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Realizzata nel 1303 ed interamente ricostruita nel corso del 1554, su disegno di Andrea Pisano, dopo che un furioso incendio aveva distrutto irreparabilmente la fabbrica precedente, l'officina remi viene oggi erroneamente considerata come fosse sempre stata costituita dal blocco dei tre tezoni che, chiusi nelle fronti ed oggi anche comunicanti all’interno fra loro, si affacciano verso ovest sulla fondamenta che corre lungo il rio de l'Arsenal (un tempo rio de la Madona), mentre verso est sono prospicienti il piazàl de campagna. In realtà,
analizzando la pianta redatta dal Maffioletti nel 1798 sullo stato dell’Arsenale
alla caduta della Repubblica, si nota chiaramente che i tezoni erano
in realtà utilizzati per soddisfare funzioni fra loro assai diverse, in
particolare procedendo da sud verso nord, solo il primo ed il secondo tezon
erano adibiti rispettivamente a deposito
dei remi
e ad officina remi. Il terzo ed
ultimo tezon, quello di cui appunto qui si tratta, appare non avere in
pianta alcuna comunicazione interna con gli altri due ed essere suddiviso al
proprio interno in più ambienti: si individua un deposito de fero grezo, un deposito de feramenta greza e un deposito de
le pate par le ancore. Si nota inoltre come all’interno vi fosse ricavato
anche un piccolo locale dove venivano riposti gli attrezzi dei mureri (muratori), oltretutto l’unico luogo che
all’interno dell’Arsenale fosse specificatamente destinato ad ospitare questi
artigiani. Caduta la
Repubblica, nel corso della seconda occupazione austriaca (1814-1848), dopo
che nel 1820 venne terminata la costruzione dell'edificio della tesoreria de guera maritima, in occasione
dei successivi lavori per il prolungamento della cinta muraria fino alle fonderie, nel 1821 si pose mano al
risanamento della facciata dei tre tezoni
prospiciente la fondamenta sul rio de l’Arsenal. L’esito dell’intervento, oltre ad omologare impropriamente le facciate dei tre tezoni retrostanti, determinò per l’officina remi anche la perdita delle aperture poste quasi a rasoterra e detti balconi bassi (in quanto più larghi che alti), di norma chiusi con portelle di rame, che venivano aperte quando era necessario far uscire dall’Arsenale i lunghi remi per imbarcarli sulle galee. In
anni più recenti, la Marina Militare Italiana ha adibito i due tezoni dell'officina remi ed il tezon adibito a deposito
del ferro
(ponendo quest’ultimo in comunicazione con gli altri due in epoca imprecisata)
a “Padiglione delle Navi”, quale sede distaccata del “Museo Storico Navale”. |
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