Istituzione.
Se
il 1258 fu l'anno in cui a Venezia iniziò ad essere affrontata
dal Governo la regolamentazione dell'attività delle Arti dette
di medicina e quella degli speziali, (i
farmacisti), il 1348 non va dimenticato perchè, in occasione
della terribile epidemia di peste nera che colpì la città, fece
la sua prima, come d'uso provvisoria, apparizione un nuovo
organo burocratico, destinato però a divenire col passare del
tempo una delle più ammirate e più famose magistrature civili
europee: si trattava dell'ufficio dei Savij a la Sanità.
Composto da tre nobilomeni ed istituito con il compito
principale di provvedere alla salvaguardia della salute
pubblica, in quel momento seriamente compromessa dal morbo,
risoltasi alfine l'epidemia, l'ufficio venne prontamente abolito
per poi essere nuovamente reintrodotto, sempre con il carattere
di provvisorietà, all'insorgere di nuove epidemie di peste che
nel corso dei secoli flagellarono la città.
Proprio dai pubblici documenti si può infatti riscontrare la
puntuale elezione dei Savi in concomitanza con le terribili
epidemie del 1459, del 1460 e del 1468. Seppure fosse evidente
che la sua continua rielezione costituisse la spia più
significativa della necessità di delegare la supervisione dei
provvedimenti sanitari ad un'unica autorità, alquanto tortuoso e
non privo di alcune perplessità (riscontrabili anche tra le fila
della stessa nobiltà veneziana) fu il cammino che questa
magistratura dovette compiere affinchè da organo provvisorio
approdasse finalmente allo status di ufficio stabile.
Ancora nel 1423 infatti, il problema di come efficacemente
contenere e debellare i frequenti contagi era completamente
delegato alla competenza del Pien Collegio, non potendosi
dimenticareo che in questo settore spesso interveniva
direttamente anche il Senato, il quale intendeva così ribadire
la propria autorità a disciplinare una sì delicata materia di
governo.
Se già dunque ai massimi livelli spesso arrivavano a sovrapporsi
tra loro i vari provvedimenti deliberati da Senato e Pien
Collegio, a rendere maggiormente confusa, e perciò quasi
impossibile una visione unitaria del problema della tutela
sanitaria, contribuiva anche il fatto che altre magistrature
minori erano interessate alla materia:
v
i
Signori de Notte, i quali tennero un ordinato registro
delle mortalità avvenute durante la peste scoppiata nel 1423 e
durante le epidemie del 1440 e 1450;
v
i
Procuratori de San Marco de çitra, che amministravano
tutte le dotazioni finanziarie ed i lasciti testamentari che
venivano fatti a favore dei due Lazzaretti pubblici esistenti in
città;
v
il
Magistrato al Sal, che in qualità di ufficio maggiormente
fornito di possibilità di cassa, forniva i mezzi finanziari
necessari alla gestione ordinaria dei Lazzaretti.
Contro questa pericolosa frammentazione, continuamente deplorata
anche dagli stessi contemporanei, nel 1459 presentò la propria
proposta il nobilomo Paolo Morosini, il quale sostenne
con determinazione in Senato la necessità dell'istituzione di un
ufficio che da solo assumesse la responsabilità di gestire le
epidemie, alleviando così di una parte consistente di lavoro il
Pien Collegio, già sufficientemente aggravato da altri
importanti incarichi amministrativi. Benchè unanimamente il
Senato lodasse la proposta, a causa soprattutto delle ristrette
condizioni economiche dell'Erario l'elezione del nuovo ufficio
non avvenne.
L'epidemia che scoppiò nel 1478 venne allora affidata alle cure
dei Provedadori al Sal, e nella stessa identica maniera
si dovette procedere con quella del 1485 ed anche questa volta,
come anche la prima, su esplicita indicazione del Senato stesso.
Questa seconda delega tuttavia, anche a causa della diffusa
corruzione dei suoi ministri, confermò la generale
inadeguatezza dei Provedadori al Sal nel poter
efficacemente fronteggiare le ricorrenti epidemie e finalmente
convintosi, con proprio decreto del 7 gennaio 1485, il Senato
ordinò l'istituzione della magistratura dei Provedadori sora
la Sanità.
E'
a far data da questo decreto che normalmente si ritiene inizi
l'attività operativa del nuovo ufficio; in realtà però l'ufficio
nuovamente decadde nel corso dell'estate del 1486, quando
l'epidemia che fino ad allora imperversava iniziò a scemare. In
realtà la magistratura venne nuovamente istituita e resa
finalmente di perpetua rielezione solo a partire dal 1490.
Competenze.
L'attività dei Provveditori si volse immediatamente a
renderedipendenti dalla magistratura tutti gli uffici periferici
di sanità esistenti nello Stato, quindi con una certa rapidità
la competenza assegnata ai Provveditori iniziò ad ampliarsi su
ogni e qualsiasi materia potesse aver anche la benchè minima
attinenza sulla sanità e sull'igiene pubblica.
