La sarìa curiosa ...

San Polo del taramoto

SESTIER DE

 DORSODURO

Il nome di questa curiosità,  San Polo del taramoto  (San Paolo del terremoto), fa riferimento ad un evento tellurico del gennaio 1347 More Veneto (Anno Veneto, quindi il 1348, secondo il calendario attuale) la cui forte intensità provocò in città un terrore così forte che da quel giorno la data del 25 gennaio venne per sempre ricordata, fino alla fine della Repubblica, appunto come  San Polo del taramoto .

La cronaca della memorabile giornata si trova trascritta, in caratteri gotici dorati, nella parte iniziale della lapide sormontata da due angeli che reggono il monogramma simbolo della schola granda de la Carità e che si trova collocata appena oltre l'ingresso all'ex convento della Carità, precisamente sopra il portone che un tempo metteva in comunicazione il chiostro con l'edificio della schola.

Sulla lapide si legge che il giorno della festa per la ricorrenza della Conversione di San Paolo, Venezia venne colpita da un terremoto che le cronache del tempo dichiarano durò, a fasi alterne, per ben quaranta giorni, arrivando addirittura a mettere in secca il Canalazzo.

A ricordo dello scampato pericolo, il giorno 25 gennaio venne in seguito dichiarato dal Mazor Consejo una delle feste di Palazzo. Avendo la pazienza di leggerla fino in fondo, oltre al taramoto, l'iscrizione riporta anche notizie sulla terribile pestilenza che ne seguì e che in quell'anno decimò la popolazione.

Poichè dell'esistenza della lapide tacciono tanto il Tassini che il Lorenzetti, ho fatto ricorso al Molmenti (La Storia di Venezia nella vita privata, TRIESTE, 1973, vol.I, pag. 415) dove però si trova pubblicata la trascrizione della sola parte iniziale:

 

IN NOME DE DIO ETERNO E DE LA BIADA VERGINE MARIA IN L ANO DE LA INCARNACION DEL NOSTRO SIGNOR MISER IHM XPO MCCCXLVII ADI XXV DE GENER LO DI DE LA CONVERSION DE SAN POLO CERCA ORA DE BESPERO FO GRAN TARAMOTO IN VENIEXIA E QUASI PAR TUTO EL MONDO E CAZE MOLTE CIME DE CAMPANILI E CASE E CAMINI E LA GLESIA DE SAN BASEIO E FO SI GRAN SPAVENTO CHE QUAXI TUTA LA GENTE PENSAVA DE MORIR E NO STTE LA TERA DE TREMAR CERCA DI XL E PUO DRIEDO QUESTO COMENZA UNA GRAN MORTALIDAD E MORIA ZETE DI DIVERSE MALATIE E RASION ALGUNI SPUDAVA SANGUE PER LA BOCA E ALGUNI VEGNIVA GLANDUXE SOTO LI SCAII E A LE LENZENE E ALGUNI VEGNIA LO MAL DE' CARBO PER LA CARNE E PAREVA CHE QUESTI MALI SE PIASE L UN DA L OTRO ZOE LI SANI DA L INFERMI. ET ERA LA ZETE I TANTO SPAVENTO CHEL PARE NO VOLEVA ANDAR DAL FIO E EL FIO DAL PARE E DURA QUESTA MORTALIDADE CERCA MEXI VI ...

 

L'iscrizione seguita ricordando Pietro Trevisan, guardian grande della Scuola, che rimase vittima del morbo e fu sostituito da Giacomo Bon. (cfr. BRUNETTI Venezia durante la peste del 1347, in Ateneo Veneto a. XXXII (1909), vol.I, pag. 289 segg., vol.II, pag.6 segg.).

 


 

 

 

CONTRADA

S. TROVASO

CAMPO

DE LA CARITA'

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