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L'Arsenale si configura come l'espressione più tipica degli interessi marittimi della Serenissima, non solo in quanto complesso urbano composto da tezoni, magazzini ed abitazioni, tutti edifici che Venezia si vantava di far ammirare alle personalità foreste in visita alla città, ma soprattutto come luogo attraverso cui la Repubblica curò e seguì l'evolversi dei suoi interessi sul mare, che riuscì a conservare per ben undici secoli. Ciò detto, quello che però fa
dell'Arsenale un luogo unico al mondo è la sua architettura: ovvero la
razionalità, l'eleganza pur nella semplicità delle sue imponenti fabbriche,
collocate oltre l'impenetrabile muro di cinta e nessuno dei grandi arsenali
delle potenze del passato è giunto fino a noi in simili condizioni. E'
infatti abbastanza difficile comprendere come mai, un luogo destinato a
rimanere segreto, venne lentamente trasformato in un imponente ed originale
insieme monumentale per il quale molto denaro pubblico venne speso per la
realizzazione. La celebre veduta di Jacopo De' Barbari, disegnata settanta anni prima di Lepanto, mostra un luogo ancora sostanzialmente spartano, con due soli monumenti di una certa importanza: la porta da tera e il capitelo (piccola edicola) della Madonna sul ponte del molo. In questo periodo le fortune sul mare iniziano a volgere verso il declino, segnate dalla perdita della Morea (Peloponneso) e dell’isola di Cipro; eppure, mano a mano che l’estensione dello Stato da Mar si riduce, di conseguenza l'Arsenale si popola di veri e propri monumenti: la Tana, il Bucintoro, la Novissima Granda. Una particolarità dell'Arsenale era quella di avere tutti i tezoni coperti da tetto, così che la produzione potesse continuare anche in caso di intemperie, e potendo anche mantenere le scorte di legno al riparo dalla pioggia. Per tutto il Quattrocento l'Arsenale è luogo pratico piuttosto che decorativo, diviene lentamente un luogo monumentale per celebrare un passato glorioso e per illudersi che esso si prolunghi nel presente. Archi, colonne, capriate devono persuadere il visitatore che ove non basti la diplomazia della Repubblica, la sua forza offensiva è ancora intatta e la sua capacità di distruzione terribile. L'architettura dell'Arsenale è l'architettura che celebra la grandezza e la potenza dello Stato veneziano. La primitiva sobrietà si veste, nella seconda metà del Cinquecento, di decorazioni in pietra, di modanature, di finte colonne; tanto più vulnerabile diviene la flotta del leone alato sul mare, tanto più ricercata diviene l'architettura della sua principale base militare. Fino al 1866 l'Arsenale si estendeva su una superficie minore, pari a mq. 274.000, raggiungendo gli attuali mq. 318.240, in seguito agli estesi interramenti che vennero intrapresi per la costruzione dei tre bacini di carenaggio (la "pinna" superiore della coda del pesce che ricalca la forma urbis di Venezia) e le successive integrazioni, sul lato a nord-est, che comporteranno l'inglobamento dell'isola dove sorge il convento di le Verzene e dell'area del monastero di San Daniel. L'attuale superficie dell'Arsenale è di mq. 318.240, di cui circa mq. 90.000 sono rappresentati dal grande specchio d'acqua della darsena interna. Questi pochi dati aiutano a comprendere quanto sia esteso il complesso industriale in rapporto all'intera città, che misura in tutto circa 670 acri, comprendendo nel computo anche l'isola della Giudecca, l'isola di San Giorgio Maggiore e dei canali interni. |
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breve cronologia |
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1104 |
Appare essere sempre più infondata, sulla base dei documenti d'archivio disponibili, l'affermazione ottocentesca secondo cui la fondazione dell'Arsenale risalirebbe ai primissimi anni del XII secolo, quando attorno ad una piccola darsena, collegata con il bacino di San Marco per mezzo dello stretto rio de la Madona (poi detto de l'Arsenal), vengono innalzate due file parallele di tezoni, completamente recintate da mura e da torri di guardia. Le prime fonti che citano esplicitamente l'esistenza del complesso non risalgono oltre all’anno 1220, mentre la prima rappresentazione grafica, ricavabile dalla trecentesca Chronologia Magna, riprende appunto l'Arsenale come un rettangolo circondato da mura vistosamente merlate, quasi certamente nella situazione in cui esso si trovava prima del 1326. Le ridotte dimensioni dell'impianto attorno al '200, corrispondono alle funzioni che esso era chiamato ad assolvere e cioè: la manutenzione stagionale di una piccola squadra navale, una riserva di legname (1265) e di canapo, un deposito per utensili e per le armi (1278). |
