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Durante la Repubblica, i Magazeni del sal (o anche detti “Saloni”, per la vastità) costituirono il più grande degli empori esistenti in città destinati allo stoccaggio ed alla custodia del preziosissimo minerale. Le partite di sale, importato in patria
dai mercanti nei loro viaggi di ritorno (caricate in qualità di zavorra ma
nelle quantità rigidamente stabilite dal Governo), venivano qui immagazzinate
in attesa di "pagar dazio" e quindi di prendere la via del nord
(Lombardia, Trentino, Germania). Le cronache ricordano che a cura del Magistrato al sal stavano qui custodite lunghe teorie di barattoli che contenevano ciascuno un "campione" di sale proveniente dalle saline disseminate in tutto il Mediterraneo, così da avere sempre a disposizione un'idea della qualità del prodotto dei vari depositi. Più di ogni altra risorsa naturale, il sale rappresentò la vera fortuna di Venezia, che attraverso l'imposizione del monopolio e la conseguente spietata guerra contro il contrabbando, ricavò le enormi ricchezze con le quali finanziò le grandi opere pubbliche e la costruzione ed il mantenimento in efficienza dell'enorme flotta mercantile che le fu necessaria per stabilire il proprio predominio lungo le rotte commerciali.
Magazzino del Sale, fronte
verso il Canale della Giudecca Magazzino del Sale, la
fondamenta delle Zattere ai saloni Magazzino del Sale, il fianco sinistro lungo rio de la Fornace |
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