proprietà
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Su preesistente edificio di proprietà della
famiglia patrizia veneziana dei Morosini,
viene realizzato nel corso del XVII secolo l’abitazione per la famiglia Zenobio, che vi dimorò fino alla
sua estinzione quando l’ultimo degli Zenobio, Alvise, morì in esilio a
Londra nel 1817.
L’edificio fu quindi ereditato dalla
sorella, Alba Zenobio, moglie del Conte Gian Battista Albrizzi che di
seguito lo vendette al Conte Salvi
di Vicenza. Nel 1850 l’edificio venne venduto all’Ordine armeno mechitarista che l’anno seguente trasferì qui
il Collegio Raphaelian. In seguito chiuso e trasferito altrove il Collegio,
oggi le sale dell’edificio sono a disposizione della città per
manifestazioni culturali e concertistiche.
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descrizione
architettonica
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Fu Antonio Gaspari ad ideare il
progetto per Ca’ Zenobio che, una volta
terminata, risultò una delle costruzioni più eleganti del barocco
settecentesco veneziano.
La grande facciata, organizzata su
quattro piani, si caratterizza per la lunga ripetizione dei motivi che
hanno il compito di far risaltare la parte centrale conclusa nel grandioso
timpano curvilineo alla romana, elemento che mai prima si era visto in
città e che nessuno avrebbe imitato successivamente.
Al primo piano nobile non nuova ma
certamente notevole è la grande serliana con il grande pergolo (poggiolo) continuo.
All’interno, conservando la metà
dell’originale portego di Ca’ Morosini, Gaspari aggiunse una serliana per
separarlo formalmente dal salone da ballo, che costituisce per la ricchezza
delle decorazioni e lo sfarzo degli arredi il punto di attrazione più
importante di Ca’ Zenobio.
Anche la pianta dell’edificio risulta
essere di nuova concezione rispetto alla tradizione veneziana, con due
lunghe ali che si sviluppano verso il giardino in fondo al quale Tommaso
Temanza realizzerà più tardi il tradizionale Casino, poi adibito a biblioteca, di tipologia molto semplice,
a tre vani paralleli passanti e una loggia sostenuta da quattro colonne di
marmo in stile classico.
Doverosa è infine una citazione dello splendido
giardino, uno dei più belli in Venezia. Concepito originariamente nello
stile detto “all’italiana”, il Conte Salvi lo trasformò in giardino di
stile romantico, aggiungendo due colline, legate tra loro da un ponticello
di legno in stile cinese.
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note
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La famiglia Zenobio, ricchi mercanti di
origine greca poi trasferitisi a Verona, conti del Sacro Romano Impero, vennero
ascritti al patriziato veneziano nel 1646 contro versamento della somma di
160.000 ducati. Come altri prima e dopo di loro, vennero detti “patrizi per
soldo”.
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