descrizione
architettonica
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Ca’ Da Mosto rappresenta uno
dei più notevoli esempi di costruzione veneto-bizantina del XIII secolo,
conservata nel suo originale pianterreno con portico sull’acqua, tipico
della casa-fontego, di cui rimangono oggi tre arcate e il primo piano, con
il luminoso loggiato con un susseguirsi di archi rialzati con l’estradosso
appuntito.
I capitelli sono bizantineggianti e la
polifora è coronata da patere ed icone scolpite.
Nel corso del XVII secolo Ca’ Da Mosto è stata sopraelevata di due piani.
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note
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Una lapide sulla facciata ricorda che
qui nacque il famoso navigatore Alvise Da Mosto (1432-1488) che, al servizio
di Enrico re del Portogallo, scoprì le isole del Capo Verde, esplorò le
Isole Canarie e gran parte dell’Africa occidentale, compilando importanti
relazioni dei suoi viaggi. Quando nel 1463 fece ritorno a Venezia, gli
venne affidato il comando della “muda” delle galee per il commercio con l’Egitto.
Dal ‘500 al ‘700 Ca’ Da Mosto fu trasformata nella locanda più
rinomata di Venezia, il Leon Bianco,
dove soggiornarono l’imperatore Giuseppe II ed anche i principi ereditari
di Russia, in visita privata alla città con il nome di conti del Nord.
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