Ospeai & Ospissi |
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La storia. Le comunità femminili del Terzo Ordine, dette perciò terziarie, ma chiamate comunemente a Venezia le pizòcare, erano formate da pie donne che, con voti semplici e temporanei, assumevano l'impegno a seguire la regola del rispettivo ordine di appartenenza, (francescana, domenicana o carmelitana), vivendo in comunità. In particolare, in città due furono le comunità devote a San Domenico, che nei secoli passati vi ebbero dimora: una presso un Ospissio situato in Contrada Santi Apostoli, Sestier de Canaregio, l'altra, quella di cui qui ci interessiamo, ebbe sede fin dal 1427 in questa Contrada, nell'edificio ancora oggi visibile in calle de le muneghete. Questa comunità di pizòcare domenicane, dove pare vennero accettate per qualche tempo solo donne ancora vergini, fu sempre indicata dal popolo come le muneghete, dal veneziano muneghe, ossia monache, in questo caso chiamate muneghete o a causa della loro modesta condizione economica, oppure appunto in quanto non monache di fatto ma terziarie e perciò "quasi monache", "piccole monache", muneghete. Nel corso del 1616 le muneghete accolsero nel loro convento l'arrivo della piccola comunità di pizòcare domenicane prima accennata, che avevano lasciato la loro sede, e tutte insieme esse si ridussero in un'unica grande comunità. Nel 1649 le muneghete ebbero il permesso di poter costruire una piccola chiesa, che venne in seguito dedicata a Santa Maria del Rosario e quindi, in questo stesso anno, la comunità ottenne lo speciale protezione dello jus patronato del Dose. Caduta la Repubblica nel 1797, con decreto emanato nel 1806 dall'invasore francese, l'ospissio dovette cessare la sua plurisecolare attività e venne soppresso. I suoi locali vennero quindi assegnati alla Marina Militare, che per un certo periodo di tempo vi stabilì il carcere militare. In seguito tutto l'immobile venne posto in stato di abbandono e rimase chiuso ed inutilizzato per molti anni. Nel 1884 esso venne acquistato dalla Congregazione di Carità che vi accolse le donne anziane e povere abbandonate dai parenti, che fino a quel momento avevano trovato ricovero presso altri quattro ospizi, che così a loro volta furono soppressi: il Querini (fondato nel 1290) in Contrada San Piero de Castelo; il da Pesaro detto anche Ospeal Sant'Anzolo (fondato nel 1309) in Contrada San Giacomo da l'Orio, Sestier de Santa Crose; l'Anticher altrimenti detto Ospissio al murion (fondato nel 1312) in Contrada Santa Ternita; il Della Frescada (fondato nel 1320) in Contrada San Vio, Sestier de Dorsoduro. In seguito trasmessa la proprietà all'I.R.E., l'edificio subì a più riprese restauri radicali, l'ultimo dei quali è stato effettuato nel corso del 1973, divenendo un moderno ospissio predisposto per l'accoglienza di quaranta ospiti.
L'edificio. L'ospizio-convento delle muneghete presenta una tipologia edilizia riferibile alle soluzioni tipiche degli ambienti monastici, con caratteri maggiormente accentuati di ricerca della riservatezza e di forte chiusura verso l'esterno. Tutti gli spazi del convento convergono verso l'interno ed hanno, come elementi di relazione spaziale, il chiostro (in primo luogo), e quindi le logge sovrapposte al porticato del chiostro. Dotato di mura perimetrali quasi completamente cieche, l'edificio si caratterizza, da questo punto di vista, come un caso veramente raro ed originale di rigidità del modello di organizzazione. Una bella scala ovale (la scala a lumaca) mette in comunicazione il piano terra con il primo piano, secondo una soluzione architettonica che già era stata attuata dal Palladio presso il Convento de la Carità, a cui a sua volta si ispirò il Sardi per la realizzazione di uguale collegamento presso l'Ospedaeto. All'esterno dell'ospissio, sopra l'ingresso principale che guarda in calle de le muneghete, è collocato uno splendido altorilievo cinquecentesco raffigurante la Madonna del Rosario fra i santi Rocco e Cristoforo; sulla cornice aggettante superiore vi è collocata una piccola croce con incise nei quadranti le iniziali del motto dell'ordine dei Domenicani:
S. N. D. B.
(SIT NOMEN DOMINI BENEDICTUM sia lodato il nome del Signore)
Sul frontale superiore è incisa la scritta:
SIA LAVDATO IL SA[n]TIS[s]IMO SACRAME[n]TO
al di sotto del gruppo plastico in bassorilievo:
O MARIA ORA PRO ME
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