Repubblica Serenissima

Magistratura sottopregadi

Primo Locho

officiali a la camera d'imprestidi

(ufficiali al debito pubblico)

 

istituzione

competenze

dignità politica

bibliografia essenziale

 

Istituzione.

Gli imprestiti (corruzione dialettale veneziana di prestiti) rappresentano certamente una tra le la più antiche forme d'imposizione diretta che venne applicata dal Governo della Repubblica erga omnes, dando vita, in anticipo di centinaia di anni, a quello che oggi è comunemente conosciuto come debito pubblico.

A dispetto del suo significato odierno infatti, più che un'oblazione a carattere volontario (come a volte effettivamente accadeva, quando i più facoltosi nobilomeni intervenivano spontaneamente per imprestare allo Stato una parte del loro patrimonio) l'imprestido costituiva in tutto e per tutto in un prestito forzoso ed obbligatorio che tuttavia i veneziani maggiormente abbienti spesso spontaneamente versavano allo Stato nei casi in cui il Governo si trovasse ad affrontare ingenti spese straordinarie, specialmente in tempo di guerra.

In questa ottica, il primo dei prestiti forzosi che diede vita alla Camera d'Imprestidi si ebbe nel corso nel 1171 (il cui debito venne successivamente riversato nel Monte Vecchio per la sua gestione) in occasione dell'apprestamento della flotta per la guerra, che poi non venne mai combattuta, contro l'imperatore d'oriente Manuele Comneno, dogando Vitale Michiel.

In quell'occasione vennero dapprima eletti degli Inquisitori perchè riscontrassero con esattezza il patrimonio di ognuno e quindi, sottratte le spese, dal saldo risultante ciascun cittadino versasse obbligatoriamente allo Stato l'1% del valore, su cui sarebbe stato riconosciuto un interesse del 4%.

Per facilitare l'opera d'inquisizione, la città venne in questa occasione divisa in sei parti, tre de citra e tre de ultra del Canalasso, da una parte Castello, Cannaregio e San Marco, dall'altra Santa Croce, San Polo e Dorsoduro; venne inoltre disposto che in questa operazione di finanziamento fossero coinvolte anche le isole di Murano e della Giudecca, che per comodità vennero agganciate rispettivamente ai sestieri di Santa Croce e Dorsoduro.

Compiuta che fu la ripartizione, venne all'uopo istituito un apposito ufficio, probabilmente in via provvisoria, ai cui tre membri che lo componevano venne assegnato il titolo di Officiali a la Camera d'Imprestidi, la cui successiva stabilizzazione nell'elezione non avvenne però prima del 1225; mentre invece a partire dall'1 maggio del 1528 (cfr.: libro DIANA c.82 t.) il loro numero passò da tre a cinque Ufficiali.

La loro elezione apparteneva alla competenza del Mazor Consejo che vi provvedeva per mezzo di due Mani di lezionari (commissioni d'elettori) alle quali però si aggiungeva anche lo scrutinio (candidato) della Signoria; il loro incarico aveva la durata complessiva di sedici mesi.

 


 

Competenze.

Il compito degli Ufficiali era essenzialmente quello di provvedere al regolare pagamento dei prò (interessi) che maturavano sui prestiti concessi o forzatamente riscossi, i cui importi erano registrati nel libro di cassa di ciascun Monte di Deposito presso cui affluivano i proventi necessari per far fronte agli impegni assunti con i debitori dello Stato.

A ciascun Ufficiale spettavano compiti diversi, suddivisi per le diverse attività operative che si raccoglievano all'interno della Camera d'Imprestiti:

  • 1 Ufficiale gestiva il debito pubblico del Monte Vecchio, liquidandone gli interessi maturati col sistema detto per polizze:, ossia il 1° di marzo di ogni anno (capodanno veneto) questo funzionario si recava dal Dose recando un'urna contenente sei polizze, in ognuna delle quali stava scritto il nome di un sestiere della città; la polizza che veniva estratta indicava il sestiere per cui i creditori colà residenti avevano titolo di ottenere il rimborso del prò per quel bimestre. Così si continuava per i periodi successivi finché, esaurite le polizze, si provvedeva ad una nuova estrazione.

