tezoni a l'arsenal novo

ARSENAL NOVO

Dopo che, nel corso del 1303, la prima espansione dell’Arsenale ne aveva inglobato tutta la sponda meridionale, la seconda espansione del 1326 acquisì l'intera superficie del vasto lago de San Daniel che si avviò a diventare l'ampia darsena dell'Arsenal novo.

Nella veduta della città di Venezia, realizzata nel 1500 da Jacopo de’ Barbari, nell’area che ritrae l’Arsenal novo lungo la sponda nord si contano gli originari diciotto tezoni, costruiti interamente in legno nel corso del XIV secolo, dei quali quindici erano da nave mentre invece gli ultimi tre verso est erano utilizzati come magazeni. Nel corso del XV secolo essi vennero tutti demoliti per essere ricostruiti, più larghi, in muratura essendone perciò ridotto il loro numero da diciotto a sedici.

Ricavata che fu la darsena novissima e posta in comunicazione con la darsena nova attraverso il canal de le sieghe, l’originario affaccio unitario venne ad essere suddiviso in due blocchi: quello composto da nove squeri che andava da levante fino al ponte de le sieghe fu chiamato dei tezoni bassi a l’Isolotto; l’altro blocco, composto da sette tezoni, partiva dal ponte de le sieghe verso ponente per concludersi all'altezza dell'antico muro di confine della darsena dell’Arsenal vecio, d'angolo con il monumentale tezon del bucintoro e da questi separato dal rio del bucintoro.

I tezoni a l’Arsenal novo, erano uguali nella concezione architettonica a quelli della novissima e della novissimetta, coperti da grandi tettoie a quattro falde sostenute da setti divisori aperti da arcate a tutto sesto girate su capitelli a foglia d'acqua, posti in cima a colonne in pietra d'Istria, formate da nove a undici rocchi di varia altezza, dai 12 cm. ai 45 cm., e di diametro che andava dai 55 cm. ai 140 cm., questi ultimi misurabili ai tezoni acquatici alle canne. I capitelli a foglie d'acqua sono tipici dell'Arsenale e verranno usati durante più di un secolo oltre il ‘500.

Sulla base della pianta disegnata nel 1798 dal Maffioletti sullo stato dell’Arsenale alla caduta della Repubblica, sulle sponde delle due grandi darsene (nova e novissima) si distinguono con facilità a ponente del rio de le sieghe i sette tezoni a l’Arsenal novo.

Procedendo da est verso ovest, si desume che il blocco era così organizzato:

1 - squero da galea;

2 - squero da galea;

3 - deposito di legno di rovere, già segato e pronto all’uso;

4 - deposito di legno di rovere, già segato e pronto all’uso;

5 - deposito di legno di rovere, già segato e pronto all’uso;

6 - deposito di legno di rovere, già segato e pronto all’uso;

7 - deposito di legno di rovere, già segato e pronto all’uso.


Caduta la Repubblica nel 1797, nel corso della seconda occupazione austriaca (1814-1848) alcuni dei tezoni furono destinati a funzioni diverse dall'originario utilizzo, in particolare:

1 - deposito di zavorra;

2, 3, 4, 5, 6 - depositi di alberi per navi (qui spostati dal blocco dei tezoni bassi a l’Isolotto);

7 - squero da sotil per piccole imbarcazioni di servizio occorrenti alle necessità dell’Arsenale.


Annesso il Veneto al Regno d'Italia nel 1866, l'esecuzione del progetto di riordino ed ingrandimento dell'Arsenale, predisposto nel 1867 dalla Marina Militare Italiana, determinò nel 1876 la demolizione dei tezoni bassi a l’isolotto (dei quali fu risparmiato solo il primo a levante) e quattro dei sette tezoni a l’Arsenal novo (dei quali furono risparmiati gli ultimi tre sul lato a ponente). Dopo aver completato la demolizione degli squeri a cielo aperto costruiti dai francesi negli anni della loro seconda occupazione (1806-1814) al posto dei tezoni alti a l'isolotto, nel 1880 fu compiuto lo sbancamento della superficie dell'isolotto e della lingua di terra dove sorgevano i quattro tezoni a l’Arsenal novo, così da realizzare l'unica grande darsena che oggi si vede.


Nel 1936, nell’intento di realizzare un piazzale più consono alle necessità di rappresentanza e di schieramento delle truppe, furono completamente demoliti anche gli ultimi tre tezoni a l’Arsenal novo, per far posto al piazzale dell’Impero, oggi divenuto piazzal de la campanéla.


Tranne due tratti perimetrali, che oltretutto testimoniano anche le direttrici degli antichi muri di confine dell’Arsenal vecio e dell’Arsenal novo, ai nostri giorni nulla è sopravvissuto dell’antico blocco dei tezoni a l’Arsenal novo, se non qualche rara immagine in alcune vecchie fotografie.

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