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In ordine di tempo, il primo intervento intrapreso in Arsenale allo scopo di custodire all'asciutto e al coperto il Bucintoro (la sfarzosa nave di Stato usata nelle cerimonie pubbliche e nelle occasioni in cui il Dose e la Signoria incontravano personalità straniere), si ebbe nel corso del 1311, quando uno dei tezoni del nucleo originario di quelli costruiti nel XII secolo sul lato a levante dell'Arsenal vecio, venne a ciò destinato diventando il tezon del Bucintoro. Successivamente,
a fronte del desiderio esplicitato dal Dose Andrea Gritti di dotare la Repubblica
di una nuova nave, più fastosa e più grande rispetto a quella esistente, nel 1525
vennero avviati i lavori di ampliamento di un tezon poco distante,
su progetto elaborato dal celebre Michele Sanmicheli, il quale concepì una
fabbrica di 45 metri di lunghezza e 18 di larghezza (una luce tutto sommato
modesta se confrontata con le capacità tecniche degli arsenalotti, ma sufficiente per lo scopo a cui sarebbe stato
destinato). Il nuovo tezon del Bucintoro viene completato nelle strutture
murarie fra il 1544 e il 1547. Esso si qualifica come un
edificio di testata, dove i due setti murari che sostengono le capriate del
tetto sono realizzati con modalità diverse: quello a sud, in comune con il tezon de lustra armi, è un muro pieno senza aperture,
quello a nord invece, rivolto verso il rio
del Bucintoro
è costruito con l’inserimento di grandi arcate a tutto sesto che permettevano
la comunicazione con il rio. La porta da
mar si affaccia a ovest sulla darsena dell'Arsenal vecio, sul lato opposto, a est, la porta da
terra guarda il grande spazio della darsena dell'Arsenal novo. Fra il 1555
e il 1556, su disegno di un ignoto architetto della scuola del
Sanmicheli, venne posta in opera la decorazione plastica della porta da terra. Nell’ordine centrale
risalta il bugnato dorico rustico della porta, sormontata da un fregio dove triglifi si alternano a meteope che recano gli stemmi di ca’
Venier, ca’ Badoer, ca’ Rismondo, ca’ Zen e ca’ Celsi, ossia i Patroni a
l’Arsenal e Provedadori a l'Arsenal in carica a quel
tempo. Al di sopra è collocato l'attico, impreziosito dall’inserimento di un
bassorilievo raffigurante un'immagine allegorica di Venezia assai rara in
città. Una donna in veste di Giustizia, con bilancia e spada, è seduta fra i
leoni, dove i felini qui altro non rappresentano che la celestialità, poiché
coloro che garantiscono la giustizia ispirata da Dio siedono, al pari di Re
Salomone, inter leones. Ai lati della porta sono poste ampie finestre e fra queste e la porta due aperture circolari ricavate in altrettanti blocchi di pietra d’Istria. L'effetto scenico
complessivo che promana dalla decorazione, denota la volontà di connotare
l’edificio di una solidità e di una forza tipicamente militare, con ampi
riferimenti alla romanità. Per l'intrinseca
importanza dello scafo custodito al suo interno, fin dal XVI secolo il tezon del Bucintoro era inserito quale tappa di un
itinerario predefinito, attraverso il quale venivano condotti gli ospiti
illustri della Repubblica. Il percorso d'onore iniziava dalla porta da terra, proseguiva per lo stradal dei cantieri, e giungeva di fronte al tezon del Bucintoro, ritornava poi indietro e percorreva lo stradal de campagna per giungere davanti alla porta de l'artiglieria, quindi visitate le sale de le armi, il tragitto si concludeva al parco de le bombarde. Per oltrepassare il contiguo rio del Bucintoro e proseguire verso il blocco dei tezoni dell’Isolotto sud, esisteva in antico un ponte levatoio diviso in due sezioni, una metà del quale era ancorata e sollevata dall'angolo nord-est del tezon del Bucintoro. Caduta la
Repubblica nel 1797 e barbaramente distrutto e depredato di ogni suo abbellimento
il Bucintoro nel corso della prima occupazione francese (1797 - 1798), nel
corso di lavori di manutenzione eseguiti al tezon del Bucintoro nei primi anni della seconda occupazione
austriaca (1814 - 1848), venne rilevato che a causa dell'appesantimento della
porta da terra (dovuto all'inserimento in origine non previsto degli
elementi lapidei e decorativi), unito alla carenza di legamenti con le
strutture murarie longitudinali ed infine al parziale cedimento del piano di
fondazione, si erano manifestati preoccupanti dissesti che vennero
contrastati con l'impiego interno di catene, di tiranti e di puntoni in modo
da sopperire alla generale carenza costruttiva dell'edificio. Conservatosi
tutto sommato integro, il tezon del
Bucintoro
ha però subito l'alterazione della porta da mar, sulla quale è stata
addossata una nuova struttura muraria e realizzata una nuova apertura con
l’inserimento di elementi di pietra d'Istria, contenuta tutta all'interno del
precedente portale, di cui nel lato interno sono ancora visibili lo sviluppo
dell'arco e l'elemento di imposta in pietra. Farà
poi seguito l'interramento di quasi metà del rio del Bucintoro, con la realizzazione di una stretta
riva sul lato nord dell’edificio con le grandi arcate, oggi murate, che prima
invece erano a contatto con l’acqua. Infine,
salvando una stretta porzione dell’antica fondamenta che correva da questo
lato dell’Arsenal novo, venne
notevolmente allargata ed innalzata la riva, che in questo modo fece perdere
completamente al tezon del Bucintoro il suggestivo
affacciarsi per tre lati sull'acqua. |
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