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1298 |
Presso il grande squero detto di Terranova, anticamente posto alle spalle di piazza San Marco, all'imbocco del Canalazzo, viene impostata la costruzione di quindici galee. L'Arsenale in questo periodo non ha ancora l'esclusiva nella costruzione delle navi da guerra e per il commercio; tutti i numerosi squeri esistenti in città collaborano a soddisfare le necessità dello Stato. |
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1303 |
Essendo Dose il giovane Pietro Gradenigo (detto Pierazzo, ispiratore della serrata del Mazor Consejo del 1297 e vincitore sulla congiura Querini-Tiepolo del 1310), fra il 1303 e il 1305 ha inizio il primo ampliamento, con l'acquisto sul lato verso est dell'Arsenal vecio di una larga porzione di terreno barenoso, che all'estremità opposta arriva a lambire il rio de San Gerolamo, e di tutta la sponda sud del lago de San Daniel. L'area verrà da questo momento in poi chiamata campagna. Nasce l'Arsenal novo. Lungo la riva viene innalzata una lunga teoria di nuovi squeri, che poi diverranno i magazeni maritimi, sul lato ovest parte la costruzione dell'officina remi e più a sud la teza longa de la tana per la lavorazione del canapo, fino a quel momento localizzata in Contrada San Geremia (Sestier de Canaregio). Per mettere in comunicazione la darsena vecia con la darsena nova viene scavato il rio de le stopare. Tutta la nuova area viene immediatamente circondata da alte mura munite di torri di sorveglianza. |
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1325 |
Dose Giovanni Soranzo, nel 1325 ha luogo il secondo ampliamento, ottenuto con il completamento dell’acquisto della parte rimanente del lago de San Daniel dai monaci benedettini del monastero di San Daniel. Lungo la sponda nord della darsena nova inizia la costruzione della lunga fila di squeri che danno vita alla parte meridionale di quello che poi diverrà l'isolotto. Per agevolare ulteriormente la comunicazione fra la darsena vecia e la darsena nova vengono aperti due novi rii, paralleli a quello già esistente delle stoppare, che vengono denominati rio de ca' nova e rio del Bucintoro. |
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1390 |
Lungo il lato sud-ovest viene completata la costruzione degli edifici delle fonderie. Che determinano anche il confine dell’impianto industriale su questa parte del perimetro. |
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1451 |
Negli anni fra il 1451 e il 1457 iniziano i lavori per l'allargamento e la copertura con tettoia degli squeri esistenti, che vengono così trasformati in tezoni, enormi capannoni dove l'attività di costruzione e manutenzione delle galee può procedere ininterrottamente anche durante la cattiva stagione. |
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1453 |
Nonostante una coraggiosa resistenza, Costantinopoli
cade in mano ai Turchi. |
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1460 |
Viene ricostruita la porta da téra, che dalle semplici forme originarie passa ad assumere i fasti di un vero e proprio arco trionfale, segnando così il primo esempio dell'arte della rinascenza a Venezia. |
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1473 |
Dose Nicolò Marcello, viene deciso il terzo ampliamento, dettato principalmente dall'impellente necessità di trovare un ricovero sicuro per l'ormeggio della flotta di riserva, allestita per fronteggiare la crescente potenza turca. Nasce così l'Arsenal novissimo. Nel 1476, Dose Andrea Vendramin, hanno inizio i lavori con il getto del primo tratto di fondazione per le nuove mura di confine, dotate anch'esse di numerose torri di guardia. L’intervento che si concluderà nel 1528. La terza darsena, chiamata novissima granda, viene utilizzata inizialmente per la rimessa della flotta, ma non essendo collegata con il resto dell'Arsenale; per l’utilizzo di questo specchio d'acqua viene aperto un varco diretto con la laguna. |
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1508 |
