Cenni storici: sebbene nessun dato certo lo confermi, la
tradizione fa risalire la fondazione della chiesa al VII secolo, ad opera
della famiglia Badoara giunta da Malamocco. L’unica immagine dell’antico edificio è desumibile
dalla pianta prospettica cinquecentesca del De’ Barbari, che ne documenta la
fisionomia dopo una prima probabile ricostruzione avvenuta a cavallo del XII
e XIII secolo. Improntata a schemi bizantini nei quali
si inserirono posteriormente degli elementi gotici, la chiesa appare a pianta
basilicale, a tre navate, con il fianco destro scandito da lesene raccordate
sotto la linea di gronda da archetti pensili. Le finestre inserite negli
interspazi appartengono chiaramente ad un intervento di ristrutturazione di
epoca posteriore. La chiesa fu ricostruita poco oltre la
metà del XVII secolo secondo un disegno architettonico che ricorda i modi del
Longhena. I lavori iniziarono nel 1668
sotto la direzione del piovan Domenico David
(come riporta l’iscrizione sulla facciata) e si protrassero fino al 1680, anno dell’avvenuta
consacrazione. Caduta la Repubblica, in conseguenza ai
decreti napoleonici del 1806 da
parrocchia titolare qual’era, divenne dapprima succursale di San Zuane in
bragora
ed oggi di Santa Maria Formosa. |
Opere d’arte all'interno: al soffitto: affresco Incontro
di San Saba e San Antonino , opera settecentesca di seguace di S. Ricci. lato destro, primo altare: all’altare: statua
Madonna con
Putto, opera di O. Marinali
del secolo XVIII (proviene
dalla soppressa chiesa dello Spirito Santo). altare a destra della cappella
maggiore: all’altare:
dipinto Cristo
deposto e le Marie, opera di L.
Bastiani della fine de secolo XV. (proviene dalla soppressa chiesa di San Severo). cappella maggiore: parete sinistra:
Giudizio universale di G. Heintz di
Augusta (1661). parete destra:
Uscita di Noé dall’Arca di P. Vecchia
(secolo XVII). lato sinistro, cappella: cappella
di San Saba fatta costruire dalla famiglia Tiepolo.
E’ decorata di stucchi e sculture di gusto cinquecentesco. Vi si conserva il corpo di San Saba, che secondo alcuni sarebbe arrivato in laguna durante il dogado di Pietro I Orseolo (976 – 978); secondo altri fu traslato da San Giovanni d’Acri, circa alla metà del secolo XIII, ed in questa chiesa deposto dal Dose Lorenzo Tiepolo (1268 – 1275). sulla volta e alle pareti: dipinti con episodi
della vita del Santo, opera di J. Palma il Giovane. busto:
Procuratore Alvise Tiepolo († 1590), opera
firmata di A. Vittoria (fine
secolo XVI) |
Facciata e portale: La semplice facciata, seminascosta alla
vista dagli con i quali forma l’angolo del piccolo sagrato, è ornata con
grande semplicità da un finestrone semicircolare e dal portale. Anche il fianco destro è altrettanto
modesto e si esprime con i due portali di semplice fattura. Un tempo esso
prospettava lungo la stretta fondamenta che fiancheggiava il rio
oggi divenuto la salizada Sant’Antonin
dopo un inutile intervento di interramento ottocentesco. Anche il sagrato su cui prospettava la
facciata, all’incrocio del rio de la Pietà e del rio de Sant’Antonin,
acquistava un significato più raccolto e certo meno anonimo dell’attuale. |
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Interno: Il portale d’ingresso introduce ad un
piccolo vestibolo aperto verso la navata e sovrastato dal corpo del barco
(coro pensile). Si ha notizia dell’esistenza di un coro
ligneo intagliato dal maestro Jacopo nel 1467, e posto in opera nell’ultima
crociera della navata centrale. L'interno è a pianta quadrata, con una
profonda cappella centrale affiancata dagli altari. L’apparato decorativo attuale, frutto
della ristrutturazione seicentesca, è assegnato al gusto del Longhena ed
infatti esso presenta notevoli analogie con quello della Cappella Vendramin in chiesa San Piero de Castelo, opera certa del
Maestro. |
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Il campanile: Colpito da un fulmine nel 1442, dalla
pianta cinquecentesca del De’ Barbari si ricava infatti l’idea che appartenga
ad un intervento di ristrutturazione di epoca posteriore la cuspide conica
che conclude il vecchio campanile, che aveva inoltre quale elemento
caratterizzante l’alto basamento a blocchi di pietra scalanati. L’attuale torre venne costruita attorno
al 1750 da piovan Antonio Fusarini († 1762),
come riportato nella tomba posta davanti alla porta maggiore. La canna ha forma affusolata a lesene. La
cella campanaria è a bifore, sormontata da un alto tiburio ottagonale
concluso con un cupolino a cipolla ad otto spicchi di foggia orientale. |
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