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L’area oggi occupata dai magazeni maritimi, nel 1303 vedeva una linea continua di dieci squeri, tutti in legno, che si affacciavano lungo la sponda meridionale dell’antico lago de San Daniel, acquistato dallo Stato dai frati di San Daniel proprio allo scopo di avviare la prima espansione del nucleo dell’antico Arsenale. Nel 1326 la Repubblica concluse l’acquisto dell'intero lago che fu perciò incorporato entro l'area dello stabilimento, venendo quindi trasformato nella darsena dell'Arsenal novo. In seguito divenuti obsoleti, gli squeri vennero demoliti e quindi ricostruiti in muratura fra il 1451 e il 1457, con dimensioni modulari di circa 50 per 18 metri ciascuno. Sul lato verso nord mantennero l’affaccio a picco sull’acqua della darsena dell'Arsenal novo, mentre sul lato opposto vennero serviti dallo stradal de campagna. Successivamente,
con la terza espansione dell'Arsenale, la costruzione degli scafi delle navi fu
spostata presso i tezoni dell'isolotto e in quelli
dell'Arsenal novissimo, ciò fece
rapidamente perdere ai dieci squeri la loro funzione originaria e
quindi, opportunamente chiuse le fronti, vennero riconvertiti in magazeni maritimi. Succedeva dunque
che dopo il varo e non appena completati i lavori di allestimento della
coperta, le navi venivano spostate dalla zona degli squeri per essere ormeggiate davanti ai magazeni maritimi dove imbarcavano
l'artiglieria, le armi individuali ed il cordame necessario alle sartie e
alle manovre. Nonostante i posteriori e profondi rimaneggiamenti, sulle
facciate dei tezoni ancora si
conservano le testimonianze dell’antica destinazione d’uso, assieme agli opportuni
ammonimenti ai disonesti. A questo
proposito infatti, partendo da ovest, sul primo tezon si trova murata una
lapide che recita così: ADI V GIVGNO 1743 / GABRIEL DI FERDINANDO E' AGGIVTANTE / DELL'AMMIRAGGLIO
ALL'ARSENALE / RESTO' BANDITO CON PENA DELLA FORCA / COME INFEDELE
AMINISTRATORE / E REO DI ENORMI GRAVISSIMI /
PREGIVDIZI INFERITI NEL MANEGGIO DE / PVBLICI CAPITALI. Sul tezon seguente,
invece, si conservano le tracce dell’antico suo utilizzo per la distribuzione
del cordame. Sulla facciata verso lo stradal de
campagna si
trova infatti murato un enorme testone
passacavi, le cui sembianze sono quelle di un mascherone urlante dalla
grande bocca spalancata e gli occhi sbarrati tra il demoniaco e la pazzia. Profonde
rughe si stirano attorno alla cavità ombreggiata, con le labbra fortemente
levigate che dichiarano l'antica funzione di ingoiare lunghi serpenti di
corda. Per contro, sulla facciata dello stesso tezon che guarda la darsena
dell’Arsenal novo sono collocati
due occhi passacavi in pietra
d'Istria, dai quali uscivano le gomene, tagliate poi a misura per evitare
sprechi, direttamente a bordo delle navi. Infine, oltre la
strada aperta fra l’ottavo (demolito a metà per la sua lunghezza) e il nono tezon, sul
fianco di quest’ultimo sono murate due lapidi sovrapposte, delle quali la più
piccola, di età gotica, recita: 1445 ADI / HVLTIMO DECE[m] / BRIO Probabile un riferimento
ai lavori intrapresi in quel periodo, per la ricostruzione degli squeri in muratura. Sulla base della
pianta redatta nel 1798 dal Maffioletti sulla situazione dell’Arsenale alla caduta
della Repubblica, procedendo da ovest verso est, i tezoni erano impiegati come segue: 1 - officina e
deposito di attrezzi per l'armamento delle navi; 2 – deposito, con
due solai, di cavi e gomene nuovi; 3 – deposito, con
due solai, di cavi e gomene nuovi; 4 – deposito, con
due solai, di letti da cannone; 5 - deposito di
cavi e gomene usati; 6 - deposito di
cavi e gomene usati; 7 - deposito di
cavi e gomene usati; 8 - deposito di
frassini e con una piccola officina per gli scultori; 9 - deposito di
olmi e di frassini squadrati; 10 - officina dei carreri (carrettieri), operai che costruivano i letti (ovvero gli affusti) da cannone in legno di rovere. Caduta la Repubblica nel 1797, durante la seconda occupazione austriaca (1814-1848), fra il 1820 e il 1821, eccetto i due tezoni acquatici (che fortunatamente conservarono intatte le forme gotiche originali), tutti i magazeni maritimi subirono dei rimaneggiamenti più o meno profondi, al termine dei quali l’antica fila uniforme aveva assunto l’attuale aspetto in stile neo-gotico, di impronta vagamente nordica. In quel periodo
anche l’uso fu riorganizzato e, sempre partendo da ovest, portò alla loro suddivisione
in blocchi distinti: Questi vennero
chiamati magazeni de artiglieria: 1 – deposito per
le cariche a mitraglia, in seguito sopraelevato; 2 - deposito di
fusti da cannone, diviso da un piano, mantenne parte della copertura originaria.
3 - deposito di fusti da cannone, diviso da un piano, mantenne parte della copertura originaria. Questi
continuarono ad essere chiamati magazeni
maritimi: 4 - deposito di
cordame, diviso da un piano, mantenne la copertura originaria a quattro falde; 5 - deposito di
gomene, demolita la copertura fu rifatta a due spioventi; 6 - laboratorio
di falegnameria, fu sopraelevato; 7 - deposito per
botti, demolita la copertura fu rifatta a due spioventi; 8 - deposito di
legname d'olmo, demolita la copertura fu rifatta a due spioventi; 9 - deposito di legname d'olmo, demolita la
copertura fu rifatta a due spioventi; 10
- deposito di legname d'olmo, demolita la copertura fu rifatta a due
spioventi; Nel 1866, dopo l’annessione del Veneto al
Regno d’Italia, la Marina Militare redasse un piano generale di
ammodernamento dell’Arsenale, le cui conseguenze pratiche portarono a
numerose modificazioni, demolizioni e ricostruzioni che non risparmiarono
neanche questa area. I lavori
intrapresi nel corso del 1891 portarono
a queste ulteriori trasformazioni 6 - il tezon fu raddoppiato in altezza; 8 – il tezon fu demolito per più della metà della sua larghezza e per tutta la sua lunghezza, allo scopo di creare lo spazio necessario per la nuova strada che mise in comunicazione diretta lo stradal de campagna con la fondamenta-banchina che venne realizzata lungo tutto il bordo delle darsene. Interrotta
definitivamente l’antica linea dei magazeni
maritimi, trovandosi ora dall’altro lato della
nuova strada: 9 - il tezon fu trasformato in centrale di forza e luce per le esigenze energetiche
dell’Arsenale; 10 - il tezon fu convertito in officina. |
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