SESTIER DE S. CROSE |
Santissimo Nome di Gesù |
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CONTRADA S. CROSE |
non aveva ricorrenza nel calendario liturgico veneziano |
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Santo titolare della chiesa di: NOME DE GESU' |
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Il Santissimo Nome di Gesù, fu sempre onorato e venerato nella Chiesa fin dai primi tempi, ma solo nel XIV secolo esso cominciò ad avere anche un culto liturgico. Grande predicatore e propagatore del culto al Nome di Gesù, fu il francescano San Bernardino da Siena (1380-1444), opera che venne in seguito continuata da altri confratelli, soprattutto dai beati Alberto da Sarteano (1385-1450) e Bernardino da Feltre (1439-1494). Nel 1530, papa Clemente VII autorizzò l’Ordine Francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù e la celebrazione, ormai presente in varie località, fu estesa a tutta la Chiesa da papa Innocenzo XIII nel 1721. Il giorno della celebrazione variò, per qualche tempo, tra le prime domeniche di gennaio, per attestarsi infine al 2 di gennaio ma fino agli anni Settanta del Novecento, quando venne soppressa. E’ stato papa
Giovanni Paolo II che ne ha ripristinato la memoria facoltativa nel
Calendario Romano, nel giorno 3 gennaio. Il trigramma di San Bernardino da Siena Affinché la sua
predicazione non fosse dimenticata facilmente dal popolo, San Bernardino, con
profondo intuito psicologico, inventò un simbolo dai colori vivaci che venne
rapidamente posto in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo spesso
blasoni e stemmi delle varie Famiglie e Corporazioni che spesso si trovavano
in lotta fra loro. Il trigramma del nome di Gesù, divenne un emblema celebre e diffuso in ogni luogo, particolarmente importante quello che campeggia, enorme e solenne, sulla facciata del Palazzo Pubblico di Siena, opera dell’orafo senese Tuccio di Sano e di suo figlio Pietro, ma lo si ritrova in ogni posto dove San Bernardino e i suoi discepoli abbiano predicato o soggiornato. Qualche volta il trigramma figurava sugli stendardi che precedevano San Bernardino quando arrivava per predicare in una nuova città, e sempre il santo francescano poggiava sull’altare dove celebrava la Messa prima dell’attesa omelia, una tavoletta in legno con il trigramma e con la tavoletta al termine egli benediceva i fedeli. Il trigramma fu ideato e disegnato da San Bernardino stesso (per questo motivo è considerato il patrono dei pubblicitari); il simbolo consiste in un giallo sole raggiante in campo azzurro e al centro del disco solare vi sono le lettere IHS che sono le prime tre del nome Gesù (in greco ΙΗΣΟΥΣ, Iesûs). Oltre a questa, altre spiegazioni sono state date, come l’abbreviazione di “In Hoc Signo (vinces)” il celebre motto costantiniano, oppure di “Iesus Hominum Salvator”. Ad ogni elemento
del simbolo, a beneficio degli umili San Bernardino applicò il relativo
significato: il sole centrale è allusione a Cristo che dà la vita e suggerisce
l’idea dell’irradiarsi della Carità. Il calore del sole è diffuso dai raggi, ed ecco allora i dodici raggi serpeggianti come i dodici Apostoli e poi gli otto raggi diretti che rappresentano invece le beatitudini; la fascia che circonda il sole rappresenta la felicità dei beati che non ha mai fine, il celeste dello sfondo è simbolo della fede, il colore dell’oro rappresenta l’amore. In origine San Bernardino allungò l’asta sinistra dell’H, tagliandola in alto per ricavarne una croce, ai nostri giorni però la piccola croce si trova poggiata sulla linea mediana dell’H. Il significato mistico dei dodici raggi serpeggianti era espresso in una litania: · 1° rifugio dei penitenti; · 2° vessillo dei combattenti; · 3° rimedio degli infermi; · 4° conforto dei sofferenti; · 5° onore dei credenti; · 6° gioia dei predicanti; · 7° merito degli operanti; · 8° aiuto dei deficienti; · 9° sospiro dei meditanti; · 10° suffragio degli oranti; · 11° gusto dei contemplanti; · 12° gloria dei trionfanti. Il simbolo è circondato da una cerchia esterna con le parole in latino tratte dalla Lettera ai Filippesi di san Paolo: “Nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”. Il trigramma bernardiniano ebbe un gran successo, diffondendosi in tutta Europa, anche Santa Giovanna d’Arco volle ricamarlo sul suo stendardo e più tardi esso fu adottato anche dai Gesuiti. Diceva San Bernardino: “Questa è mia intenzione, di rinnovare e chiarificare il nome di Gesù, come fu nella primitiva Chiesa”, spiegando che, mentre la croce evoca la Passione di Cristo, il suo Nome rammentava ogni aspetto della sua vita, la povertà del presepio, la modesta bottega di falegname, la penitenza nel deserto, i miracoli della carità divina, la sofferenza sul Calvario, il trionfo della Resurrezione ed infine l’Ascensione. In effetti San Bernardino ribadiva la devozione già presente in San Paolo e durante il Medioevo in alcuni Dottori della Chiesa e in San Francesco d’Assisi; tale devozione era praticata in tutto il Senese, pochi decenni prima dai Gesuati, congregazione religiosa fondata nel 1360 dal senese beato Giovanni Colombini, dedita all’assistenza degli infermi e così detti per il loro ripetere frequente del nome di Gesù. In seguito la Compagnia di Gesù assunse le tre lettere come suo emblema e diventò sostenitrice del culto e della dottrina, dedicando al Santissimo Nome di Gesù le sue più belle e grandi chiese, edificate in tutto il mondo. Fra tutte si
ricorda, la “Chiesa del Gesù” a Roma, la maggiore e più insigne chiesa
dell’ordine dei Gesuiti. |
Santissimo Nome di Gesù
Santissimo Nome di Gesù
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