Attorno alla darsena novissima ha inizio, secondo una lapide murata sulla torre de la campanela, la costruzione di tezoni aventi dimensioni più grandi di quelli già esistenti, l'ultimazione dei lavori avverrà nel 1545; contemporaneamente i tezoni dell'arsenal vecio cessano di essere utilizzati per la produzione e inizia la loro trasformazione in depositi e officine. |
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1509 |
Esplode la caxa de le polveri nell'angolo sud-est dell'Arsenale. Danni ingentissimi vengono procurati al fabbricato attiguo, chiamata officina de le armi, con il crollo di un lungo tratto della cinta muraria dentro il rio de San Gerolamo. |
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1516 |
Viene chiuso il varco che metteva in comunicazione la darsena novissima con la laguna e la stessa è messa in comunicazione con la darsena nova per mezzo del rio de le sieghe, che viene scavato sul sedime del tezon più centrale della fila eretta sulla sponda sud dell'isolotto. I tezoni dell'arsenal vecio sono utilizzati esclusivamente come magazzini e depositi per il legname, per le botti, per il catrame, oltre che per la fabbricazione delle vele. Nell'arsenal novo hanno trovato posto la teza longa de la tana, l'officina remi, i depositi della pece, dei cavi e del sartiame, il deposito dei drappi, delle vele, dei vestiti, legname e chiodi, infine al limite sud-est l'officina artiglieria, i depositi delle ancore e delle catene. |
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1522 |
Per la maggior sicurezza dell'Arsenale, il Senato dispone che il deposito del salnitro presso la caxa de le polveri sia suddiviso in piccoli lotti e custoditi entro alcune delle numerose torri di guardia disseminate lungo la cinta muraria. |
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1524 |
Il Senato dispone l'acquisto e la demolizione delle case che sorgono di fronte alla porta da tera. Il portale resta così isolato nel vasto spazio creato innanzi ad esso, aumentandone la percezione della monumentalità (ed accrescendone anche le misure di sicurezza). Inizia la costruzione delle nuove fonderie, reclamate dall'esigenza di potenziare la produzione delle canne in bronzo (quelle in ferro vengono prodotte direttamente nel bresciano). I nuovi edifici sono terminati nel 1526. |
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1525 |
Giunge a termine la costruzione della lunga fila di tezoni che lungo il lato ovest della darsena novissima formano la lunga fila detta della novissimetta. |
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1537 |
Vengono in parte demoliti ed in parte assorbiti nella nuova struttura tre antichi tezoni dell'arsenal vecio, dai quali si ricavano i locali necessari alla veleria ed ai magazzini generali. |
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1539 |
Nel 1535, Dose Andrea Lando, sfruttando lo spazio residuo offerto da una piccola fetta di terreno barenoso collocato fra il monastero di San Francesco de la vigna e l'arsenal novissimo, viene di fatto avviato il quarto ampliamento, che prevede la realizzazione di un recinto de la polvere con la ricostituzione del deposito della polvere da sparo, che viene nuovamente concentrata ricongiungendo i piccoli depositi dalle torri fino ad allora utilizzate a questo scopo. Viene ordinato dal Consejo dei Diese che ogni finestra aperta sulle mura di confine venga chiusa da inferriata, contemporaneamente viene avviato un programma di escavo di rii attorno alle mura, allo scopo di aumentare l’isolamento del complesso industriale. |
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1544 |
Viene iniziata la ricostruzione del tezon denominato Bucintoro, destinato ad ospitare la famosa nave di Stato quando questa non è utilizzata. Nel 1555 verrà completata anche la nuova facciata, ricca di inserimenti lapidei. |
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1555 |
Il Senato decreta che per maggior sicurezza dell'Arsenale il recinto de la polvere venga smantellato e che il deposito sia concentrato in massima parte presso la remota isoletta di Sant'Anzolo di Contorta (Concordia). |
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1561 |
Inizia la costruzione dell'officina artiglieria e la ristrutturazione delle sale de le armi quattrocentesche. Gli interventi saranno completati nel 1564. |
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1562 |
Viene ultimato il rifacimento dei tre tezoni, dei quali due ospitano l’officina remi. |
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1564 |
