Istituzione.
Entro il numero assai ristretto delle magistrature veneziane
unanimamente riconosciute dagli storici le più importanti tra
tutte quelle istituite nel corso dei secoli dai consigli
politici della Repubblica, viene sempre annoverato l'ufficio dei
Savi alle Acque, che assieme aagli Esecutori alle
Acque e al Collegio Solenne alle Acque costituiva il
celebre Magistrato alle Acque.
In
particolare, i Savij a le Aque traggono la loro origine
da un decreto del 1415, col quale il Consejo dei Diese
ordinò l'istituzione di un ufficio composto da sei magistrati,
con l'incarico di provvedere alla manutenzione ed alla difesa
dei lidi, delle bocche di porto ed all'escavo dei canali
interni.
Nel 1501 una Parte riformò completamente questa
magistratura, imponendo l'abbassamento del numero dei suoi
componenti da sei al più usuale numero di tre, designati dal
Consejo dei Diese ma con la possibilità di poter scegliere i
savi entro il più ampio numero dei componenti del Senato.
La Parte del 1551 sancì invece il passaggio della
competenza in materia di acque nelle mani del Senato, a cui
spettò da questo momento l'elezione dei tre savi, e che con
l'occasione si premurò di elevare la durata della carica da uno
a due anni.
Competenze.
All'ufficio principalmente competeva esercitare la vigilanza
idrografica sul vasto territorio posto alle spalle della laguna
veneziana, con giurisdizione a partire dal fiume Tagliamento a
est e ben oltre il fiume Adige a ovest, inclusa tutta la zona
montagnosa del Cadore, l'altopiano d'Asiago, ed il Cansiglio.
Entro questa area, oltre al controllo ed alla manutenzione dei
corsi d'acqua, i Savi dovevano adoperarsi affinchè non
avvenissero disboscamenti abusivi, forieri di possibili gravi
alterazioni idro‑geologiche. Con questa finalità essi erano
titolati a rilasciare speciali permessi, detti Stampe di
Taglio, che riportavano con la consueta chiarezza la
quantità della legna autorizzata al taglio, calcolata in modo da
non arrecare danno all'equilibrio boschivo.
Come d'uso, alla magistratura venne ben presto associata anche
la giurisdizione criminale in materia di tutela dell'ambiente
lagunare e talvolta, di fronte a reati di particolare entità,
quali i "tagli" degli argini di conterminazione, stimati
gravissimi perchè compromettenti l'integrità fisica della
laguna, venne concesso senza esitazioni l'uso del rito
inquisitorio proprio del Consejo dei Diese.
Come la consuetudine imponeva, trovandosi alla vigilia di gravi
decisioni i Savi non si sottraevano ad un confronto tecnico con
tutte le altre magistrature dello Stato che, per loro natura,
avevano qualche competenza nella gestione delle acque. Non era
infrequente quindi l'incontro e la discussione con i
Provveditori sopra Beni Inculti,
l'Aggiunto
sopra Beni Inculti per Retratto delle Valli Veronesi, i
Provveditori all'Adige,
gli Esecutori alle Acque, il
Collegio solenne alle Acque.
Va ricordato che l'ufficio non poteva essere sostenuto per causa
d'incompatibilità da quei nobilomeni che vantassero il possesso
di beni che in qualche modo potessero avere relazione con
l'ambiente lagunare; e per l'intrinseca importanza strategica
della materia, dove le acque erano considerate le mura di
Venezia, erano dichiarati incompatibili anche tutti coloro che
ricadessero nella condizione di cacciati di cappello in
Senato a causa dei loro rapporti con la Curia romana.
Infine, una
curiosità: la magistratura aveva delegata anche la facoltà di
giudicare le controversie che insorgessero tra gli s'ciavoni
in merito agli stazi per le loro barche concessi lungo
l'omonima riva in Venezia, permessi che venivano rilasciati
esclusivamente da questo ufficio.
Dignità politica.
All'interno della struttura burocratica dello Stato, quest'ufficio
aveva dignità di Magistratura senatoria (eleggibile cioè
entro il numero dei soli senatori) ed il titolo di serrata.
Bibliografia essenziale.
BESTA : "Il Senato
veneziano" pag.165\170
A.S.V. :
"Cartografia, disegni, miniature..." pag.94
FERRO : "Dizionario di
diritto..." tomo I, pag.85 segg
SANUDO : "Cronachetta" pag. 145