SESTIER DE

CASTELO

ciexa de la Celestia

CONTRADA

S. TERNITA

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Cenni storici:

Secondo la tradizione, la chiesa della Celestia sarebbe stata iniziata nel corso 1119 dalla nobile famiglia Celsi e terminata nel 1239, essendo Dose Jacopo Tiepolo; anche se in realtà i lavori non si completarono prima del 1261.

Posta fra le fabbriche del convento e il margine lagunare con l'asse longitudinale parallelo a quest'ultimo la chiesa presentava lo schema planimetrico basilicale a tre navate; il campanile poggiava sul fianco destro all'altezza della zona absidale. Crollata quasi del tutto quando, incendiatosi l'Arsenale nel 1569, esplose il recinto de le polveri, la chiesa s'iniziò a rifabbricare nel 1581 a pianta centrale ad imitazione del Pantheon, tuttavia in seguito a dubbi e litigi sorti fra le monache, tutto venne nuovamente demolito e il nuovo edificio impostato su pianta a croce latina.

La nuova chiesa, iniziata nel 1606 era terminata nel 1611 per venire riccamente restaurata nel 1686.

Nel corso della seconda occupazione francese (1806 - 1814) anche la chiesa e il convento della Celestia, dopo che vi erano state concentrate, all'epoca delle soppressioni conseguenti alla prima occupazione napoleonica, le monache provenienti dai conventi di San Maffio de Mazorbo e di San Daniel, vennero soppressi, il 25 aprile 1810.

Dopo più di un decennio di abbandono, spogliata di ogni arredo, nel 1824, seguendo la sorte del monastero, anche la chiesa venne annessa all'Arsenale, e tosto ricostruita per essere adibita a magazzino.

In seguito l'edificio venne completamente demolito e al suo posto presero posto gli attuali edifici dell'Università.

 

Opere d'arte:

All'interno della chiesa si trovavano, fra le altre tombe di uomini altrettanto illustri, anche quella di Carlo Zen, capitan general da mar, morto nel 1418 ed i cui resti finirono alla rinfusa nell'isola-ossario di Sant'Arian.

 

In ricordo dell'antico complesso religioso è rimasto un bassorilievo datato 1363, opera di maestro veneziano, raffigurante la Madonna col Bambino ed i Santi benedetto e Bernardo, oggi nelle raccolte del Seminario Patriarcale.

 

L'INTERNO

Lungo i lati della navata erano collocati tre altari, mentre ai lati della cappella maggiore si aprivano altre due cappelle.

Nel braccio sinistro della crociera era alloggiato l'organo.

Come in molte altre chiese monastiche, si veda ad esempio la chiesa di Sant'Isepo di Castelo, sulla controfacciata era collocato il barco (coro pensile), riservato alle monache, sostenuto da colonne e chiuso all'intorno da grate.

 

Il convento:

venne fondato nel 1237 in onore di Santa Maria Celeste dal ricco patrizio Renier Zen, che fu poi Doge, quand'egli, concluso l'incarico di Podestà di Piacenza, rientrò a Venezia portando con sè dodici monache dell'ordine Cistercense. Considerato uno dei più nobili monasteri della città, non mancò tuttavia di suscitare scandalo fra il Trecento e il Cinquecento a causa dei costumi non proprio morigerati delle monache, molte delle quali erano costrette dalle rispettive famiglie a prendere i voti per non disperdere il patrimonio.

Nel corso della seconda occupazione francese (1806 - 1814) anche la chiesa e il convento della Celestia, dopo che vi erano state concentrate, all'epoca delle prime soppressioni napoleoniche, le monache provenienti dai conventi di San Maffio de Mazorbo e di San Daniél, vennero soppressi, il 25 aprile 1810.

Assieme alla parte ancora libera dell'orto, il convento venne aggregato all'Arsenale, venendo utilizzato per ospitare prima le truppe di Marina, in seguito la Scuola per meccanici navali ed ai nostri giorni una delle sedi dell'archivio storico comunale.

 

Il campanile: (campaniel)

poggiava sul fianco destro della chiesa, all'altezza della zona absidale.

Venne demolito assieme alla chiesa.

 

 

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