La sarìa curiosa ... |
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Questa curiosità, intitolata a San Daniel , prende spunto dal bassorilievo murato fra le due finestre a sinistra della grande "porta da tera" attraverso la quale si accede a Ca' Bragadin dalla calle del Cafetier (viceversa la "porta da mar", considerata dai veneziani la più importante, si apre sul rio de San Zuane lateran, dove si specchia nell'acqua la facciata principale del nobile palazzo). Del bassorilievo il Tassini (Curiosità Veneziane, VENEZIA, 1886, pag. 103) ne parla come segue: "BRAGADIN (Calle) in Barbaria de le Tole, a S. Giustina. (…) Sopra il muro del palazzo Bragadin, che guarda la Barbaria, scorgesi un basso rilievo di marmo greco, lavoro del secolo XIV, rappresentante il profeta Daniele tra i leoni, trasportato forse dalla chiesa di San Daniele, fondata dai Bragadin, ed ove essi avevano tomba (...)". Il Miozzi (Venezia nei secoli, la città, VENEZIA, 1957, vol. II, pag. 172), che pure si rifece agli studi compiuti dal Tassini, stima il bassorilievo come "antichissimo, forse il più antico di Venezia", assegnandogli per questo motivo una data di realizzazione più antica: "Al numero civico 6480 di Castello è il palazzo Bragadin della famiglia del famoso Marcantonio scorticato vivo dai turchi nel 1571; sulla porta di terra è un bassorilievo antichissimo, forse il più antico di Venezia, e rappresenta Daniele fra i leoni, che fu illustrato da David Weber. Questa scultura proverrebbe da quell'antichissimo oratorio di S. Daniele di cui si ha indicazione nella carta del Temanza del secolo XII; questa scultura, alla demolizione di quell'oratorio, sarebbe stata portata ed apposta sulle pareti di questo palazzo". Buon ultimo, il Lorenzetti (Venezia e il suo estuario, TRIESTE, 1975, pag.339) cambia completamente il soggetto descritto, ignorando quello in calle del Cafetier e preferendo descrivere il bassorilievo collocato in campo San Zanipolo: "CHIESA DEI SS. GIOVANNI E PAOLO. - FACCIATA, (…) PORTALE (…); sul pilastro d'ang.: Daniele fra i leoni, con iscriz. Greca sulla cornice e rilievo marmoreo, in gran parte corroso, forse cimelio dell'antichissimo Oratorio di San Daniele (sec. VI?) (…)".
Il San Daniel individuato dal Tassini (e poi dal Miozzi) in calle del Cafetier così viene a sua volta descritto dal Rizzi (Scultura esterna a Venezia, VENEZIA, 1987, pag. 228): "Calle del Cafetier, no. 6481 (SS. Giovanni e Paolo). Corpo di fabbrica annesso a Ca' Bragadin, tra le finestre: Bassorilievo (arte paleocristiana orientale, princ. V secolo [?]). Marmo greco, cm. 70 x 150, Daniele nella fossa dei leoni (il profeta ha le braccia levate e indossa, secondo il costume persiano, gli anassiridi, cioè lunghe brache aderenti). (...) Zorzi, 1972, pag.327: da identificare con il rilievo "che il Cicogna aveva visto sulla porta che immetteva dalla chiesa [di San Daniele] nel monastero". Il San Daniel descritto dal Lorenzetti in campo San Zanipolo, sul pilastro d'angolo della facciata della chiesa di San Zanipolo, viene così descritto ancora dal Rizzi (Scultura esterna a Venezia, VENEZIA, 1987, pag. 232): "Campo San Zanipolo, chiesa di San Zanipolo, facciata, contrafforte des.: Altorilievo (princ. V sec., arte bizantina). Marmo greco, cm. 100 x 140. Daniele tra i leoni (il profeta è orante tra due leoni affrontati e coi musi frontali) mentre all'angolo a des. in alto il re alza le braccia in segno di stupore nel vedere che un angelo depone nella fossa Abacuc; rilievo incassato entro cornice a racemi avente sul lato superiore iscrizione. Il bordo esterno dentellato, pure in marmo greco, è aggiunta del XIV o XV sec."
Fra i due San Daniel , se il bassorilievo dovesse effettivamente rappresentare, come detto dal Miozzi "un bassorilievo antichissimo, forse il più antico di Venezia", in contraddizione con quello da egli stesso indicato come tale, pare incontrovertibile che, fra i due, la scelta abbia a cadere su quello posto sulla chiesa di San Zanipolo. Quale dei due bassorilievi rappresenta quindi il "cimelio dell'antichissimo Oratorio di San Daniele" ? Quale dei due bassorilievi stava collocato "sulla porta che immetteva dalla chiesa [di San Daniele] nel monastero" ?
La sarìa curiosa ...
La cronacheta de Sior Antonio Rioba. Se no go capìo mal, ghe xe 'na pocheta de confusion su 'sti fogli de carta che go soto i oci. Intanto me par de veder che ghe xe pien de leoni e anca de Danieli che gira da 'na parte a staltra e magari ti vol vedar, e no xe mai dito de no, che i se scambia anca el posto de note: Fate in là toca mi qua! Ma va in malorsega, no ti vedi che ghe so mi? Qualo xe che sarà el marmo vero ? La sarìa davero curiosa de scovrir che li xe tuti e do un falso !
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