  • 1 Ufficiale era incaricato a gestire il debito pubblico del Monte Nuovo, in questo caso liquidandone i prò direttamente ai creditori, anche se in due rate semestrali;

  • 1 Ufficiale, da ultimo, gestiva invece i residui attivi derivanti dagli interessi che erano regolarmente maturati ma che però non erano stati ritirati dai rispettivi creditori.

Garantiti dallo Stato e da una gestione improntata alla massima serietà, fruttiferi, alienabili, trasferibili, ipotecabili, gli imprestidi favorirono la costituzione di un vero e proprio Banco Nazionale, il primo in assoluto in tutta Europa (quello di Genova non venne istituito prima del 1346), con vere e proprie obbligazioni di Stato che, esattamente come oggi, vedevano variare il loro valore a seconda dell'andamento del mercato finanziario.

La Repubblica, da parte sua, per meglio tutelare la certezza degli scambi dei titoli, dispose, con una Parte approvata nel 1291 ed inscritta nel Capitolare della Curia del Proprio, che nella contrattazione le obbligazioni avessero computato non il valore nominale, ma il corso che esse effettivamente avevano in quel momento sulla piazza.

Durante il corso del XIII e XIV secolo, nonostante l'influenza di situazioni contingenti di natura militare o politica in cui si trovò impegnata la Repubblica, che portarono spesso al blocco della liquidazione dei prò, gli imprestidi rappresentarono sempre un'apprezzata forma d'investimento.

Il ricorso dello Stato al loro utilizzo quale forma di finanziamento iniziò a rallentare a partire dalla metà del '400, quando il Governo introdusse il sistema tributario basato sull'imposizione della tassa sulla decima; ciò tuttavia non impedì che in situazioni di bisogno si decidesse di utilizzare nuovamente questo strumento, che portò infatti alla costituzione dei seguenti Monti:

v      Nuovo, istituito nel 1482 in occasione della guerra contro il Papa per il possesso di Ferrara;

v      Nuovissimo, istituito nel 1515 in occasione della guerra contro la Lega di Cambrai;

v      Sussidio, istituito nel 1526 per impellenti necessità economiche dello Stato.

 


 

Dignità politica.

La possibilità per gli Officiali a la Camera d'Imprestidi di partecipare ai lavori del Senato venne proposta per la prima volta il 22 gennaio 1547, godendo a quel tempo i suoi componenti un discreto prestigio grazie al maneggio delle pubbliche rendite, nonostante ciò l'ingresso non venne accordato (cfr.: registro 34 SENATO TERRA c.181t.).

Ripresentata successivamente la richiesta, l'ufficio venne ammesso a partecipare ai lavori del Senato con Parte del 22 luglio 1557 (cfr.: registro 41 SENATO TERRA c.38) all'interno del quale però non vantava alcun diritto.

La partecipazione alle riunioni del massimo organo di Governo favorì di certo l'inserimento degli Ufficiali nella speciale categoria burocratica che dava dignità di sottopregadi, all'interno della quale l'ufficio vantava il titolo di primo loco.

Più tardi, assegnata la gestione del debito pubblico ad altre magistrature (specialmente quelle direttamente nominate dal Senato, o da questo ereditate dal Consejo dei Diese, che della gestione della Zecca s'interessò durante buona parte del XVI secolo) i compiti di questi Ufficiali si fecero gradatamente meno importanti.

Scaduto completamente d'importanza e resosi inutile, questo ufficio venne abolito nel 1681.

 


 

Bibliografia essenziale.

BESTA                  : "Il Senato veneziano" pag. 59

ROMANIN           : "Storia documentata di ..." tomo II, pag.63, 64

A.S.V.                    : "Cartografia, disegni, miniature ..." pag. 86

SANUDO              : "Cronachetta" pag. 201

SANDI                  : "Principi di storia ..." P. 1, vol. 2, pag. 418 - P. 3, vol. 2, pag. 820

 

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