Dose Nicolò Da Ponte, viene deciso il quinto ampliamento, che prevede l'incorporamento di una larga fascia dell'orto di pertinenza del convento femminile della Celestia. Il terreno acquisito con l’orto della Celestia viene completamente sbancato e se ne ricava il canal de le galeazze, mentre a nord prende l'avvio la costruzione di sei enormi tezoni, affacciati dirimpetto a tre a tre, progettati allo scopo di ospitare la costruzione delle galeazze, variante più grande delle galee. Per la costruzione dei tre tezoni ad ovest, viene utilizzata anche una parte dello spazio che si sta liberando dal trasferimento all'esterno imposto al recinto de la polvere. |
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1566 |
Ha inizio la costruzione del tezon de le sieghe, rivolto a ovest verso il canal de le galeazze a est posto a ridosso dei tezoni della novissimetta, con la struttura completamente in legno, sarà terminato nel 1568. Successivamente, sul sedime del tezon sarà innalzato il grandioso edificio degli squadradori. |
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1568 |
Nel periodo fra il 1568 e il 1573 viene iniziata e portata a termine la costruzione dei tezoni acquatici a le canne, impropriamente chiamati gagiandre (tezoni che invece distano poche decine di metri verso sud). |
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1569 |
Presso il recinto de la polvere scoppia un gravissimo incendio che in breve raggiunge il piccolo deposito di cui ancora non era stato completato il trasferimento. La terribile esplosione provoca il parziale crollo del muro di confine nord che era appena stato terminato. Vengono conclusi i lavori di costruzione dei sei tezoni de le galeazze e il piccolo bacino detto vasca de le galeazze sulla quale si affacciano. La vasca viene quindi posta in comunicazione con l'arsenal vecio utilizzando il canal de le galeazze che già dal 1564 è utilizzato come bacino dove tenere a bagno i legni di rovere perchè si mondino dalle impurità prima di essere utilizzati per la costruzione degli scafi. |
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1571 |
Sulla porta da tera viene scolpita la data del 1570, a ricordo della vittoria nella battaglia navale di Lepanto. |
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1577 |
Addossato alla torre orientale della porta da mar, viene costruito il piccolo tempio che viene dedicato alla Madona de l'Arsenal. Sarà completamente demolito nel 1809. |
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1578 |
Viene innalzata sul fastigio del timpano della porta da tera la statua di Santa Giustina, venerata il giorno della grande vittoria navale di Lepanto. |
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1579 |
Nel periodo fra il 1579 e il 1585, su progetto redatto da Antonio Da Ponte, (che venne parzialmente applicato per poi subire alcune varianti dopo la morte dell'architetto), viene restaurata la teza longa de la tana. |
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1591 |
Viene completata la realizzazione del monumentale portale che da acceso al reparto artiglieria assieme alla non meno suggestiva porta de l'artiglieria, che conclude lo stradal de campagna. |
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1620 |
In seguito alla fallita congiura spagnola del marchese di Bedmar, per ordine del Consejo dei Diese viene dato nuovo impulso e quindi praticamente completato l'isolamento acqueo delle mura di cinta dell'Arsenale. |
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1660 |
Per ragioni di economicità ma anche per le migliori caratteristiche tecniche, la Repubblica adotta ufficialmente l'artiglieria fusa in ferro; da questo momento le canne in bronzo più preziose saranno raccolte nel parco de le bombarde e poi in quello che in seguito diventerà il museo de l'artiglieria |
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1684 |
Fra il 1684 e il 1698, all'epoca della guerra per il Peloponneso, dopo le vittorie riportate da Francesco Morosini, Capitan General da mar durante la guerra, la porta da terra diviene un vero e proprio tributo di riconoscenza pubblica a questo valoroso soldato, che diverrà poi Dose. Fra il 1684 e il 1745, per adeguarli allo spazio richiesto dalla costruzione dei nuovi vascelli, viene avviata la ristrutturazione e l'innalzamento delle coperture dei tezoni della novissima granda e quelli della novissimetta. |
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1686 |
