Le origini dell'Inquisitorato.
Quando
sui libri di storia si tratta della
Repubblica di Venezia, è davvero
difficile negare che nel momento in
cui si incrocia il nome degli
Inquisidori de Stato, il pensiero corra
subito a
fantasticare di aule fredde, umide e
a malapena rischiarate da deboli
fiammelle di candele, di ombre che
segnano la presenza fuggevole di
giudici misteriosi ed onnipotenti che,
in spregio alle leggi, decretavano
sentenze di morte, eseguite con
grande rapidità ed in tutta
segretezza. In realtà l’orrida fama degli
Inquisidori de Stato deriva
in massima parte dagli scritti compilati dai
prezzolati storici di parte
antiveneziana, e perciò da esaminare con le dovute cautele.
La mancanza di ogni pubblicità degli
atti, caratteristica tipica e
fondamentale del
rito degli Inquisidori de
Stato, estesa sia alle procedure
di acquisizione delle prove che alle
sentenze e la
loro pratica attuazione, incuteva in
tutti (sudditi, cittadini e nobilomeni) un
oscuro timore, alimentato dalla
sensazione (spesso amplificata dalle
dicerie) che ognuno fosse
stato almeno una volta oggetto delle
attenzioni di questo potente quanto
occulto Tribunale. In effetti, la
silenziosa rapidità del suo agire era
indirizzata specialmente nel prevenire
o nel contrastare efficacemente
qualsiasi elemento (tanto esterno,
quanto interno) che tentasse di
aggredire il sistema politico vigente
con l’intenzione di provocarne il
collasso oppure la sua distruzione.
In altre parole, alla tutela degli
Inquisidori erano affidati gli
stessi obbiettivi che costituiscono
la caratteristica principale di un moderno servizio segreto, ed è
infatti sotto questa
luce che sarà indirizzata
l’analisi della loro attività.
L'atto di istituzione degli
Inquisidori de Stato sora la propalazione dei
segreti (solo in seguito
denominati per brevità Inquisidori
de Stato
di Stato), può essere considerato,
molto di più del Consejo dei Diese, il punto di
arrivo del complesso, plurisecolare
sforzo attuato dal patriziato
veneziano affinché trovasse
un'efficace tutela il novero delle
decisioni politiche classificabili,
allora come oggi, segreto di Stato.
Chiunque sia in possesso anche di un
minimo di obiettività, non può negare
che avendo scelto Venezia la costituzione
politica di un regime di natura aristocratico-repubblicana (con ampia collegialità delle
decisioni di governo), inserito però
in un contesto storico che finirà per
essere dominato da
regimi assolutistici (assai più rapidi
nell'agire perché incuranti delle
opinioni diverse da quella espressa
dal monarca), sarà necessario
provvedere alla custodia del segreto,
attività di vitale importanza per la
sopravvivenza stessa della Repubblica.
Non
si
nega
il fatto
che gli Inquisidori ponessero
più di qualche assillo al Governo
della Repubblica, che conviveva con una
struttura che, per la natura e gli
scopi per cui era stata istituita,
doveva poter operare anche al di fuori
ed al di sopra di quella legge,
trovandosi spesso nell'occasione di
accantonare ogni trasparenza d'azione che
rischiava di
vanificare ogni funzione di deterrente
e di prevenzione.
Questa enorme e necessaria
discrezionalità, imponeva però la
ricerca di adeguati contropoteri,
affinché morisse sul nascere ogni
tentativo di trasformarlo in docile
strumento al servizio di una fazione
politica.
Traendo lo spunto
dall'esperienza maturata nel
travagliato e complesso rapporto con
il Consejo dei Diese, i
nobilomeni veneziani scelsero infine di
dotare anche gli Inquisidori di una autonomia
istituzionale tanto più incisiva dal
punto di vista del rito del giudizio, quando
completamente priva di capacità destabilizzanti.
I caposaldo antioligarchici introdotti furono
sostanzialmente due: il primo, tenere separata la
struttura di polizia politica (Consejo
dei Diese) ed il servizio segreto
(Inquisidori de Stato di Stato) dalle
altre istituzioni del potere politico
(Maggior Consiglio, Senato,
Pien Collegio); il secondo, disciplinare la
costituzione ed il funzionamento
dell'ufficio per via
legislativa, così da escludere ogni confusione di
prerogative.
Da
un pur rapido ma
necessario esame del Capitolare di
questa magistratura, di cui brevemente
si accenna nella successiva sezione, emerge con
estrema
chiarezza il profilo costituzionale
degli Inquisidori de Stato: una forma di servizio
segreto, per molti versi assai
originale, votato alla massima
imparzialità nei rapporti di potere
con gli altri organi della Repubblica,
avendo però a
disposizione tutti gli strumenti necessari a
perseguire con estrema efficacia gli
obiettivi di sicurezza per cui era stato
creato.
Il tutto in anticipo di quasi due
secoli rispetto agli altri Stati
europei.