tezoni a ponente

CAXA DE L’ARSENAL

La tradizione vuole che nel 1104, il nucleo più antico dell’Arsenale contasse lungo il lato ovest della darsena dell'Arsenal vecio sedici squeri a cielo aperto che facevano il pari con altri sedici che si affacciavano lungo il lato est (tezoni a levante).

Nel corso del 1450 però, le mutate esigenze del grande complesso navale portarono ad un rimaneggiamento degli antichi squeri, che portò alla realizzazione degli attuali dieci tezoni a ponente, con dimensioni di circa 46 metri in lunghezza per 16,50 metri in larghezza, fila conclusa da un deposito, meno largo dei primi, collocato fra il fianco nord del decimo tezon ed il muro di cinta che da questo lato separava in antico l'Arsenale dall'orto delle monache de la Celestia.

Si noti che in Arsenal vecio tanto i tezoni a ponente quanto i tezoni a levante, furono sottoposti a graduali modifiche nella loro destinazione d’uso, imposte dalle riorganizzazioni derivanti dalle successive espansioni, fino al punto in cui l’area perse definitivamente la primitiva connotazione produttiva diventando un enorme magazzino dove erano riposti gli equipaggiamenti, ordinatamente numerati, per il rapido allestimento di un numero determinato di galee.

Secondo la mappa redatta dal Maffioletti nel 1798 sullo stato dell’Arsenale alla caduta della Repubblica, procedendo da sud verso nord, i dieci tezoni a ponente erano utilizzati come segue:

tezon (1) - officina e deposito per le botti;

tezon (2) - piccolo bacino per il ricovero delle tre imbarcazioni dogali, chiamate peatoni; murata sul setto si osserva una lapide, molto rovinata nella parte inferiore, che recita:

ADI 22 NOVEMBRE 1710 / GEROLEMO SALA GIA CAPO / DELLE SALE DELL ARMI IN /

CAMPAGNA DELLA CASA DELL / ARSENALE . RESTO BANDITO / CON PENA DELLA FORCA /

PER FVRTI DA LVUI COMME(ssi) / DE PVBLICI CAPITAL(i) /

STIA LA PRESENT(e) / PERPETVA INF(amia) / DOCVMENTO ALT(…)

tezoni (3,4,5,6) - squeri per la costruzione di naviglio di basso bordo;

tezon (7) - squero per la costruzione di naviglio di basso bordo; murata sul setto si osserva un'iscrizione, in dialetto veneziano, qui posta in ricordo dell'inizio dei lavori di trasformazione:

1456 ADI 20 / ZENER FUI / FATO MI PI / LASTRO AVA / NTI DEI MIE / COMPAGNI

tezon (8) - squero per la costruzione di naviglio di basso bordo; murata sul setto si osserva ancora un'iscrizione, in dialetto veneziano, che recita:

1456 FO / FATO QUESTO / PILASTRO

tezoni (9,10) - depositi di legname dolce, legno santo, morali di abete;

deposito (11) - ricovero di legname dolce, legno santo, morali di abete.


Caduta la Repubblica nel 1797, nel corso dell'Ottocento gli archi di comunicazione dei setti murari vennero modificati in una inedita configurazione neo-gotica, mentre durante la seconda occupazione austriaca (1814-1848), procedendo da sud a nord, la loro destinazione d'uso venne convertita come segue:

tezon (1) - deposito di attrezzatura necessaria al carenaggio (taglie, gomene, cordame, carrucole con puleggia di bronzo), attività che prima dei bacini di carenaggio veniva praticata facendo inclinare il vascello su di un lato, in modo da portare all'asciutto la metà opposta dell'opera viva.

tezon (2) - officina pittura, qui intesa come disegno e coloritura di bandiere e padiglioni;

tezoni (3,4) - squeri per la costruzione di naviglio di basso bordo;

tezoni (5,6) - magazzini per deposito dell’attrezzatura dopo il disarmo.

tezon (7) – inizialmente officina per falegnami da sotil e poi, nel 1838, suddiviso in due piani con quello superiore destinato all'officina rimessaio.

tezon (8) - officina per la costruzione di taglie, di cilindri degli argani e di caviglie.

tezon (9) - officina tornitori, dove veniva tornito sia il legname che il metallo per la realizzazione delle scale e delle balaustre del cassero. Qui si preparavano anche le grandi viti senza fine ad uso delle chiatte cavafango. Nella parte più interna si trovava un altare, dove veniva celebrata la Messa per gli operai dell'Arsenale.

tezon (10) - dal 1828 officina scultura in legno. Qui si eseguivano intagli, busti, statue e quant'altro fosse destinato all'abbellimento esterno dei navigli.

deposito (11) -  nel 1834 venne elevata sulla fronte una scenografica torre-porta neogotica coronata da merli, quindi nel 1836 il locale venne trasformato in corpo di guardia. La torre-porta neogotica è costruita sull'asse dell'antica cinta muraria, in seguito demolita, che limitava a nord la darsena vecia e sostituita dal  ponte del molo.


Nel 1866, dopo l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, l’esecuzione del progetto adottato per il riordino complessivo dell’Arsenale comportò per i tezoni a ponente l’allontanamento dall'acqua, con la realizzazione della banchina di servizio.

Successivamente, ulteriori rimaneggiamenti ed incidenti hanno comportato radicali trasformazioni degli antichi tezoni a ponente:

tezon (1) - demolita la tettoia, cessò ogni suo utilizzo. Nel corso della seconda guerra mondiale vi fu costruito un rifugio antiaereo in cemento armato, ancora oggi al suo posto;

tezoni (2,3,4) - chiusa la fronte e divisi internamente in due piani; i primi due hanno mantenuto la copertura e le dimensioni originarie;

tezoni (5,6,7,8,9,10) – distrutti da un furioso incendio propagatosi nel 1920 che fece crollare anche i setti murari; non furono più ricostruiti. Nello spazio lasciato libero sono stati inseriti rispettivamente: un bunker, un rifugio antiareo, due campi da tennis, un campetto da calcio, un rifugio antiaereo. Va notato che, paradossalmente, le strutture murarie superstiti all’incendio offrono però l'opportunità di immaginare l'originaria sistemazione di questo lato dell’Arsenal vecio, quando i primi squeri non erano coperti dalle tettoie.

deposito (11) - preceduto dalla torre-porta neogotica, divenne l'entrata, dall'interno dell'Arsenale, alla scuola per meccanici navali, istituita dentro l'ex convento delle monache de la Celestia, oggi divenuta sede dell'Archivio Storico Comunale.

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