organi costituzionali

Repubblica Serenissima

Mazor Consejo

ORGANIZZAZIONE INTERNA E FUNZIONAMENTO

 

la convocazione delle "riduzioni".

la responsabilità dell'ordine interno.

la presidenza dei lavori e la vigilanza sull'assemblea.

la vigilanza esterna.

l'ordine dei lavori.

diritti e doveri dei nobili in consiglio.

 

La convocazione delle "riduzioni".

Nei tempi più antichi le riduzioni ordinarie del Mazor Consejo si tenevano di preferenza ogni domenica, tuttavia, in progresso di tempo, iniziarono ad essere convocate sempre più spesso anche riduzioni straordinarie, specialmente in quei periodi dell'anno nei quali il consiglio provvedeva al rinnovo di importanti cariche pubbliche.

Per permettere a tutti i patrizi di essere messi a conoscenza con sufficiente anticipo del giorno della convocazione e degli argomenti che si sarebbero trattati, un banditore andava gridando per Rialto quello che oggi chiameremo l'ordine del giorno, ma a partire dal 1365 venne definitivamente adottato il sistema della pubblicità per affissione, poiché era diventata ormai consuetudine che ad avvisare sulla data della nuova convocazione vi provvedesse direttamente il Cancellier Grando al termine della riduzione.

Per tutti, sia coloro che quel giorno fossero stati assenti che per gli altri che invece ne erano già informati, l'avviso dell'imminente adunanza veniva annunciato anche per mezzo del suono delle campane di San Marco, con un congruo margine di tempo prima dell'ora prevista per l'inizio.

Una volta entrati nella grande sala al primo piano, mentre la moltitudine dei nobili si disponeva come meglio credeva, i rappresentanti delle grandi magistrature dello Stato dovevano invece raggiungere con sollecitudine il posto loro riservato, assegnato secondo un ordine ben preciso e derivante dalla carica al momento sostenuta e dalla dignità che essa conferiva.

  • L'ufficio di presidenza dell'assemblea, inizialmente la Serenissima Signoria, poi con il successivo sviluppo costituzionale il  Pien Collegio, prendeva posto sulla bancha (alta tribuna, così detta dal termine panca) posta al centro di uno dei lati più corti della sala e si distribuiva (nella versione finale di Pien Collegio) nel seguente modo, al centro: il Dose; alla sua destra: tre Consiglieri ducali, un Capo de la Quarantia, quindi i Savi agli Ordini; alla sua sinistra: gli altri tre consiglieri, i rimanenti due Capi de la Quarantia, i Savi Grandi e i Savi a la Terra Ferma.

  • Ai piedi della tribuna erano dislocati i tavoli cui lavoravano i segretari ducali, a loro volta guidati dal capo di tutta la burocrazia dei ministri, il Cancellier Grando.

  • Lungo le pareti più lunghe della sala stavano i banchi delle magistrature incaricate di far rispettare l'ordine interno dell'assemblea: due Censori si collocavano a metà sala uno rivolto verso l'altro seduto alla parete opposta; il Capo dei Diese e l'Avogadore de Comun ambedue di settimana (ossia presidenti di turno) sedevano al centro dell'altra parete minore, giusto in faccia alla Signoria; gli Auditori Veci presso l'angolo a destra dell'Avogador e gli Auditori Novi in faccia agli Auditori Veci, lungo l'opposta parete.

I due Avogadori ed i due Capi dei Diese rimanenti stavano rispettivamente a destra e a sinistra della tribuna dove sedeva il Pien Collegio.

Non appena le campane di San Marco avevano cessato di suonare, le porte della sala erano chiuse e, contati i presenti, per poter validamente deliberare il Consiglio doveva essere radunato nel numero legale di 600 membri almeno.

 

 

La responsabilità dell'ordine interno.

Spettava principalmente all'Avogador de Comun ed al Capo dei Diese di settimana, coordinare la vigilanza sul buon ordine dell'assemblea, coadiuvati a loro volta dalle altre magistrature che a ciò erano deputate, nonché dai rispettivi colleghi.

Per legare ancor di più questi magistrati al loro impegno, all'inizio della seduta erano tutti obbligati a giurare nelle mani del Cancellier Grando di osservare e far rispettare tutte le leggi che dettavano le norme sull'ordine delle adunanze del Mazor Consejo.

Era invece cura particolare della Signoria e del Consejo dei Diese assicurarsi, prima che la seduta avesse inizio, che in sala nessuno si trovasse ancora in piedi ma che tutti avessero trovato posto, e soprattutto, dati i tempi, che nessun nobile osasse presentarsi armato.

 

La presidenza dei lavori e la vigilanza sull'assemblea.

Fino al momento in cui essa non si fuse con la Consulta dei Savi, in Mazor Consejo le funzioni di coordinamento tipiche di un ufficio di presidenza spettavano in toto alla Signoria.

