SESTIER DE

S. CROSE

ciexa de San Zan degolà

CONTRADA

S. ZAN DEGOLA'

 

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Cenni storici:

La chiesa di San Giovanni Battista Decollato, divenuta nella versione dialettale veneziana San Zan Degolà, rappresenta l’unico esempio di architettura veneto bizantina che si sia sufficientemente conservato integro e che perciò consente la valutazione della consistenza di tanti altri edifici coevi che invece nel corso dei secoli hanno subito trasformazioni tali, a volte, da cancellare l’originaria struttura.

Nonostante il De’ Barbari abbia “fotografato” con la sua veduta la situazione edilizia della Venezia del 1500, rappresentando molte delle chiese bizantine a quell’epoca ancora esistenti, tuttavia un’idea precisa e reale ce la offre ai nostri giorni soltanto questa piccola chiesa dedicata a San Zan Degolà, e se non per gli elementi architettonici, certamente per le dimensioni e la volumetria rimaste inalterate.

Controverse le origini della sua fondazione, che secondo alcuni storici potrebbe risalire al VII – VIII secolo, anche se qualunque chiesa esistesse a quel tempo, si trattava probabilmente di un modesto oratorio in legno.

La prima documentazione certa della sua esistenza risale al 1007, è anche di quegli anni la sua elevazione a parrocchia; l’edificio venne costruito a spese della famiglia patrizia dei Venier, mentre nel 1118 avvenne l’intitolazione a San Giovanni Battista Decollato. Nel corso dei secoli San Zan Degolà fu più volte restaurata ma, come è stato detto, fortunatamente solo in parte modificata. Subì un intervento nel 1149, successivamente nel 1213 a spese della famiglia patrizia dei Pesaro ed infine nel 1703 con modifiche che riguardarono soprattutto la facciata, che assunse in questa occasione l’aspetto odierno.

La chiesa venne chiusa in epoca napoleonica, anche perché pericolante, ma fu riaperta al culto nel 1818 dopo un ulteriore restauro. A quell’epoca non era più parrocchia e assieme alla vicina San Stae venne compresa nella giurisdizione della chiesa di San Giacomo da l’orio.

Oggi la chiesa è stata assegnata dal Patriarcato alla numerosa comunità dei Cattolici Ortodossi, affinché vi possano praticare il loro culto.

 

NAVATA DESTRA

 

 

ABSIDE

- cappella absidale destra:

altare: di modeste dimensioni, realizzato nel XVI secolo. all’altare: Salvatore statua in marmo attribuita a G. Dal Moro.

- presbiterio:

alla parete: tela Annunciazione di scuola di P. Veronese. alla parete: tela Incontro della Vergine e Santa Maria Elisabetta di scuola di P. Veronese.

- cappella absidale sinistra:

arco esterno: Annunciazione mosaico (XIII secolo) opera di mosaicisti veneziani.

soffitto: a crocera ogivale con decorazione floreale e nelle vele i simboli degli Evangelisti (XV secolo) arte gotica.

Parete a destra: Sant’Elena con la doppia croce su sfondo architettonico, sotto: quattro Teste di Santi resti di quattro figure di Santi: San Giovanni, San Pietro, San Tommaso, San Marco (secolo XIII-XIV) splendidi affreschi di scuola bizantina.

 

 

SACRESTIA

 

 

NAVATA SINISTRA

 

 

AL PAVIMENTO

 

 

 

Portale e facciata:

Assunto l’aspetto attuale nei primi anni del Settecento, la facciata della chiesa si presenta tripartita, con le due ali in corrispondenza delle navate minori, di dimensioni ridotte rispetto al corpo centrale a cui sono raccordate con due semplici volute. Due lesene definiscono la parte mediana, a timpano triangolare, sotto cui si apre un piccolo rosone.

Interno:

Rimasto pressoché inalterato sia planimetricamente che architettonicamente, è di tipo basilicale del XI secolo, a tre navate, con copertura a carena di nave.

Le navate sono a loro volta divise da una serie di otto colonne in marmo greco con capitelli bizantini dell’XI secolo a pulvino, sui quali si impostano le arcate ogivali che sostituirono quelle originarie legate da catene lignee.

Anche il presbiterio subì delle modifiche, esso venne infatti coperto da un soffitto a crociera ed il piano di calpestìo, abbellito da un pavimento marmoreo a disegni geometrici, fu rialzato rispetto al resto della chiesa. Anche l’abside venne rettificata, con l’inserimento di una parete piana su cui fu fatto poggiare l’altar maggiore. Infine l’interno venne reso più luminoso con l’apertura di due finestre a lunetta.

Le finestrelle della navata, peraltro riaperte soltanto recentemente, sono ancora quelle primitive, così come nelle originali proporzioni ci sono pervenute le due cappelle laterali, in cui in quella di sinistra sono venuti alla luce, dopo un  restauro eseguito nel XX secolo, prestigiosi affreschi di scuola bizantina.

 

Campanile:

Nella pianta del De’ Barbari realizzata nel 1500, il campanile risulta essere staccato dalla chiesa, isolato in mezzo al campo e molto più alto dell’attuale. La canna è realizzata interamente in mattoni, a doppie lesene, la cella campanaria a trifore e l’alta cuspide a pan di zucchero incorniciata da quattro pinnacoli.

Venne abbattuto nel XVIII secolo minacciando di crollare.

Quello attuale, incorporato nella zona absidale è una torretta mozza, intonacata, con la cella campanaria a bifore ed il tetto a falde coperto in coppi.

 

Bibliografia:

 

Umberto Franzoi / Dina Di Stefano

Le chiese di Venezia

Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, Venezia 1975

 

Giulio Lorenzetti

Venezia e il suo estuario

Edizioni Lint, Trieste 1956

 

Tudy Sammartini / Daniele Resini

Campanili di Venezia

Edizioni Grafiche Vianello, Treviso 2002

 

 

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