Istituzione.
Agli inizi del XVII secolo, particolarmente frequenti si
segnalavano gli abusi e i disordini che venivano commessi ai
danni della regolare applicazione e riscossione dei dazi. In
special modo, dopo un periodo di grande trascuratezza, era il
gettito derivante dalla tassa imposta sulla vendita del vino
sfuso quello che soffriva di una diffusa evasione.
Il
Mazor Consejo decise dunque che i tempi erano maturi per
intervenire nella materia, ed ordinò al Senato di
provvedere all'elezione di tre nobilomeni da togliere
dal suo stesso corpo, con carica della durata di due anni,
affinchè procedessero con alacrità nell'opera di risanamento del
gettito del dazio sul "vin a spina". Il Senato, deferente
al volere dell'assemblea sovrana, con Parte del 5 marzo
1617 provvedeva ad istituire la magistratura dei
Revisori ossia Regolatori sora i Dacji.
Competenze.
I
Revisori iniziarono la loro attività con un'indagine
approfondita in merito ai dazi applicati sulla vendita del vino
sfuso, al termine della quale prepararono i nuovi regolamenti da
adottare, uniti a contromisure idonee a prevenire la piaga del
contrabbando. Il tutto venne infine sottoposto alla Consulta
dei Savi perchè, a sua volta, nelle forme previste dalla
legge, chiedesse al Senato di esprimersi.
Come d'uso, in breve tempo l'ufficio vide ampliarsi l'iniziale
facoltà di controllo e di repressione, così che i Revisori
avviarono anche lo studio e la riorganizzazione di altri
dazi che più frequentemente venivano elusi, con grave danno
dell'Erario: i dazi sulla seta, sulle biave, sulle carte da
gioco e sui velluti neri.
Avendo dato nuovamente prova di affidabilità, crebbe
ulteriormente l'importanza della magistratura tanto che a
partire dal 1621 ad essa venne delegata la completa
riorganizzazione e regolamentazione dei dazi che erano applicati
in Terra Ferma, giurisdizione che fino ad allora era esercitata
da ciascun Rettore nei confronti della rispettiva
Camera Fiscale competente per quel territorio.
In
questo loro meritevole tentativo di dare una qualche logicità al
farraginoso sistema della riscossione delle imposte, i
Revisori si univano spesso in conferenza con i Savi a la
Marcanzia.
Quando
però iniziarono
ad
unirsi
anche con i Governadori a le Intrade, ai quali la legge
assegnava competenze abbastanza simili, non tardarono a
palesarsi conflitti di competenza, con i Governadori che
rivendicavano il primato sulla competenza. Il Senato non restò a
guardare e nel corso del 1628 l'approvazione di una
Parte sanò la diatriba: ai Revisori vennero assegnati
gli appelli contro i proclami e gli ordini che
fossero contrari ai decreti sui dazi, nonché gli appelli contro
le sentenze emesse dai Rettori in Terra Ferma. Ai
Governadori rimasero delegate alcune categorie di appelli
contro le sentenze di condanna per contrabbando.
Nel
1629, un nuovo decreto riorganizzò le competenze
assegnate appena l'anno prima ai tre Revisori, per modo
che le varie responsabilità dell'ufficio vennero, a rotazione,
suddivise nel modo che segue:
-
ad
un Revisore era delegato il compito di sovrintendere al
lavoro dei ministri addetti alla riscossione dei dazi, sui
quali, per maggiore scrupolo, venne applicato il sistema detto
della pieggeria;
-
ad un Revisore fu assegnato l'incarico di formare i
processi contro i contrabbandieri;
-
ad un Revisore era delegata l'amministrazione della
cassa, con anche facoltà di spesa.
-
a
tutti i Revisori era infine riconosciuto il diritto di
emettere ordinanze e d'imporre pene.
Nel 1631, con propria terminazione, i Revisori
stabilirono i requisiti necessari perchè un cittadino
originario potesse aspirare a servire nel ruolo di
ministro negli uffici di custodia dei dazi:
-
essere sudditi e presentare il relativo attestato,
-
avere assegnato un solo incarico entro un solo ramo daziario;
-
non aver mai subito condanne per contrabbando;
-
non essere debitori di dazi.
Per supervisionare con maggior cura l'operato dei ministri,
i Revisori istituirono anche per ciascun ramo daziario un
Governador al quale furono assegnate funzioni di
direttore e da cui dipendevano direttamente i funzionari.
Ritornando parzialmente sui propri passi, con Parte del
1632 il Mazor Consejo rivide la facoltà concessa
all'ufficio nel 1621 di poter ispezione i dazi applicati
in Terra Ferma, compito che da allora venne affidato alla
magistratura gemella dei Revisori ossia Regolatori de le
Intrade Publiche. Con il medesimo decreto il Mazor
Consejo volle però allargare la competenza dell'ufficio a
Venezia e nel Dogado, assegnandogli la possibilità di formare i
processi contro i contrabbandieri di merci via mare, con facoltà
di poter intervenire anche nel caso in cui questi utilizzassero
navi battente bandiera di altri Stati.
A
partire dal 1659 venne delegato ai Revisori
l'esame delle domande di esenzione dal pagamento di dazi, che
andavano presentate a questo ufficio sia da parte dei sudditi
che da parte delle comunità di forestieri residenti nel
territorio dello Stato.
L'importanza di questa magistratura iniziò a declinare quando,
con la posteriore istituzione di nuovi uffici deputati al
controllo fiscale, le competenze per la repressione dei
contrabbandi sui dazi dell'olio, del vino, del tabacco e del
sale, vennero ad essa definitivamente alienate, anche se, in
verità, non venne mai ufficialmente alienata la possibilità per
i Revisori di perseguire e punire qualsiasi forma di
contrabbando.
Dignità politica.
All'interno della struttura burocratica dello Stato, quest'ufficio
aveva dignità di Magistratura Senatoria (eleggibile cioè
entro il numero dei soli senatori) ed il titolo di
semplicemente serrata.
Bibliografia essenziale.
BESTA "Il Senato Veneziano" pag.161 e
pag.165\170
FERRO "Dizionario di diritto..." tomo
9°, pag.236 segg.
SANDI "Principi di storia..." P.III^,
vol.II, pag.900 segg.
ROMANIN "Storia documentata di..." tomo
VIII, pag.241