Essi infatti avevano ampi ed assai articolati poteri che si
articolavano in numerose attività di controllo:
v
vigilavano sulla pulizia della città;
v
vigilavano sull'igiene dei generi alimentari introdotti a
Venezia;
v
vigilavano sugli alberghi, sui cimiteri, sui Lazzaretti e sulla
salute delle prostitute;
v
vigilavano sugli ospedali, ma solo per quello che concerneva
l'aspetto strettamente sanitario, essendo questi istituti già
sottoposti alla regolamentazione sul piano amministrativo alla
magistratura dei Provedadori sora Ospedali e Luoghi Pii;
v
vigilavano sulle Arti che avessero attinenza con la sanità,
compresa la supervisione ed il coordinamento nella produzione
dei medicinali;
v
controllavano la freschezza e salubrità dell'acqua contenuta
nelle cisterne pubbliche;
v
tenevano il computo delle nascite e delle morti;
v
sorvegliavano tutte le navi e tutte le partite di merce in
arrivo od in transito per Venezia;
Di
concerto con i Provveditori erano chiamate a collaborare
all'opera di prevenzione anche altre magistrature ed alcuni
operatori tecnici:
v
il
Protomedico e quindi tutte le Arti mediche: i medici
fisici, i chirurghi volgari e quelli latino sermone,
nonché i medici pubblici stipendiati dallo Stato;
v
i
Provveditori alla Salute in Terra Ferma, speciali
funzionari straordinari che si inviavano nei territori dello
Stato in casi d'emergenza sanitaria;
v
i
Soprastanti alle Farmacie;
v
le
magistrature dei Savi alle Acque e degli Esecutori
alle Acque, poichè era credenza comune che dal cattivo
mischiarsi delle acque dolci dei fiumi con quelle salate del
mare e dall'imputridirsi delle paludi, sorgesse il morbo;
v
tutti i nobili, i popolani, i parroci, le Scuole e le Fraterne.
Nei fatti, i Provveditori, designati dal Mazor Consejo, avevano
dunque riconosciuta la suprema autorità in materia di
prevenzione sanitaria, ma fu solamente in seguito alla
posteriore istituzione, ad opera del Senato, dei
Soraprovedadori a la Sanità, che le loro semplici
terminazioni assunsero da allora la forza di veri e propri
decreti del Senato; anzi, dal 1554 nel settore sanitario essi
ebbero riconosciuta la giurisdizione penale ed infine dal 1556
tale facoltà fu ampliata fino alla possibilità di poter
comminare la pena di morte.
La
loro azione venne più tardi ulteriormente rafforzata con
l'istituzione del Provedador General contro la Peste,
eletto a dirigere e a supervisionare l'azione sanitaria per il
controllo degli effetti di epidemie sorte fuori di Venezia od
anche fuori dallo Stato.
A
Venezia, allo scopo di isolare fisicamente i colpiti dal morbo,
la Repubblica istituì su altrettante isole due Lazzaretti
(corruzione dialettale veneziana di Santa Maria di Nazareth)
che rappresentarono il primo esempio al mondo di ospedale
d'isolamento. I due Lazzaretti si distinguevano in vecio
(in quanto più antico per istituzione) e novo; il primo
aveva sede nell'omonima isola posta poco distante dal Lido, il
secondo era posto su di un dosso di fronte l'isola di
Sant'Erasmo; in ambedue sono visibili tutt'oggi i grandi
Tesoni (capannoni) che erano destinati al soggiorno dei
malati, specialmente nel Lazzaretto novo dove sussiste il
grandioso Tezon grando (l'opera pubblica più grande
esistente al di fuori della città) dove merci e persone
trascorrevano la quarantena.
In
tutto il mondo allora noto era apprezzata e conosciuta non solo
l'efficienza sanitaria ma anche il rigore amministrativo dei
Provveditori, particolarmente lusinghiera la loro riconosciuta
lungimiranza e la predisposizione quasi maniacale che essi
nutrivano nella continua sperimentazione di nuove tecniche di
prevenzione e di cura.
A
riprova di tanta fama, si ricorda la richiesta di informazioni
inviata a Venezia nei primi anni del secolo XVIII, da parte del
Console d'Olanda, sull'organizzazione attuata in difesa della
salute pubblica; mentre nella seconda metà dello stesso secolo
ricordiamo il piano di prevenzione preparato dal Protomedico
Paitoni su espressa richiesta dello Zar di Russia.
L'avanzatissima civiltà olandese ed il colosso dell'Europa
nord‑orientale si rivolsero dunque all'ormai esausta Repubblica
per conoscerne ed adottare gli avanzati e perfezionati sistemi
di politica sanitaria.
Dignità politica.
Per la sua grande importanza, la magistratura venne ammessa a
partecipare ai lavori politici del Senato il 7 gennaio 1486 (Registro IX Senato Terra c.168),
dove poteva anche por parte (proporre nuove leggi) nelle
materie di sua competenza.
All'interno della struttura burocratica dello Stato, questo
ufficio era compreso nella categoria che dava dignità di
Sottopregadi, all'interno della quale vantava il titolo di
secondo loco.
Bibliografia essenziale.
A.S.V.
: "Cartografia, disegni, miniature ..." pag. 115
BESTA
: "Il Senato veneziano" pag. 63
CATALOGO MOSTRA : "Venezia e la
peste"
FERRO
: "Dizionario di diritto ..." tomo IX, pag. 303
SANDI
: "Principi di storia ..." P. 2, vol. 1, pag. 753
SANUDO : "Cronachetta"
pag. 149