Costruita entro un’area di terreno
irregolare, ricavata all’incrocio fra Rio de la Panada e Rio
de Ca’ Widmann,
Ca’ Soranzo
Van Axel è unanimemente riconosciuta come
uno dei pochi esempi di dimora tardo gotica conservatisi integri in città.
Anche recuperando materiale dal
precedente edificio gotico, fra il 1473 e il 1479 Marco Nicolò Soranzo intraprese grandi lavori di restauro che
portarono alla realizzazione di un edificio pensato per l’uso contemporaneo
di due distinti nuclei familiari. Ca’ Soranzo Van
Axel dispone infatti di due porte da tera e
di due porte da mar, due corti
interne (una grande, l’altra più piccola), due scale esterne a servire il
primo e il secondo piano nobile e due cisterne d’acqua dolce con relative vere
da pozzo.
L’elemento che maggiormente
caratterizza la facciata dal lato che guarda il Rio
de la Panada (la più estesa delle
due), è costituito dalla presenza di quadrifore con pergolo (balcone) per ciascuno dei due piani nobili, con ai
lati due monofore sebbene non simmetricamente disposte. La facciata che
guarda Rio de Ca’ Widmann è
abbellita invece da una trifora per ciascuno dei piani nobili (di cui
quella del primo piano priva di pergolo
e con capitelli ionici, realizzata dai Van Axel)
con al lato destro monofore e sul sinistro le finestre che denunciano così la
diversa disposizione degli spazi all’interno. A causa del poco spazio
disponibile, i retrostanti porteghi (saloni) risultano di dimensioni ridotte
rispetto alla media e con la curiosa conformazione a “L” dovuta appunto dagli
affacci non simmetrici.
La porzione di edificio sopraelevata,
che termina con il caratteristico camino a cono rovesciato, fu realizzata nel
Cinquecento ed è visibile anche nella veduta prospettica di Jacopo De’
Barbari del 1500.
Di particolare rilievo è la porta da tera
posta al termine della Fondamenta de le Erbe, con il battente
a forma di pesce, è costituita da un grande portale con lunetta di marmo
giallo e al centro l’arma dei Van Axel; il
portone in legno è originale dell’epoca e forse l’unico nel suo genere sopravvissuto
in città.
All’interno, dal grande cortile la scala
scoperta con la balaustra disseminata di testine antropomorfe, serve il
secondo piano nobile e dal pianerottolo ricavato sul muro che divide questo
dal cortile più piccolo, attraverso un “oculus”
si possono ammirare i marmi che rivestono la chiesa dei Miracoli. La scala scoperta che conduce al primo
piano nobile si trova nel cortile più piccolo.
Sopra il portale e nei cortili si
trovano ancora grandi superfici di affreschi esterni policromi in un buon
stato di conservazione.
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