Questo era il motivo principale per cui l'alto consiglio usava raccogliersi a parte poco prima dell'inizio della riduzione, proprio allo scopo di rivedere e preparare il programma dei lavori. Essa faceva di norma il suo ingresso in assemblea non appena la campana aveva cessato di suonare.

Va notato che le competenze proprie della Signoria in merito al rispetto delle procedure del dibattito e, soprattutto, delle operazioni di voto, non vennero mai completamente demandate a magistrature inferiori. Maggiormente all'interno del Mazor Consejo, assai meno in Senato, al Dose rimasero sempre ampie facoltà di polizia interna che gli consentivano, ad esempio, di regolare in prima persona il concedere o il togliere la parola, come anche di comminare direttamente pene pecuniarie in caso di assenze continue e non giustificate.

 

La vigilanza esterna.

Dopo la congiura nobiliare ordita dalle famiglie dei Querini e dei Tiepolo nel 1310 (avvenimento che segnò la nascita del Consejo dei Diese) si volle minutamente rivedere anche le misure di sicurezza che avrebbero dovuto efficacemente proteggere il Mazor Consejo durante le sue sedute.

La soluzione adottata fu quella di organizzare drappelli di guardie armate, composti da elementi sceltissimi e perciò estratti dalle fedelissime maestranze dell'Arsenale. Un contingente di circa ottanta uomini venne da questo momento selezionato dai Patroni all’Arsenal per servire, con una rotazione di tre mesi, come guardia d’onore durante le riunioni del Mazor Consejo.

Dotati di alabarde, moschetti e di giubbe particolari, gli arsenalotti si disponevano in parata all’inizio della riduzione e quindi si scioglievano per montare le rispettive guardie: alcuni nella loggetta del Sansovino, alla base del campanile, dove li attendevano i Procuratori di San Marco, che dirigevano la sorveglianza e che per questo motivo erano esentati dal partecipare alle riunioni dell’assemblea sovrana. Altri ancora si disponevano presso la porta della carta e la porta del miglio, le entrate di Palazzo ducale, dove rimanevano a disposizione fino a riunione conclusa.

 

L'ordine dei lavori.

Verificata la presenza del numero legale, il Cancellier Grando saliva il pulpito e, atteso il generale silenzio, esponeva a tutti i presenti l'ordine del giorno. L'usanza imponeva quindi di procedere prima di tutto a rinnovare le elezioni dei rappresentanti della Repubblica presso i Reggimenti, poi quelle riguardanti gli uffici e i consigli in Venezia, quindi si passava alle elezioni suppletive.

In ogni caso però il calendario dei lavori non prevedeva mai che venissero eseguite più di nove elezioni per seduta, salvo il caso in cui fosse presente qualche ospite illustre, o qualche titolato straniero: allora la seduta si tramutava automaticamente in cerimonia ed il numero delle voci veniva sovente ridotto nel numero.

Concluse le voci, iniziavano le discussioni sulle Parti e sulle eventuali grazie da concedere.

 

Diritti e doveri dei nobili in consiglio.  

Ogni patrizio, conseguita la maggiore età, entrava automaticamente a far parte del Mazor Consejo come membro di diritto, ciò però imponeva anche alcune pesanti limitazioni sulla libertà personale:

  • nel 1403 si decretò che nessun patrizio potesse ricevere stranieri in casa propria, neppure percepire alcuna provvigione, o stipendio, oppure immobili o feudi, in regalo da Comuni o Signorie estere;

  • solo agli Ambasciatori ed ai Nunzi era consentito ricevere doni, i quali però essi dovevano in seguito integralmente trasmettere allo Stato che ne provvedeva alla vendita a beneficio dell'Erario;

  • nel 1446, d'ordine del Consejo dei Diese, venne esteso a tutti i   patrizi veneziani l'obbligo della credenza, ossia la stretta osservanza del segreto su tutte le questioni trattate in consiglio; nel contempo veniva nuovamente proibito a tutti i nobili di intrattenere rapporti con sovrani stranieri o con loro ministri; tutti dovevano inoltre giurare l'osservanza del capitolare del Mazor Consejo, soprattutto dal momento in cui, avanzando nella carriera politica, venivano a diretta conoscenza di tutti i più intimi segreti dello Stato;

  • onde contenere lo sfarzo, che in qualche modo avrebbe potuto causare scandalo tra il popolo, tutti i nobili non potevano farsi vedere in pubblico e durante la partecipazione ai consigli, se non indossando la tradizionale veste nera.

Per quanto invece riguardava i diritti, è presto detto:

  •  tutti potevano partecipare alle discussioni con ampia facoltà di parola,

  • tutti avevano uguale diritto al voto, limitato per legge solamente quando si doveva provvedere ad eleggere il nuovo Dose, in questo caso tutti i patrizi con meno di 30 anni erano esclusi dal suffragio,

  • i nobili che all'età di 20 anni venivano estratti a sorte nel giorno di Santa Barbara per poter entrare anticipatamente in Mazor Consejo, potevano partecipare ai lavori, pur essendo privi del diritto di voto nei due anni successivi.


 

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