officina de le armi

CAXA DE L’ARSENAL

Al centro della campagna, l’ampio appezzamento di terreno occupato lungo il bordo nord dai tezoni dei magazeni maritimi e lungo il bordo sud dall’edificio della teza longa de la tana, a partire dal 1460 venne avviata la costruzione di una serie di edifici, che in breve formarono anch’essi una fila ininterrotta da est a ovest, venendo genericamente accomunati nel termine officina de le armi.

Tale agglomerato, servito verso nord dallo stradal de campagna e probabilmente non definito su questo lato da un’unica facciata, aveva il lato a sud che confinava invece con la calle, ovvero la lunga e strettissima viuzza che lo teneva separato dalla teza longa de la tana.

In base alla pianta redatta nel 1798 dal Maffioletti sullo stato dell’Arsenale alla caduta della Repubblica, ieri come oggi l’unica facciata dell’officina de le armi era quella rivolta verso ovest che introduceva al corpo di fabbrica più largo dell’intero, composito complesso edilizio, tanto che al suo interno era stato possibile ricavarne due locali paralleli con entrate indipendenti: quello a destra era un deposito de barili per catrame e l’ingresso si apriva di fronte all'edificio della stua per incatramazion dei cordami; quello a sinistra ospitava l’officina remi assieme ad un piccolo deposito con vasche di pietra per la conservazione del catrame e aveva l'ingresso posto di fronte al deposito scoverto de bale da canòn. Alle loro spalle, ma ora con gli ingressi disposti lungo lo stradal de campagna, seguivano: una stanza lunga e stretta adibita a deposito de carbon; poi un edificio con al piano terra un secondo deposito de carbon e al primo piano le officine de le armi, quindi un edificio con al piano terra la raffineria del salnitro ed il piano superiore collegato con il precedente ed adibito anch’esso ad officine de le armi. L’edificio successivo ospitava la fondaria del piombo; quello dopo il deposito del salnitro. L’edificio che veniva dopo era formato da tre locali, internamente comunicanti, adibiti ad officina dei tagieri e a deposito de le tagie (ossia delle carrucole e dei paranchi). Infine, l’ultimo locale era utilizzato come officina dei marangoni (falegnami) per i lavori da sotil (minuti).


Dopo la caduta della Repubblica, trascorsi i periodi di occupazione francese ed austriaca che videro una riorganizzazione nell’uso degli spazi, con l’annessione del Veneto nel 1866 al Regno d’Italia la Marina Militare approvò un vasto progetto di ammodernamento che apportò profondi mutamenti in ogni area dell’Arsenale, non risparmiando in questo l'officina de le armi.

Nel corso del 1880 mediante l'impiego del materiale da costruzione recuperato in parte dai distrutti tezoni dell'isolotto, venne realizzata il tratto di facciata oggi visibile lungo lo stradal de campagna: in mattoni, scandita da archeggi neo gotici e partiture bugnate in pietra d'Istria. Il rifacimento interessò solo questo lato dell’edificio, mentre quello che corre lungo la calle fu interessato pesantemente da alterazioni edilizie che ne compromisero l’originaria linearità e la caratteristica di totale distanziamento rispetto alla teza longa de la tana.

Al fine di ospitare i nuovi laboratori dei congegnatori-aggiustatori gli spazi interni subirono una significativa alterazione dell'originaria frammentazione nella disposizione dei locali, che sostanzialmente diedero vita ad una spazialità interna tripartita, in ciò richiamando inequivocabilmente lo schema architettonico applicato nell’attigua teza longa de la tana.

Ai nostri giorni l'officina de le armi è inserita nell’elenco degli spazi disponibili per dare vita al progetto per la realizzazione la nuova sede del Museo Storico Navale della Marina Militare Italiana.

  

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