la mariegola |
|
||
|
Nell'introduzione della mariegola si legge che, fin dall'origine, questo tragheto era nominato "de San Gregorio e de Santa Maria Zobenigo". I Capitoli della fraglia si tennero inizialmente nella chiesa di San Gregorio, più tardi le riunioni furono organizzate presso i Gesuati, per tornare infine stabilmente presso San Gregorio. Nel 1474 la fraglia chiede conferma alla Giustizia Vechia sul punto della mariegola dove è scritto che le barche abbiano da trasportare alla riva opposta anche un solo passeggero, senza poter aspettare che se ne presentino altre. Nel 1483 i Dodexe Savi ricordano a tutti i Gastaldi dei tragheti che è prevista una multa e la sospensione dal lavoro fino a due anni qualora si trascurasse di vigilare che i barcaroli passino sempre con sollecitudine all'altra riva, senza attendere che la barca si riempia. Nel 1491 la fraglia, oberata dalle tante spese affrontate per aiutare i poveri e per la sepoltura dei compagni, chiede ai Provedadori de Comun che i nuovi barcaroli, accettati nel giorno della festa di San Gregorio, abbiano cinquant'anni e non appartengano ad altri tragheti. Nel 1512 i Provedadori de Comun, perchè i singoli possano mantenere la propria famiglia, approvano che le libertà (licenze) siano ridotte da 40 a 35 e che siano multati coloro che ingiuriano i compagni durante il lavoro. Nel 1516 i Capi del Consejo dei Diese approvano che le barche assegnate a questo tragheto siano ridotte a 30. Nel 1518 il numero delle libertà del tragheto viene ulteriormente ridotto, passando da 33 a 28. Nel 1531 i Cinque Savi ordinano che nessun barcariol possa lasciare il tragheto per dedicarsi ad altre attività più remunerative. I vecchi compagni "decrepiti, impotenti e malati" potranno avere un sostituto che sia capace in questo lavoro e che non abbia meno di 20 anni. Nel 1610 i Provedadori de Comun permettono che il tragheto metta le rive anche nel rio de San Vio, di fronte a Ca' Foscari dove, nonostante l'opposizione della famiglia patrizia, a spese del tragheto vengono preparati i pontili di approdo. Nel 1693 i canonici del monastero della Carità, contro versamento di una somma annua, ottengono dalla fraglia che agli stazi di San Gregorio e Santa Maria Formosa e agli stazi di San Vio e San Maurizio ogni canonico venga traghettato "con puntualità"; inoltre i canonici s'impegnano ad utilizzare, a pagamento, le barche del tragheto in occasione di processioni o di altre occorrenze. Nel 1710 l'accordo viene rinnovato e i canonici questa volta offrono un compenso maggiore del precedente, promettendo nel giorno dei morti una regalìa di 4 secchi di vino, 37 pani e "una competente pignatta di fave". Nel 1769 per i servizi degli stazi di San Gregorio e Santa Maria Formosa e degli stazi di San Vio e San Maurizio, i domenicani "alle Zattere" si impegnano anch'essi a versare un compenso annuo, aggiungendo nel giorno dei morti "una caldara ordinaria di fave cotte, 2 mastelli di vino e 36 pani". Nel 1782 l'ospeal dei Incurabili si impegna a versare 6 ducati l'anno per i servizi di traghetto occorrenti al medico, all'agente dell'ospedale e agli orfani quando vanno alle processioni, con l'aggiunta "di 2 mastelli di vino a Natale e di 37 pani". nel 1788 un barcarolo del tragheto viene condannato dal Capitolo a procurare 4 libbre di cera "per il nostro capitèlo" per "la biastema, scandolo et altro".
|
||
|
|||
|