descrizione
architettonica
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Ca’ Donà, è un edificio Cinquecentesco la cui facciata
principale, che prospetta sul rio de
Sant’Agostin, risente degli influssi dello stile
dell’architetto Mauro Codussi.
L’edificio è suddiviso nel pè pian (piano terra), il mezzanino,
il soler (piano) nobile ed il
secondo soler con soprastante
abbaino.
In un gioco di linee verticali ed
orizzontali, la facciata risulta tripartita con l’inserimento agli angoli e
nella parte centrale di semicolonne in pietra d’Istria con capitello ionico
che appoggiandosi alle cornici marcapiano ne suddividono gli spazi. Il pè pian con il mezzanino, il piano
nobile, il secondo piano ed infine, oltre il frontone aggettante,
l’abbaino. Da notare fra il mezzanino ed il piano nobile e poi fra questi
ed il secondo piano, l’inserimento di due fasce dove, in quella inferiore
sono inseriti dei tondi in pietra d’Istria, mentre in quella superiore sono
collocati oculi ciechi in corrispondenza di ciascuna monofora laterale ma
tre sopra la quadrifora centrale.
Eleganti le due polifore centrali,
delle quali quella del piano nobile dispone del pergolo (balcone).
Collocato sopra la porta da mar il grande stemma della
famiglia Donà, sormontato dal corno dogale.
Negli ambienti interni si conservano
gli affreschi ai soffitti.
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note
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La
famiglia Donà, di antica origine,
era peṛ inclusa nel nucleo delle “casade curte”, facendo parte delle
“casade nove”, poiché venne ammessa in Mazor Consejo solo al tempo della sua serrata (1297).
Il
Ramo Donà da le rose fu invece ammesso
in Mazor
Consejo nel 1310, dopo la vittoriosa guerra con
Genova, ed anch’essa dunque era una “casada curta” del gruppo delle “casade
nove”. Entṛ a far parte delle famiglie “ducali” avendo dato alla
Repubblica il LXXIX Dose
Francesco Donà (1545-1553) del Ramo di San Marcuola, ed il XC Dose Leonardo
Donà (1606-1612) del Ramo di San Canzian.
Il
Ramo Donà da le tresse d’oro entṛ
a far parte delle famiglie “ducali” avendo dato alla Repubblica il XCIII Dose Nicoḷ Donà (4 aprile 1618 – 9 maggio 1618).
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