Viene allargata la luce della porta da mar per permettere il passaggio ai vascelli e alle fregate. Le due antiche torri del '200 vengono perciò demolite e completamente ricostruite. |
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1692 |
Si allarga il rio de l'Arsenal o de la Madona. |
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1750 |
Ha inizio la costruzione del grande fabbricato degli squadradori, che occupa tutta la sponda a levante del canal de le galeazze. Verrà terminato nel 1778. |
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1772 |
Istituzione del museo de l'artiglieria, che viene organizzato nello spiazzo all'aperto che va dalla facciata nord delle sale de le armi e termina davanti al fabbricato della scuola de l'artiglieria. |
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1778 |
Trasformando, partendo da sud, il terzo tezon della linea di squeri della novissimetta, a fianco dell'edificio degli squadradori, viene ricavata la sala modelli, progettata da Giovan Maria Maffioletti, pubblico professore di matematica ed architettura navale. Gli ingegneri vi tracciano in grandi dimensioni i progetti dei bastimenti. |
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1779 |
Viene aperto un passaggio pedonale per mettere in comunicazione diretta l'Arsenale con la teza longa de la tana, interrompendo così un isolamento che durava dalla stessa fondazione dell'opificio. |
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1796 |
Lavori per l’ulteriore allargamento del rio de l'Arsenal o de la Madona. |
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1797 |
12 maggio. Il Mazor Consejo decreta la
fine della Repubblica di Venezia. |
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1797 |
municipalità provvisoria: 13 maggio 1797 - 15 maggio 1797 |
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1797 |
prima occupazione francese: 16 maggio 1797 - 17 gennaio 1798 |
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1797 |
In seguito al trattato siglato a Campoformido, Venezia viene ceduta all'Austria e i Francesi prima di trasmetterla ai nuovi occupanti provvedono alla completa spoliazione dell'Arsenale. Tutte le bocche da fuoco, tutte le armi portatili e tutto il materiale viene spedito in Francia. Le navi che non possono prendere il mare vengono guastate. |
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1798 |
prima occupazione austriaca: 18 gennaio 1798 - 19 gennaio 1806 |
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1798 |
Gli austriaci decidono di tentare il recupero delle navi danneggiate, mentre nuovo materiale viene fatto affluire in Arsenale per riprendere prima possibile le costruzioni navali. |
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1806 |
seconda occupazione francese: 20 gennaio 1806 - 18 aprile 1814 |
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1806 |
In seguito al decreto napoleonico di soppressione del 1806, anche la chiesa ed il monastero di San Daniél vengono sconsacrati e quindi consegnati alle truppe di Marina. |
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1809 |
L’antica chiesetta della Madona de l'Arsenal viene demolita; dal resto dell’Arsenale viene separato tutto il riparto artiglieria, che prende ora il nome di Arsenal de terra. L'accesso all’area viene garantito attraverso un ponte in legno che mette in comunicazione calle de San Zuane in rielo con una nuova apertura praticata sul muro di cinta. |
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1810 |
In seguito al decreto napoleonico di soppressione del 1806, anche il convento, l'orto e chiesa della Celestia vengono annessi all'Arsenale. Ha luogo così il sesto ampliamento. Il convento viene rapidamente trasformato in alloggi per gli equipaggi, la chiesa adibita a magazzino ed un tratto del rio de Santa Ternita viene interrato per costruirvi il nuovo muro di cinta. Viene nuovamente riaperto il varco (chiuso nel 1516) che permette di porre in comunicazione diretta l'Arsenale con la laguna e si scava il canal de porta nova. Si costruisce la torre de porta nova, destinata alle operazioni di alberatura e disalberatura delle navi. Vengono demoliti i nove cinquecenteschi tezoni alti a l'isolotto, sostituiti da quattro scali in muratura, privi di tettoia. Sono demoliti i quattro tezoni centrali della novissimetta, sostituiti anch'essi da due scali in muratura, privi come gli altri di copertura. |
