scapoli e sforzati

CAXA DE L’ARSENAL

Sulle galee libertà, chiamate così per contrapporre ad esse il concetto di galee sforzate, equipaggiate cioè con condannati al remo, servivano cittadini di Venezia e del Dogado di età compresa fra i 18 e i 40 anni.

Quanto però i volontari iniziarono a scarseggiare, si passò ad impiegare i zontaroli, ossia cittadini arruolati tramite estrazione a sorte fra coloro che erano iscritti alle Schole e alle Fratellanze di mestiere, con l'obbligo di servire per almeno sei mesi. Spesso incapaci di servire e di malavoglia, i zontaroli vennero aboliti dal Senato nel 1647 e sostituiti dal versamento di una tassa posta a carico delle Arti con la quale poi venivano arruolati galeotti stranieri, principalmente in Dalmazia, Levante e Grecia.

Sulle galee venete i primi condannati al remo apparvero solo nel 1542, questo perchè Venezia fu l'ultimo degli Stati ad accettare questa soluzione, al tempo largamente praticata in tutti i paesi del Mediterraneo, con i quali venne allestita una squadra armata solo con equipaggi sforzati ma mantenendo comunque l'impiego degli scapoli, specie sulle navi adibite al comando. Solo nel 1721, al tramonto della marineria a remi, tutta la flotta era esclusivamente armata con sforzati.

La vita a bordo era generalmente dura, anche se il trattamento differiva notevolmente fra scapolo e sforzato. Il primo, oltre a vino e ad un vitto abbondante e variato poteva anche svolgere piccolo commercio tollerato di spezie nonchè, naturalmente, muoversi liberamente per la nave o scendere a terra durante gli scali. Per lo sforzato invece la paga spesso non era sufficiente a coprire le spese del vestiario e del vitto che gli veniva fornito, generando una continua posizione debitoria con lo Stato che veniva regolata prolungando la pena. Egli restava incatenato al proprio posto per tutto il tempo della campagna, vogando, dormendo, mangiando ed espletando i propri bisogni sempre entro il ristretto spazio formato dalla panca e dalla pedana.

Tutta la vita della galea si svolgeva all'aperto, sul ponte. Assieme ai galeotti stavano i soldati, i compagni (marinai) gli ufficiali, il comito (nostromo), l'agozzino per la vigilanza sui condannati, dalla caxa de l'Arsenal un remer, un calafato e un marangon. Vi erano infine il sopramasser (contabile), lo scrivan, il cerusico, il cappellano.

La parte nobile della galea, ossia il sopracomito e i due nobili, solitamente molto giovani che viaggiavano per fare esperienza, vivevano a poppa nello spazio sotto la celega, pesante tenda in inverno, più leggera d'estate, che veniva tenuta permanentemente su di un'apposita armatura di sostegno, detto il volto de la carozza.

Quando la nave sostava in porto in attesa della bella stagione per riprendere il mare, si issava su tutta la coperta un pesante tendale, il tiemo, ricadente ai lati, che formava un ambiente chiuso nel quale si restava riparati e, con sufficiente spirito di adattamento, anche al caldo.

SCAPOLI E GALEOTTI

 

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