SESTIER DE

CANAREGIO

ciexa de Sant'Alvise

 

CONTRADA

S. MARCUOLA

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CENNI STORICI:

Al modello di mortificazione rappresentato da San Luigi d'Angiò ("Sant’Alvise" a Venezia) si ispirò la nobildonna Antonia Venier, alla quale secondo la tradizione il Santo apparve in sogno più volte nel corso del 1383, invitandola a costruire un convento a lui intitolato ed indicandole anche il luogo dove essa avrebbe dovuto erigere la chiesa.

La Venier ascoltò l’invito ed a sue spese nel 1388 vennero edificate le fabbriche. La chiesa, semplice costruzione gotica ad una sola navata con mattoni a vista, di modeste dimensioni è priva degli slanci ascendenti che si trovano in costruzioni coeve. Il convento, di regola agostiniana, articolato su due chiostri, venne edificato al lato sinistro della chiesa.

OPERE D’ARTE:

barco

Originale del primo quattrocento (e tipica presenza nelle chiese conventuali) sopra la porta d’ingresso, appoggiato alla controfacciata e sostenuto da due colonne con capitello e barbacani gotici del ‘400 finemente intagliati, si alza il barco, ossia il coro pensile, ad uso delle monache del convento.

Costituendo forse uno dei primi esempi veneziani di tale struttura che, in epoca tardo-gotica, sostituì il coro della navata centrale, il prospetto del barco subì nel ‘700 numerosi rimaneggiamenti: fu aperta la serie delle ampie finestre rettangolari protette da grate in ferro battuto dietro le quali le monache assistevano alle funzioni religiose.

sotto il barco, allineate sulla controfacciata, a sinistra dell'ingresso: otto tavolette a tempera raffiguranti Il Colosso dai piedi d’argillaSalomone e la regina di SabaRaffaele e TobioloRachele alla fonteIl Vitello d’oroRitrovamento di GiuseppeGoisuè e la presa di GericoPovertà di Giobbe (primo ‘400), opera di seguace di L. Bastiani. Assieme ad altre due, oggi al Museo Correr, stavano in origine nella chiesa de le Verzene [Sestier de Castelo, Contrada San Piero de Castelo], demolita nel 1844.

sotto il barco, sulla controfacciata, a destra dell'ingresso: tela “Cena in casa del fariseo”, copia del dipinto originale eseguito da P. Veronese  per il convento di San Bastian (Sestier de Dorsoduro, Contrada Anzolo Rafael) ed oggi alla Pinacoteca di Brera (Milano).

sotto il barco, sulla parete a destra: due frammenti del cartone per il mosaico di uno dei portali minori a destra della basilica di San Marco, “Trasporto a Venezia da Alessandria del corpo di San Marco”, e al centro “Il Redentore fra San Marco e un Santo”.

sopra le due colonne del barco: due statuette, il “Battista” ed il “Redentore” (metà del secolo XVI).

soffitto

L’antica volta è oggi ricoperta dal soffitto piano affrescato con illusioni prospettiche barocche, prospettive architettoniche (opera secentesca di A. Torri), racchiudenti comparti di figure sacre (opera coeva di P. Ricchi).

lato destro

alla parete sopra le grate settecentesche che un tempo mettevano in comunicazione la chiesa con il convento delle monache stanno due grandi tele: "Sant'Alvise consacrato vescovo di Tolosa" di eredi del Veronese,

l'altare secentesco, ricco di marmi e statue è dedicato a Sant'Alvise. nella nicchia centrale: la statua in legno policromo del Santo, giovane vescovo vestito del saio francescano e con ai piedi la corona, simbolo del suo stato regale (seconda metà del XVI secolo). ai lati: due statue di marmo, il “Battista” e “Sant’antonio”, opere di scuola sansoviniana. accanto all’altare, appesa alla parete la tela "Ultima cena" (secolo XVI), scuola del Bonifacio, attribuita a G. Santacroce.

alla parete, due grandi tele "Coronazione di spine" e "Flagellazione", (1738-40) opere giovanili di G. Tiepolo.

presbiterio

a destra del presbiterio, sopra l’altare dell’Addolorata, grande dipinto “Adorazione dei pastori” (fine secolo XVII) di S. Paoluzzi.

