La sarìa curiosa ...

el barbacan da parangon

SESTIER DE

 S. POLO

Per vedere la curiosità a cui, con poca fantasia, ho dato il titolo  el barbacan da parangon  è necessario allontanarsi dal ponte de Rialto percorrendo la riva del vin fino a raggiungere, dopo un breve tratto, l'imbocco della calle de la Madona. Su ambo i lati della lunga calle non si potrà fare a meno di notare, a mezza altezza, le caratteristiche file di barbacani (ossia modiglioni) che sostengono le facciate degli edifici, sporgenti sulla calle a partire dal primo piano.

Il barbacan è un elemento architettonico diffusissimo a Venezia, dove l'utilizzo razionale del poco spazio a disposizione per edificare non poteva non tenere nel dovuto conto anche le necessità legate alla viabilità. Come tante altre calli, anche questa offre alla vista due corpi di fabbrica allungati e paralleli, con piano terra destinato alle botteghe (pilastri di pietra e architravi di legno a vista), poi i barbacani posti a sostegno del muro superiore, permettendo così un’espansione in fuori delle unità abitative soprastanti, senza che però venga sacrificata la larghezza della calle.

Avanzando all'interno della calle, sulla destra, prima delle sporgenze, si può notare il nostro  barbacan da parangon  che venne volutamente ricavato dalla bianca e duratura pietra d'Istria piuttosto che dal legno, per essere collocato in sito appunto quale parangon (ossia vera e propria "pietra di paragone"), con il compito di indicare la massima sporgenza autorizzata.

Si noti perciò che oltre alla documentazione burocratica, che non sarà di certo mancata, i funzionari della Repubblica pensarono bene anche di fissare in modo tangibile il limite che era stato stabilito con i costruttori, secondo la consueta praticità derivante dallo spirito pragmatico della mentalità dei governanti veneziani.

A scanso di equivoci, la scritta che vi è incisa è perentoria e non lascia scampo:

 

PER LA IVRIDICIOM DI

BARBACANI

 

Il Tassini, nel suo Curiosità Veneziane, trattando delle molte altre calli denominate in città "de la Madona", non accenna a questa e pertanto omette di descrivere questa bella curiosità. Allo stesso modo il Lorenzetti in Venezia e il suo estuario non includendo la calle de la Madona dentro uno dei suoi itinerari, non parla di questo barbacan.

Scontato pertanto il ricorso al Molmenti (La Storia di Venezia nella vita privata, TRIESTE, 1973, vol.I, pag. 270 e pag. 272) dove, se si trascura l'errore riportato nella didascalia posta al piede della fotografia a pag. 270 (che indica erroneamente "calle del Paradiso a Santa Maria Formosa",  invece che correttamente "calle de la Madona a San Zuane de Rialto") così si legge:

"Per guadagnar spazio e allargare i piani superiori, le mura spesso si protendevano sopra le vie e sopra i rivi, sostenute da beccatelli, modiglioni o mensoloni di legno, onde la luce e l'aria penetravano a stento in certe calli, quasi del tutto coperte da sporgenze, come si può vedere nella calle del Paradiso a San Lio." Nella nota a piè di pagina: "Le sporgenze non dovevano oltrepassare una certa misura. Nel 1224 (27 settembre) Matteo Barbani di San Polo, per aver gità motigloni III per far altana supra rivo, è denunziato come trasgressore. (Liber Plegiorum)."

 

Mi sia concessa un'ultima annotazione per gli appassionati, se ancora ne esistono, dei confini delle antiche settanta Contrade in cui era divisa Venezia: come (forse) si sarà notato il Molmenti assegna la calle del Paradiso prima a Santa Maria Formosa (per la fotografia) e poi a San Lio (per la descrizione dei barbacani). La spiegazione è dovuta al fatto che, fin dai tempi antichi, detta calle fu sempre divisa a metà, per tutta la sua lunghezza, fra le due Contrade, che appunto qui confinavano.

 


 

Il modiglione marmoreo infisso nel muro

 

CONTRADA

S. ZUANE

DE RIALTO

CALLE

DE LA MADONA

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