SESTIER DE

SAN POLO

San Rocco, laico

CONTRADA

SAN STIN

ricorrenza il giorno 16 agosto del calendario liturgico veneziano

Santa titolare della chiesa di: SAN ROCCO

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FRARI

SAN NICOLETO DE LA LATUGA

SAN STIN
SAN ZUANE EVANGELISTA

Rocco fu mMaestro di volontariato, sia al suo tempo come nel nostro, popolarissimo per secoli in Europa, quanto sfortunato con alcuni suoi biografi immaginosi e discordi, perfino sui dati così importanti come la nascita e la morte.

Concordemente lo si dice nato a Montpellier, in Francia, forse da famiglia agiata, tuttavia, perduti i genitori in giovane età, distribuisce ai poveri quello che ha e poi s’incammina pellegrino verso Roma.

Due dati sono certi: l’Italia e la peste. Rocco arriva nei luoghi attaccati dal terribile contagio, che a metà Trecento, col nome di Peste Nera, devasta l’intera Europa ma che già prima e anche dopo continua a manifestarsi in varie località. Rocco la incontra ad Acquapendente, presso Viterbo, fermandosi nel lazzaretto, per curare i malati, poi sulla strada per Roma, ancora si ferma a Cesena e a Rimini per altre epidemie, occupandosi di malati che a volte neppure i parenti vogliono assistere.

Rocco non si considera padrone neppure del suo tempo: i suoi giorni, mesi e anni sono anch’essi un bene sul quale i sofferenti hanno un diritto di prelazione, prima loro, poi tutto il resto, incluso il pellegrinaggio. Giunto infine a Roma, vi rimane tre anni, passando anche qui da un ospedale all’altro. In questa città si racconta che curi e guarisca un cardinale (forse Anglico de Grimoard), che lo presenta al in seguito al papa, tornato a Roma nel 1367 e riandando via tre anni dopo. Se fosse così, cade l’ipotesi di un Rocco nato a fine Duecento e in piena gioventù durante il soggiorno a Roma. Anglico de Grimoard, infatti, cardinale nel 1366, visse a Roma tra il 1368 e il 1371).

Anche il ritorno da Roma a Montpellier è interrotto da un’epidemia di peste, scoppiata a Piacenza ed anche qui Rocco vi si ferma e però questa volta egli ne viene contagiato. Divorato dalla febbre, sentendo vicina la fine, egli si trascina fino ad una capanna lungo il fiume Trebbia, per morirvi in solitudine; è proprio qui che lo viene a trovare il cane reso famoso dai artisti che lo dipingeranno sempre al suo fianco. Qui però non si tratta di miracoli: secondo la sua natura, il cane attira l’attenzione del padrone del terreno, il nobile Gottardo Pollastrelli, sullo sconosciuto giacente nella capanna e così Rocco, soccorso e curato, si ritroverà guarito.

Tornato a Montpellier, però, nessuno lo riconosce: scambiato per un malfattore, finisce in carcere senza ribellarsi, per cinque anni, fino a morire trentaduenne, il 16 agosto di un anno imprecisato. Nel secolo successivo, attraverso vicende controverse e ancora non del tutto chiarite, i suoi resti (o comunque la gran parte di essi) saranno portati a Venezia, della quale egli è compatrono, trovando definitiva collocazione nella chiesa a lui intitolata.

Nel 1584 papa Gregorio XIII iscriverà il suo nome tra quello dei santi.

San Rocco

L'iconografia ufficiale ritrae il Santo mentre mostra una gamba nuda con il bubbone derivato dal contagio della peste nera ed accanto a sè il cane.

 

San Rocco

L'etimologia del nome Rocco deriva dal tedesco: "grande e forte" oppure "di alta statura". Il Santo è patrono di invalidi e prigionieri.