Oltre la balaustra barocca, l'imponente altar maggiore, dello stesso gusto, è affiancato da dossali lignei intagliati, e chiude verso l'abside il presbiterio, privato delle sue originarie nervature gotiche a causa dell'inserimento dell'organo settecentesco.

alla parete sinistra, tela “l’Orazione di Cristo nell’orto” (secolo XVIII) di A. Trevisan.

alla parete destra, tela “Salita di Cristo al Calvario” (1740) capolavoro giovanile di G. Tiepolo eseguito su incarico del nobilomo Alvise Corner.

a sinistra del presbiterio, sopra l’altare, grande dipinto “Adorazione dei Magi” (fine secolo XVII) opera di S. Paoluzzi.

lato sinistro

attorno al pulpito, le portelle del vecchio organo: “AnnunciazioneSant’AlviseSant’Agostino, dipinti attribuiti a scuola del Bonifacio.

grandioso altare settecentesco, ricco di marmi, statue, rilievi. nella nicchia centrale: su fondo di mosaico dorato la statua marmorea di Vergine con il Putto, nelle nicchie laterali: statue marmoree di San Domenico e Santa Teresa. Opere attribuite a G. Morlatier

accanto all’altare: due tele riunite “Santi Alvise e Agostino”, alla maniera di Palma il Giovane.

sopra il battistero: “Ritratto del prete Filippo” (1420) opera di J. Del Fiore. Frammento proveniente dalla Schola de Devozion de San Gerolamo.

 

FACCIATA E PORTALE:

La semplice facciata della chiesa è del tipo a capanna, in mattoni a vista, ripartita da sei lesene leggermente sporgenti ed equidistanti fra loro, collegate in alto dalla serie di archetti ciechi ogivali a doppia ghiera, che seguono la linea di coronamento, orizzontale lungo le ali e spioventi nella parte centrale.

Sotto il rosone, il portale d'entrata è impreziosito da un piccolo ed elegante protiro sorretto da due colonne tortili e affiancato da due guglie; nella lunetta è collocata la statua di Sant'Alvise in abito di vescovo, scultura gotica del XV secolo.

L’INTERNO:

La semplicità della facciata contrasta con il lussuoso interno, ad una sola navata, che venne notevolmente rimaneggiato nel corso del Seicento e poi nel Settecento, sia nella struttura che nella decorazione. In quel periodo infatti furono aggiunti gli altari laterali (molto elaborati nel disegno architettonico) e fu ricoperta la volta con un soffitto piano. Originale del primo quattrocento (e tipica presenza nelle chiese conventuali femminili) è il barco, ossia il coro pensile.

Dai rimaneggiamenti Sei-Settecenteschi venne risparmiata l’abside, ancora visibile nella sua originaria struttura gotica, seppure privato delle sue originarie nervature gotiche per fare posto all’inserimento dell’organo settecentesco.

CONVENTO:

Il convento, addossato al fianco destro della chiesa, in un angolo di terreno posto fra il rio de Sant’Alvise e il rio dei Zechini, si articola attorno a due chiostri. Del primo rimane oggi solo qualche traccia, del secondo si conserva invece l’intero porticato con colonne e capitelli gotici su cui si impostano gli archi in cotto a tutto sesto. Al centro dello scoperto è posta una bella vera da pozzo e l'originaria pavimentazione in cotto, esempio fa i più intatti sopravvissuti in città dell’antico sistema di approvigionamento idrico attraverso la pioggia.

 

Lapide

Una lapide apposta per ordine degli Essecutori contro la biastemia minaccia pene severe verso chiunque, nei pressi del convento, "... ardisca di giocar a carte, dadi, ballotte, balla o qual si voglia gioco, tumultar, strepitar, dir parole obsene ...".

CAMPANILE (CAMPANIEL)

Il campanile, eretto insieme alla chiesa nel 1388, ha conservato l’originaria struttura gotica con cuspide conica a pigna ed i campaniletti agli angoli.

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