La sarìa curiosa ... |
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Questa curiosità, l'anzoleto de Piero Bernardo (l'angioletto di Pietro Bernardo), trae spunto dalla particolare composizione plastica che si trova collocata alla di calle de Ca' Bernardo, dove questa termina sul rio de le burchiele, dunque giusto a due passi da Piazzale Roma. Simile, per la composizione stilistica, alla curiosità Sant'Antonio no xe brusà, anche in questo caso un barbacan (dall'orlo frontale destro malamente sbrecciato), sostiene un cespuglio di foglie d'acanto dal quale si erge un busto di cherubino, che all'altezza del ventre tiene un drappo dove si riconosce la rappresentazione iconografica del sacro cuore trapassato da due spilloni, a sua volta sovrastato dall'acronimo " I H S " di San Bernardino. Dalla schiena del cherubino spuntano due piccole ali, quella di sinistra mancante nella parte alta, danno che molto probabilmente è stato causato dal medesimo, brutale colpo, con cui dalle spalle infantili, è stata asportata la testa. Al di sotto del barbacan è posta una lapide con scolpita una cornice a leggero rilievo, e nel mezzo, ancora leggibile, si trova un'invocazione in latino (purtroppo molto deteriorata), che recita:
VISITA DOMINE HABITATIONES ISTAS
Che c'entra in tutto questo Piero Bernardo ? Praticamente nulla, se non che, consultando il Tassini (Curiosità Veneziane, Venezia, 1886, pag. 82), sul nome della calle, ne ho ricavato l'autentica storia di questo personaggio, ben noto a suo tempo alle cronache cittadine per l'estrema singolarità del suo testamento. Bernardo (Ramo, Calle, Ponte, Fondamenta) a Sant'Agostino. (...) Né qui va taciuto di quel Pietro ben noto per la singolarità del suo testamento, fatto il 30 ottobre 1515. Ordinava egli che, appena morto, venisse lavato nell'aceto più squisito, e quindi unto con muschio, pel valsente di 40 ducati, da tre medici dei più famigerati, ai quali si dessero in compenso tre zecchini belli e ruspi per ciascheduno; che fosse deposto con aloè ed altri aromi in una cassa di piombo, ove potesse giacere comodamente, la qual cassa si richiudesse in altra grossissima di cipresso, così bene serrata ed impeciata da non potersi aprire se non rompendola; che venisse collocato in un'arca di marmo del valore di 600 ducati, in fronte della quale dovessero scolpirsi otto esametri, contenenti le di lui gesta in carattere maiuscolo da leggersi alla distanza di 25 piedi, col premio al poeta d'un zecchino ogni due versi; che sopra l'arca si scolpissero il Padre Eterno, ed egli, Pietro Bernardo, genuflesso, di forme così grandi da sembrare a venticinque piedi di distanza un uomo d'alta statura; che finalmente si celebrassero in un libro di ottocento versi le glorie della sua famiglia, e si componessero sette salmi ad imitazione dei Davidici con altre orazioni, da cantarsi ogni prima domenica del mese da venti frati, al rompere dell'alba, innanzi al di lui sepolcro. Queste prescrizioni non furono scrupolosamente eseguite. Il Bernardo morì nel 1538, e venti anni dopo gli si innalzò in chiesa dei Frari un elegante monumento lombardesco, che si attribuisce ad Alessandro Leopardi. (...).
Il Lorenzetti, (Venezia e il suo estuario, Trieste, 1963, pag.476) ci informa che: CHIESA DI S.TA MARIA GLORIOSA DEI FRARI (…) CAPPELLE A D. DELL'ALT. MAGG. - CAPP. DI CA' BERNARDO - Su l'alt. notasi entro bella cornice originaria: Madonna col putto e Santi, sormontata nella cimasa da Cristo sul sarcofago, polittico di Bart. Vivarini (firm. 1482) op. di forte stilizzazione e vigorosa policromia. - A d. alla par.: Urna pensile, gotica princ. Del XV sec. le scult.: Vergine col Putto e, ai lati, due Santi; Arte dei Delle Masegne?; dedicata nel 1500 a Gerolamo e Lorenzo Bernardo.
Di tanta eccentrica pompa così minutamente descritta, alla fine Piero Bernardo non ebbe nulla. In memoria di tanto desiderato ricordo di sè stesso, ed anche se questa non era la sua Contrada, possiamo ben collegare il busto, acefalo, di questo anzoleto.
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