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1814 |
seconda
occupazione austriaca: 19 aprile 1814 - 21 marzo 1848 |
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1819 |
Viene installato il cancello di chiusura del canal de porta nova, posizionato su di un ponte mobile in ferro che permette il passaggio dai tezoni acquatici a le canne con i tezoni bassi a Loreto. |
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1821 |
Viene inglobata la porzione di terreno libero che ancora sussisteva fra l'ex orto de la Celestia e il riparto galeazze, dopo di che si procede con il completamento del tratto mancante della cinta muraria. |
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1824 |
Dopo la demolizione di due casette, il lato sud-ovest dell'Arsenale viene chiuso con la costruzione di un nuovo tratto di muro di cinta, tra l’officina remi e le fonderie. |
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1825 |
Viene trasferita nelle sale vecie de le armi, saccheggiate a suo tempo dai francesi, la collezione d'armi che era stata del Consejo dei Diese, fino a quel momento custodita a Palazzo Ducale. Nasce il primo nucleo del Museo Storico Navale. |
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1826 |
Posizionamento di una innovativa gru, detta a collo d'oca, nel lato a levante della darsena nova. |
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1828 |
Vengono intrapresi lavori di restauro del rio de l'arsenal, in seguito ai vistosi cedimenti delle rive. Con l'occasione si bonificano anche le fondazioni delle due torri della porta da mar, rinforzando quella di levante, fortemente indebolita anche a causa della demolizione della ciexa de la Madona. E' terminata la costruzione dell'ultima porzione di muro di cinta sul lato sud dell'ex chiesa della Celestia, l'isolamento dell'Arsenale è nuovamente ripristinato. Trasformazione ed adattamento in nuove officine, laboratori e magazzini dei tezoni che formano la fila dei magazzini marittimi lungo la banchina sud dell'Arsenal novo. |
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1829 |
Costruzione del corpo di guardia della Tesoreria Marittima, a ridosso del muro di confine nella zona delle fonderie. In questo periodo l'Austria destina il porto della città istriana di Pola a base navale principale; convinta che prima o poi dovrà abbandonare Venezia, da questo momento l'attenzione per le sorti dell'Arsenale subisce un vistoso rallentamento. |
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1835 |
Costruzione di un portale a foggia di torretta neogotica sulla fronte dell'antico deposito di legname dell'Arsenal vecio. Sul fianco nord vengono innalzati un tezon per il deposito delle botti ed un secondo tezon dove verrà poi spostata l'officina remi. |
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1839 |
L'edificio dell'ex chiesa di San Daniél viene completamente demolito. Il convento diviene invece caserma della Marina. |
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1848 |
Repubblica di Venezia: 22 marzo 1848 -
24 agosto 1849. |
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1849 |
terza occupazione
austriaca: 25 agosto 1849 - 20 ottobre 1866. |
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1866 |
Il 21 ottobre Venezia è annessa al Regno d'Italia, la
Marina Militare Italiana prende possesso dell'Arsenale. |
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1872 |
Ha luogo il settimo ingrandimento, con l'aggregazione dell'isola di le Verzene, che perde così la propria l'insularità; viene inglobata l'area dell'ex chiesa, convento e orto di San Daniel; Inizia la costruzione dei primi due bacini di carenaggio, ottenuti interrando ampie zone barenose poste a nord della porta nova., costruzione che può dirsi conclusa nel 1878. Nel 1890 il più grande dei due bacini verrà ulteriormente allungato di altri venticinque metri. Parte la costruzione di due tezoni per il carbone nell'area di le Verzene annessa all'Arsenale interrando il rio de la guera. In particolare il tezon a ponente sorge proprio sul sedime del rio, tanto che proprio il muro di cinta dell'Arsenale e l'antico muro di confine dell'isola vengono utilizzati quali muri di elevazione. La costruzione terminerà nel 1879. |
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1875 |
Vengono ingranditi i due scali in muratura costruiti dai Francesi in novissimetta, ciò provoca la demolizione di cinque arcate dell'edificio degli squadradori, di uno dei tre tezoni delle galeazze e di uno ulteriore della novissimetta. |
