schola de devozion

schola de San Francesco

SESTIER DE

 CASTELO

La benedeta schola dell'ospeal de la Pietade delli poveri fantolini venne fondata nel 1346 da fra' Pietro d'Assisi, con l'intento di dare maggiore sostegno all'opera di assistenza dei fanciulli abbandonati, che egli aveva iniziato nel 1340 proprio in questa Contrada, fondandovi l'ospissio de la Pietà.

Quando però crescendo il numero dei bambini bisognosi di assistenza, fra' Pietro d'Assisi, (chiamato affettuosamente dal popolo Pieruzzo de la Pietà) si volse a cercare altre case da prendere in affitto, trovandole alfine in Contrada San Zuane in Bragora, nel 1346 colà egli fondava l'ospeal de la Pietà.

Benchè l'ospissio de la Pietà fosse ancora pienamente funzionante, nel 1356 il gastaldo propose di spostare la sede della schola presso la chiesa dei Frari ma una parte dei confratelli sollevò immediatamente la propria contrarietà, temendo che ciò potesse causare guasti irreparabili per "lo detrimento che riceveranno li fantolini del ospedal de la Pietade" e contro questa proposta essi ricorsero direttamente all'autorità del Dose.

Dopo lunghe discussioni, nel 1357 fu alfine stabilito che per non compromettere l'importantissima attività di ricovero ed assistenza svolta dall'ospissio de la Pietà la schola sarebbe dovuta rimanere in Contrada Santa Giustina, nello stabile presso la chiesa di San Francesco de la vigna, ma lasciando nel contempo ampia libertà ai confratelli che lo avessero preferito di spostarsi in Contrada San Tomà nella chiesa dei Frari. Restava inteso che nessun iscritto a una delle due schole avrebbe potuto partecipare alla vita dell'altra e viceversa; così infatti accadrà, e le schole diverranno due.

Nel 1456 la schola de San Bernardino si unì a questa, che così assume nel proprio titolo i nomi dei due Santi, pur continuando ad essere indicata dal popolo e dalle cronache come in antico.

Nel 1677 il guardian del convento attesta che la schola non ha alcuna proprietà all'interno della chiesa di San Francesco de la vigna, essa svolge le sue funzioni religiose presso l'altar maggiore che appartiene alla nobile famiglia dei Lippomanno. La sede è situata in campo de la confraternita, dove si tengono le aggregazioni del "cordon d'Assisi" dopo che nel 1586 con bolla di papa Sisto V la schola era stata aggregata all'Arciconfraternita Maggiore di Assisi ed eretta l'associazione del "Cordiglio". I confratelli non vestono l'abito religioso ma uno nero con i "ferraioli" (analogamente sarà dichiarato dal guardian della chiesa dei Frari per la schola gemella colà esistente). La terza domenica del mese è "ordenada" con messa cantata e, nel pomeriggio, processione.

Della decorazione pittorica che abbelliva l'interno della schola, andata completamente dispersa all'epoca della soppressione dei primi anni dell’800, è rimasta una descrizione: si ricordano quattordici tele con la storia della vita di San Francesco, eseguite dal Santacroce nel 1532, altri due quadri del Tintoretto, posti ai lati dell'altare, raffiguranti l'Angelo e la Vergine Annunciata e altri dipinti di piccole dimensioni; il penelo della schola era opera di Giovanni Laudis. Va detto però che un secolo più tardi lo Zanetti descriverà la presenza di tutt'altro patrimonio: una pala d'altare opera del Buono, cinque opere del Grassi e un Cristo che dona un libro a San Francesco opera del Segala.

Nel 1707 viene dichiarato che la mariegola originale è andata irrimediabilmente perduta nel corso di un furioso incendio, nel 1712 si ne approva quindi il rifacimento che viene terminato nel 1718.

Nel 1719 viene redatto l’elenco nominativo dei 164 confratelli iscritti e le cariche sociali in uso, che sono: il guardian grando, il vicario, il guardian de matin, il cancellier, due sindici, due degani de "mezo ano", dodici degani "de la zonta" e quattro degani "de respeto", due archivisti, quattro presidenti "a le caminade".

Nel 1772 viene stabilito che i confratelli possono portarsi (assieme ai membri delle schole del Santo Nome de Dio e di San Pasquale) all'adorazione del Santissimo presso la chiesa di San Piero de Castelo in Contrada San Piero de Castelo, ma senza pompe e limitandosi solo alla preghiera.

Nel 1783 un modulo a stampa attesta che una grazia di 12 ducati è stata assegnata a tale Cecilia Baggio, orfana di padre e madre, per il "maritar o monacar".

Nel 1790 in mariegola viene denunciato che nella stanza della schola che "fa angolo all'altro capo, verso la laguna", lateralmente al "dormitorio del convento", sono state rubate tutte le argenterie mediante un foro praticato sul tetto.

Con la caduta della Repubblica (1797), la schola viene soppressa in seguito ai decreti napoleonici del 1806 ed i beni incamerati dal Demanio. Demolito l’antico edificio, l’immobile che oggi ne ha preso il posto, al civico 2785, fu dapprima adibito a caserma per poi ospitare per lungo tempo gli uffici del Genio Militare. Ai nostri giorni, il complesso è stato trasformato in appartamenti per il personale della Marina Militare.

 


 

l'edificio sorto al posto della Scuola

   

CONTRADA

S. GIUSTINA

CAMPO DE LA CONFRATERNITA

 

<< va indrìo

ti xe un forastier inluminà ?

va a véder ai Frari la

schola de S. Francesco

 

va a véder l'

ospissio de la Pietà

 

va a véder l'

ospeal de la Pietà

 

par saverghene de più ...

 

COMUNE DI VENEZIA "Arti e mestieri nella Repubblica di Venezia",

Verona 1980

 

FRANCA SEMI "Gli Ospizi di Venezia",

Venezia 1984