descrizione
architettonica
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Ca’ Sanudo Turloni è un edificio di impianto antichissimo
(testimonianze della sua esistenza risalgono al XIII secolo, nella
struttura veneto-bizantina di casa-fondaco). Subì radicali ristrutturazioni
nel corso del Trecento e poi ancora nel Quattrocento che ne modificarono la
fisionomia. Diversamente da oggi, nella pianta di Venezia del 1500 di
Jacopo de Barbari si osserva che Ca’ Sanudo Turloni si affacciava direttamente su campo San Polo; l’area posteriore venne infatti scorporata
nell’Ottocento e ricostruita, secondo canoni proto industriali, per
ospitare la fabbrica di birra di Laura Tomich.
Ca’ Sanudo Turloni si eleva per cinque piani: pé pian (piano terra), mezzanino, primo soler (piano) nobile, secondo soler (piano) nobile, mezzanino sottotetto.
La
facciata principale richiama inequivocabilmente la spartana decorazione
propria dell’antico edificio gotico di quattro piani che, successivamente
ristrutturato, ha dato luogo all’attuale dalle forme rinascimentali. In
particolare, si noti l’assenza delle cornici angolari in pietra d’Istria e
l’estrema semplicità della cornice marcapiano sopra il pé pian e di quella posta sopra il mezzanino, elementi che
denunciano la limitata attenzione prestata alla bassa qualità degli elementi
architettonici tipici della rinascenza inseriti nel preesistente contesto.
Al pé pian, rimasto formalmente gotico,
si apre la porta da mar, ad arco
acuto.
Al
primo soler (piano) nobile si evidenza centralmente la quadrifora con
pergolo (balcone) continuo
aggettante. Tutte le finestre, ad arco acuto con il caratteristico rosone
alla sommità della cuspide, sono racchiuse entro cornice dentellata. Le due
coppie di monofore laterali, di identico stile, sono prive del pergolo, a differenza della singola
monofora laterale che guarda sul rio de Sant’Antonio.
Al
secondo piano si apre l’altra quadrifora, anch’essa ad arco a tutto sesto
ma con pergolo (balcone) continuo in minor aggetto.
Le due coppie di monofore laterali, di identico stile ma di minore caratura
rispetto alle sottostanti, sono prive del pergolo.
La facciata posteriore, parzialmente visibile dal campo San Polo, guarda la corte interna dopo ancora si ammira
l’originale vera da pozzo.
All’interno,
delle decorazioni del Settecento si conservano alcuni affreschi opera di
Gaspare Diziani.
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note
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La
famiglia Sanudo, di antichissima origine, era compresa
nel novero delle “casade longhe”, entro il gruppo delle dodici
“apostoliche”, cioè quelle che elessero il primo Dose, nel 697. Il capostipite del Ramo di San Polo fu
Marco Sanudo detto “torsello”, ma il personaggio più illustre che abitò
queste sale fu il quartogenito Marin Sanudo “torsello” (1270-1343) uomo di
lettere, storiografo e politologo. Egli verrà poi indicato come “il
vecchio” per distinguerlo da altro Marin Sanudo, detto appunto “il giovane”
famosissimo diarista veneziano, che abitava però nel sestier de Santa Crose. Questo Ramo si estinse nel 1852 alla morte Di
Francesco Livio.
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