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Nel 1539, per decreto del Senato, ebbero inizio nell'angolo nord-ovest dell’Arsenale i lavori per il quarto ampliamento, secondo un progetto che prevedeva lo scavo di una nuova darsena di medie dimensioni, chiamata in seguito vasca de le galeazze, nonché la costruzione di sei nuovi tezoni, contrapposti tre a levante e tre a ponente, concepiti per ospitare la costruzione di un nuovo tipo di nave: la galeazza. Tali lavori furono portati a termine nel corso del 1569. Nel frattempo però, nel 1557, a sud dell’area delle galeazze era stata annessa all’Arsenale la metà del vasto orto delle monache della Celestia e, dopo che la nuova area era stata prontamente isolata con la realizzazione delle nuove mura di confine, ebbe inizio il suo completo sbancamento che portò alla realizzazione del canal de le galeazze, a sua volta completato nel 1564, che in pratica servì per mettere in comunicazione la vasca de le galeazze con la darsena dell'Arsenal vecio. Ad occupare tutta la sponda a levante del canal de le galeazze venne costruita una lunga tettoia lignea, che venne chiamata gran fabbricato de le sieghe, dove era deposto il legname per il periodo di stagionatura all'asciutto una volta che era stato tolto dall'acqua. Godendo infatti di una superficie assai più ampia della vasca de le galeazze, il canal de le galeazze venne immediatamente sfruttato anche quale lago del legname, dove veniva tenuto a mollo nell'acqua salmastra la conserva di tronchi di rovere per tutto il periodo necessario all'espurgo della resina e delle altre impurità. Dalla
pianta redatta nel 1798 dal Maffioletti sulla situazione dell’Arsenale alla
caduta della Repubblica, si può notare come i lati del canal de le galeazze siano impegnati da numerosi
tronchi galleggianti, mentre invece il centro è ingombro di galleggianti
pronti ad essere armati con un cannone da 30. In questo periodo infatti la produzione di galeazze era ormai cessata del tutto, mentre l’Arsenale iniziava ad organizzarsi per la costruzione dei galeoni. |
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