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1876 |
Viene completamente sbancato l'isolotto, con la demolizione dei tezoni esistenti; dall'unione fra la darsena nova e quella novissima, nasce la darsena grande. |
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1880 |
Viene quasi completamente demolito l'antico edificio delle velerie, (nel frattempo divenuto magazzini generali), al suo posto sorge la nuova Loggia dell'Ammiragliato. Al posto della serie di officine che formavano la precedente officina de le armi, lungo il lato sud dello stradal di campagna viene realizzato il nuovo edificio per ospitare i congegnatori-aggiustatori. |
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1883 |
installazione della grande gru idraulica Armstrong Mitchell nei pressi dei tezoni alle gagiandre. |
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1903 |
I diciannove antichi tezoni che formano la lunga teoria della novissima granda, vengono accorciati in lunghezza, chiusi sulla fronte e ribassati in altezza, diventando officine e magazzini. Davanti ad essi viene ricavata una banchina d'ormeggio. |
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1910 |
Inizia la costruzione del terzo bacino di carenaggio, il più grande, che si concluderà nel 1915. |
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1914 |
Nel corso della Grande Guerra l'Arsenale diviene la base operativa dei MAS, i leggendari motosiluranti che affondano la Viribus Unitis e la Wien e partono per compiere la celebre beffa di Buccari. |
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1916 |
Si dispone l'ottavo e ultimo ampliamento, con l'imbonimento di una zona barenosa posta esternamente fra le mura della novissima granda e quelle dei bacini di carenaggio. Su questo triangolo vengono costruite alcune casette a schiera per ospitare i sommergibilisti. Dai veneziani saranno sempre chiamate le casarméte. |
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1919 |
Finita la guerra, parte dell'Arsenale viene ceduta all'industria privata, affinché potenzi la costruzione del naviglio mercantile in sostituzione di quello perduto nel periodo bellico. |
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1920 |
Gravissimo incendio nei tezoni a ponente dell'Arsenal vecio, sei antichi manufatti vengono completamente distrutti dal fuoco. Non verranno più ricostruiti. |
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1921 |
All'interno delle sale vecie de le armi, viene inaugurata la prima sede ufficiale del Museo Storico Navale. L'Arsenale viene riducendo la propria attività, grazie anche al fatto che la costruzione delle navi militari viene sempre più spesso appaltata ai cantieri privati. |
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1932 |
I bacini di carenaggio vengono dati in concessione all'industria navale privata, che tutt'ora li gestisce. |
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1936 |
Vengono demoliti gli ultimi tre tezoni bassi a l'isolotto che ancora sopravvivevano nella testata ovest. Al loro posto viene ricavata la piazza dell'Impero (poi piazza della campanella). Pare rifacendosi a disegni originali dell'epoca, viene ricostruita la torre de la campanela. |
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1940 |
La seconda guerra mondiale non apporta miglioramenti, ma anzi l'occupazione tedesca pone mano al trasferimento in Germania di macchinari e di materiali. |
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1950 |
L'Arsenale cessa ogni attività produttiva. La Marina Militare Italiana si ritira nella parte sud, mentre un gran numero di edifici viene abbandonato ed inizia la lenta depauperazione. |
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1964 |
Apertura del varco nelle mura nord della vasca de le galeazze, per consentire il passaggio dei mezzi pubblici di trasporto. |
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1983 |
Prende l'avvio il programma di restauro degli edifici storici, ancora in corso di completamento ai nostri giorni (teza longa de la tana, porta de terra, porta de l'artiglieria, portal de l'artiglieria, tezoni acquatici a le canne, officina artiglieria, tezoni a le gagiandre, tezoni de novissimetta a le nappe, tezoni a le galeazze, tezoni acquatici de San Cristoforo, tezoni de novissima granda, squadradori). |