da terra e la porta da mar, venne collocato il busto bronzeo di Dante Alighieri, opera di Giulio Monteverde, con la sottostante lapide: QUESTA IMMAGINE DI DANTE / SOTTRATTA ALLE OFFESE NEMICHE / QUI ANCORA ATTESTI / OLTRE L'AVVERSO DESTINO / L'INDOMITA FEDE DELLA GENTE ISTRIANA / NEL PROPRIO DIRITTO / COME UN DI A POLA PRESSO DEL CARNARO / CH'ITALIA CHIUDE E SUOI TERMINI BAGNA. Sopravvissuta
ai rimaneggiamenti ottocenteschi, la caxa
de l'Inferno
è ancora oggi visibile dalla fondamenta de fazza l'Arsenal, al quale
è collegata dal ponte
de l'inferno, ed anche dalla fondamenta dei penini.
Fungendo
anche da muro di cinta, il grande edificio è circondato dal rio de l'Arsenal e dal rio de le gorne , quest’ultimo
appositamente scavato nel corso del XVII secolo proprio allo scopo di isolare
completamente l'Arsenale dall'esterno. |
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