SESTIER DE DORSODURO |
San Pantaleone, medico e martire |
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CONTRADA S. PANTALON |
ricorrenza il giorno 27 luglio del calendario liturgico veneziano |
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Santo titolare della chiesa di: SAN PANTALON |
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Pantaleone godette, sin dall'antichità, di un vasto culto, esteso sia in Oriente che in Occidente, paragonabile per intensità a quello riservato ai Santi Cosma e Damiano o ai Santi Ciro e Giovanni, con i quali infatti egli divise, nella rappresentazione agiografica, il modello martiriale e taumaturgico di santi medici, al pari del gruppo dei quattordici Ausiliatori in Occidente. La sua grande popolarità è testimoniata anche dal fatto che la cronaca della sua Passione ci è giunta redatta in greco, armeno, georgiano, copto e arabo. Secondo la leggenda, Pantaleone era nativo di Nicomedia in Bitinia e venne educato cristianamente dalla madre Eubule ma, non ancora battezzato, egli venne affidato dal padre, che era invece un pagano, al grande medico Eufrosino con il quale il giovane potè apprendere la medicina tanto perfettamente da meritarsi perfino l'ammirazione ed anche l'affetto dell'imperatore Massimiano. Alla fede cristiana Pantaleone si avvicinò soprattutto grazie all'esempio ed alla dottrina di Ermolao, un presbitero cristiano che viveva in clandestinità per timore della persecuzione, il quale lo convinse progressivamente ad abbandonare l'arte di Asclepio, prospettandogli la possibilità di poter guarire ogni male con il solo aiuto del nome di Cristo. L'esperienza che lo fa assistere alla resurrezione di un bambino, dato ormai per morto a causa del morso di una vipera, alla semplice invocazione del Cristo, lo spinge a chiedere di essere battezzato. La completa guarigione di un povero cieco, che si era rivolto a lui dopo aver consumato inutilmente tutte le proprie sostanze con altri medici, provocherà la conversione al cristianesimo sia del cieco ma anche del padre di San Pantaleone. Alla morte del genitore, egli, distribuito il patrimonio ai servi e ai poveri, diventa il medico di tutti, suscitando con l'esercizio gratuito della professione il risentimento dei colleghi, i quali per sbarazzarsene cinicamente lo denunciano all'imperatore. L'ex cieco, che viene chiamato a testimoniare, nell'evidenziare la gratuità e la rapidità della propria guarigione, in contrapposizione con l'incapacità e la venalità degli altri medici, fa l'apologia di Cristo contro Asclepio, venendo perciò condannato anch'egli seduta stante al martirio. Ciò fatto, l'imperatore che aveva conservato la stima verso il giovane medico, si rivolge a lui rimproverandolo e cercando di convincerlo che non Cristo ma ad Asclepio va il merito delle guarigioni operate. Fermo nella propria fede, Pantaleone propone allora un'ordalia tra i sacerdoti pagani e lui: intorno a un paralitico, appositamente convocato, inutilmente si affannano i sacerdoti, invocando tra gli dei anche Asclepio, Galeno e Ippocrate; il Santo invece, dopo un lungo sermone contro gli idoli, guarisce l'ammalato nel nome di Cristo. Il miracolo suscita lo stupore e la conversione immediata di molti fra i presenti ma fa aumentare oltremodo il risentimento dei sacerdoti sconfitti e l'ira dell'imperatore, che ordina di infliggere a Pantaleone una lunga serie di tormenti: raschiamento con unghie di ferro, bruciature ai fianchi con fiaccole, annegamento, esposizione alle fiere, ruota. Ogni tentativo di martirizzarlo risulta però inefficace, ciò alimenta vieppiù la rabbia del tiranno, che ora accusa il Santo di “magia”. Sulla traccia di altre antiche cronache di passioni, è il Santo che infine esorta i suoi carnefici a colpirlo e due ultimi prodigi chiudono il racconto: dalle ferite provocate esce del sangue misto a latte, mentre l'albero al quale San Pantaleone era stato legato, si carica improvvisamente di frutta matura. Nonostante lo scarso credito che gli studiosi danno alla narrazione, per contro sono ben chiare le coordinate agiografiche: il dies natalis di Pantaleone è prevalentemente fissato al 27 luglio, talora con oscillazione di qualche giorno. Il Martirologio Geronimiano al 28 luglio ha in Nicomedia Pantaleonis. Il Sinassario della Chiesa costantinopolitana ricorda Pantaleone il 27 luglio. |
San Pantaleone
San Pantaleone |