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Trascorsi i
giorni terribili del 1798 con la
distruzione e il saccheggio dell’Arsenale da parte delle uscenti truppe francesi,
passata anche la prima, breve, occupazione austriaca (1798-1806), nel corso della seconda occupazione francese (1806-1814) l'Arsenale riprese a
costruire o a completare le navi che andarono a formare la piccola flotta
franco-italiana del Regno Italico. Pochissime le costruzioni di navi di
grande tonnellaggio, molte invece le cannoniere
e i brigantini, piccole navi per la
difesa costiera, che rispecchiavano la politica di rinuncia a tentare di
contrastare il dominio britannico sui mari.
Molti di questi bastimenti erano ancora
in fase di costruzione quando gli austriaci subentrarono nuovamente ai
francesi per la loro seconda occupazione di Venezia (1814-1848). Anche sotto gli imperiali, l'Arsenale continuò
a mantenere complessivamente un basso il regime di attività, proseguendo nel
varo di cannoniere, golette, corvette
e qualche rara fregata.
1821
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Venere
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Fregata
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1839
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Bellona
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Fregata
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1843
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Novara
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Fregata impostata dapprima con il nome
di Minerva; fra il 1857 e il 1859 fece
una crociera intorno al mondo.
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Mentre in tutta Europa lo sviluppo
tecnico navale progrediva incessantemente, in Arsenale il primo piroscafo a ruote da 118 tonnellate fu
ultimato solo nel 1842, dunque in
grande ritardo rispetto al varo del primo piroscafo
a vapore effettuato a Napoli nel 1818, il primo in tutto il
Mediterraneo. Solo dopo il 1849,
durante la terza occupazione austriaca di Venezia (1849-1866) si inizieranno a varare piroscafi
a vapore, cannoniere a vapore e
piccoli avvisi, costruiti a Venezia
e verso la fine dell'occupazione austriaca, la produzione iniziò anche ad
innalzare timidamente il proprio livello qualitativo.
1853
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Arciduca
Federico
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Corvetta
a vapore.
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1855
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Conte
Dandolo
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Pirocorvetta.
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1865
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Vesuvio
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Cannoniere acquisite l'anno successivo
dalla Marina Militare Italiana.
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Mongibello
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Arrivata a Venezia nel 1866, la Marina Militare Italiana riuscì
ad imprimere all'Arsenale veneziano un nuovo e più forte impulso: il grande complesso
industriale viene infatti sottoposto a una profonda ristrutturazione
organizzativa, per permettergli di far fronte all'uso delle moderne
tecnologie nel campo della costruzione e della manutenzione delle navi da
guerra. In questo periodo storico, gli scafi delle navi sono ancora costruiti
tutti in legno.
1867
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Vettor
Pisani
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Pirocorvetta ad elica da
1.962 tonnellate, scafo in legno, farà quattro volte il giro del mondo. Nel
1878 questa nave inaugurò uno dei primi due bacini di carenaggio (piccolo e
medio) che erano appena stati terminati.
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1876
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Cristoforo
Colombo
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Incrociatore avviso, con scafo in
legno, motore da 3.780 HP per una velocità di 17 nodi, elevatissima per
l'epoca.
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Pietro
Micca
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nave lanciasiluri, tentativo di
realizzare un cacciatorpediniere ante litteram che però non ebbe
successo.
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Agostin Barbarigo
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Avvisi ad elica
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Marcantonio
Colonna
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La prima grande costruzione navale
interamente in acciaio che fu completata in Arsenale conservava ancora un
sistema di propulsione a vela, sia pure in posizione ausiliaria sebbene
divenuto ormai da tempo completamente inutile.
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Amerigo
Vespucci
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Incrociatore da 2.075 tonnellate con
motore Ansaldo. Armato con otto cannoni da 150 mm. a retrocarica a murata.
Dotato di alberatura completa, fu utilizzato fino al 1927 come nave scuola.
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Con la realizzazione dei due grandi sìvoli da varo nell'area della novissimetta, l'Arsenale diviene ora
perfettamente in grado di passare alla realizzazione di navigli più grandi e moderni.
1881
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Francesco
Morosini
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Corazzata da 11.200 tonnellate, lunga
105 metri e larga 19,80. Motore da 10.300 HP per una velocità di 16 nodi.
Armata con quattro cannoni da 431 mm. e corazzata con piastre da 45 cm. di
spessore. Varata nel 1885 e poi
completata nel 1889.
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Da questo momento in poi, tutte le nuove
navi vengono impostate sui due sìvoli da varo, la costruzione poi procede con la lentezza
dettata dalle continue modifiche che vengono introdotte durante l’avanzamento
dei lavori, nel tentativo di ottenere il meglio con mezzi finanziari limitati.
1884
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Sicilia
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Corazzata di 13.400 tonnellate. Con più
di dieci anni fra la costruzione e l’allestimento, l'unità moderna quando
venne tracciata era ormai superata quando giunse al varo.
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1894
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Ammiraglio
di Saint Bon
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Corazzata di 9.800 tonnellate, varata
nel 1897.
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1899
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Francesco
Ferruccio
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Incrociatore corazzato da 7.350
tonnellate.
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Con il varo di nave Francesco Ferruccio si conclude definitivamente l'era
della costruzione delle grandi unità militari navali in Arsenale; gli altri
dieci incrociatori della classe Ferruccio
vennero infatti costruiti dai cantieri privati Orlando e Ansaldo. Le ultime
costruzioni di cui si occupò l'Arsenale alla fine del XIX secolo furono due
torpediniere, costruite su licenza, che vennero impostate nel 1885 e varate ben dieci anni dopo.
L'alba del XX secolo vide l'Arsenale
impegnato in una nuova attività: la costruzione e la manutenzione di sommergibili.
1903-1905
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Glauco
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I sommergibili di questa classe furono
il primo esempio di costruzione in serie di questo tipo di unità, al tempo ancora
considerate dalla Marina Militare Italiana alla stregua di “navi
sperimentali”.
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Otaria
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Narvalo
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Squalo
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Tricheco
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Nautilus
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Prototipi di altri (classe N), la cui
realizzazione fu in seguito affidata anch’essa ai cantieri Ansaldo e Tosi.
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Nereide
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Quasi poste a sigillo di un'attività
quasi millenaria di costruzioni navali ma giunta ormai alla sua inevitabile
conclusione, le ultime realizzazioni dell'Arsenale veneziano non furono,
purtroppo, particolarmente degne di tanta e gloriosa Storia.
1909-1912
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Quarto
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Esploratore costiero, costruito in un
unico esemplare.
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Faa
di Bruno
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Pontone armato con due cannoni da 381
mm che contribuì alla difesa della laguna nord durante la prima guerra
mondiale.
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