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Come dichiara la lapide
colà murata: M CCCC L VII / ADI PR[imo] SE[ttembre] nel corso del 1457
vennero ultimati in Arsenal novo i lavori per la
realizzazione dei due grandi tezoni
aquatici,
oggi generalmente indicati con il nome di tezoni gotici, sotto i quali
venivano ormeggiate al riparo dalle intemperie le galee per il completamento
dei lavori di allestimento della coperta. Delle fabbriche degna di nota è la semplicità architettonica dei muri di sostegno: fra i laterizi spicca il biancore dei conci di pietra d'Istria sistemati a rinforzo degli spigoli delle lesene rastremate, aventi funzioni di sostegno. Il setto divisorio conta dieci aperture, ricavate da piccoli archi a sesto leggermente acuto, quasi ogiva gotica. Il partito architettonico consiste in due lesene rastremate entro cui si incastra un arco e tale tipologia costruttiva si ripete fino a dieci archi (di cui uno, e precisamente quello che inizia la serie da terra, risulta oggi murato). Con oltre 20
metri di copertura, i tezoni aquatici detengono il
primato della luce netta più ampia rispetto alle altre costruzioni realizzate
nel bacino dell'Arsenal novo e giunte fino ai
nostri giorni. Ciò dimostra come i valenti marangoni dell'Arsenale già
a partire dal '400 possedevano un'ottima padronanza della tecnologia del
legno che permetteva loro l’agevole realizzazione di coperture di queste
dimensioni. Nonostante i
rifacimenti operati a partire dall'800, le complesse capriate lignee sono
ancora oggi sostanzialmente ammirabili com'erano in origine: composte da due
catene (indipendenti dal ritmo della muratura), sostenute da mensole di
pietra d’Istria sui muri esterni e da barbacani
in legno sul setto intermedio. Caratteristica comune in origine a tutti i tezoni dell’Arsenale, sui lati minori il tetto si conclude con la piccola falda spiovente, elemento architettonico di grande eleganza, che nobilita tutta la costruzione rispetto all’adozione del tetto a capanna. Anche
dopo la caduta della Repubblica, questi due tezoni aquatici continuarono fortunatamente ad assolvere il loro
ruolo di ricovero delle imbarcazioni. In particolare, nel corso della seconda
occupazione austriaca (1814-1848) uno dei due tezoni venne attrezzato
quale stazione antincendio. In tempi a noi più recenti, i tezoni sono utilizzati come darsena per l’ormeggio delle imbarcazioni della Marina Militare. |
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