la mariegola |
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Coloro che oggi chiamiamo comunemente fornai, a Venezia, ai tempi della Repubblica, essi erano rigidamente suddivisi in due schole ben distinte: da una parte stavano i forneri (fornai), chiamati anche pancogoli o panicuocoli (cuocitori di pane), dall'altra parte i pistori (panettieri). Questi ultimi erano a loro volta ulteriormente frazionati in tre schole: quella dei pistori veneti, dei pistori lombardi ed infine dei pistori todeschi. Questa frammentazione perdurò fino al 1422, anno in cui il Consejo dei Diese soppresse le tre schole, ordinando che tutti gli iscritti si radunassero presso una sola schola, ritenuta più che sufficiente. Non molti giorni dopo la decisione, il 23 luglio i pistori todeschi spedirono al Consejo dei Diese una "supplica" nella quale essi argomentarono sulla necessità di dover rimanere staccati dagli italiani, motivando questa necessità dal fatto che essi utilizzavano la loro schola esclusivamente per esercitare le proprie pratiche religiose di fede protestante. Di fronte a questa richiesta il pragmatico Consejo dei Diese diede il suo assenso e la schola potè ricostituirsi e mantenere il suo altare nella chiesa di Santi Filippo e Giacomo dove, dal 1402 e proprio con debita licenza del Consejo dei Diese, i pistori todeschi si riunivano con regolarità per celebrare il loro rito, sotto la protezione della Beata Vergine. Come spesso accadde, la comunità tedesca si compenetrò così profondamente con il tessuto sociale della città che nel 1688 il Senato decretava che i pistori todeschi, trascorso un periodo minimo di dieci anni ad esercitare la professione in città, avrebbero goduto dello stesso trattamento riservato ai "sudditi" e non più considerati "foresti". Nel 1712 i pistori todeschi, iniziarono a diradare la loro presenza nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, cominciando nel contempo a frequentare con maggiore assiduità quella di Santo Stefano, dove infine da quel Capitolo ottennero l'assegnazione dell'altare della Concezione della Madonna potendo celebrare le funzioni religiose proprie dei protestanti. La scelta della chiesa di Santo Stefano venne probabilmente condizionata dalla presenza, nella vicina calle de le boteghe (Contrada San Samuel, Sestier de San Marco), dell'ospeal dei calegheri todeschi che, nei pressi del ponte de Rialto, del fontego dei todeschi (Contrada San Bortolomio, Sestier de San Marco) costituente un'importante punto di riferimento della comunità tedesca in città. Nel 1785, da un'indagine svolta dai Provedadori de Comun, risultò che i pistori todeschi mantenevano con il dovuto decoro il loro altare dedicato alla Concezione della Madonna, nella chiesa Santo Stefano.
Bibliografia: GASTONE VIO "Le Scuole Piccole nella Venezia dei Dogi", pag. 234 e pag. 326, Vicenza 2004 |
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