SESTIER DE

CASTELO

Sant'Elena Imperatrice, madre di Costantino

CONTRADA

S. PIERO

DE CASTELO

ricorrenza il giorno 18 agosto del calendario liturgico veneziano

Santa titolare della chiesa di:  SANTA LENA IN ISOLA

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Nell’iconografia, specie orientale, Elena viene spesso raffigurata in compagnia del figlio, l’imperatore Costantino, e ambedue sono posti ai lati della Croce.

Il grande merito di Elena fu appunto il ritrovamento della Vera Croce, come quello di Costantino fu donare la libertà di culto ai cristiani, che per trecento anni erano stati perseguitati ed uccisi a causa della loro fede.

Di Elena i dati biografici sono scarsi, nacque verso la metà del III secolo forse a Drepamim in Bitinia, cittadina a cui fu dato il nome di Elenopoli da parte di Costantino, in onore della madre.

Essa discendeva da una famiglia di umili origini e secondo Sant'Ambrogio, esercitava il mestiere di ‘stabularia’ cioè di locandiera con una stalla per i cavalli e fu in qualche occasionale passaggio di soldati che conobbe Costanzo Cloro, ufficiale romano, che la sposò nonostante lei fosse di grado sociale inferiore, diventando così moglie ‘morganatica’.

Nel 280 ca., a Naisso in Serbia, diede alla luce Costantino ma nel 293 Elena dovette allontanarsi dalla corte quando il marito, divenuto "cesare", per ragioni di Stato dovette sposare Teodora, figliastra dell’imperatore Massimiano Erculeo.

Il figlio Costantino venne da lei allevato con grande amore alla corte di Diocleziano (243-313), educato ad un futuro che si rivelò di sommo prestigio. In virtù del nuovo sistema politico della tetrarchia, nel 305 Costanzo Cloro divenne imperatore, e Costantino lo seguì in Britannia nella campagna di guerra contro i Pitti. Nel 306, alla morte del padre, egli venne acclamato dai soldati e ne assunse il titolo e il comando.

Divenuto imperatore, Costantino richiamò presso di sé la madre, dandole il titolo di ‘Augusta’, la ricoprì di onori, dandole libero accesso al tesoro imperiale, facendo incidere il suo nome e la sua immagine sulle monete. Di queste importanti prerogative Elena Flavia Augusta fece buon uso, beneficò generosamente persone di ogni ceto ed anche intere città, la sua bontà portò soccorso ai poveri, fece liberare molti condannati dalle carceri o dalle miniere e anche dall’esilio.

Fu donna di grande fede e quanto essa abbia potuto esercitare la sua influenza sul figlio nell’emanazione dell’editto di Milano (313) che riconobbe libertà di culto al cristianesimo, non ci è dato sapere. Due sono le ipotesi storiche, una di Eusebio, che affermava che Elena fosse stata convertita al cristianesimo proprio dal figlio Costantino, e l’altra di Sant'Ambrogio che invece affermava il contrario e certamente dovette andare così, perché Costantino venne battezzato solo in punto di morte, nel 337.

Nelle vicende e gli intrighi di corte, Elena assunse sempre un atteggiamento di grande prudenza, specie quando Costantino nel 326 fece uccidere il figlio Crispo, avuto da Minervina, su istigazione della matrigna Fausta e poi la stessa moglie Fausta, che morì perchè sospettata di attentare al suo onore.

Forse a causa di questi terribili episodi che avevano coinvolto il figlio, a 78 anni, nel 326, Elena sentì il bisogno di intraprendere un pellegrinaggio verso i Luoghi Santi di Palestina. Qui giunta, ella si adoperò per la costruzione della Basilica della Natività a Betlemme e quella dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi, che Costantino poi provvide a far ornare splendidamente.

La tradizione vuole che Elena, salita un giorno sul monte Golgota per far demolire gli edifici pagani fatti costruire dai romani in quel sacro luogo, scoprì la vera Croce di Cristo, quando il cadavere di un uomo messo a giacere su di essa ritornò miracolosamente in vita. Assieme alla Croce Elena ritrovò anche tre chiodi, che donò al figlio Costantino, il quale ne forgiò uno nel morso del suo cavallo e un altro venne incastonato all’interno della famosa Corona Ferrea, oggi conservata nel duomo di Monza.

Elena morì a circa 80 anni, assistita dal figlio, verso il 329 in un luogo non identificato. Il suo corpo venne però subito trasportato a Roma e sepolto sulla via Labicana, “ai due lauri” (oggi Tor Pignattara); posto in un grandioso sarcofago di porfido (trasportato nell’XI secolo al Laterano e oggi è conservato nei Musei Vaticani), collocato in uno splendido mausoleo a forma circolare con cupola.

Essa fu da subito considerata una santa e con questo titolo fu conosciuta nei secoli successivi; i pellegrini che arrivavano a Roma non omettevano di visitare anche il sepolcro di Sant'Elena, situato tangente al portico d’ingresso della Basilica dei Santi Marcellino e Pietro.

Il suo culto si diffuse largamente in Oriente e in Occidente, l’agiografo Usuardo per primo ne inserì il nome nel suo ‘Martirologio’ al 18 agosto e da lì passò nel ‘Martirologio Romano’ alla stessa data; in Oriente è venerata il 21 maggio insieme al figlio San Costantino imperatore.

Gli strumenti della Passione da lei ritrovati, furono custoditi e venerati nella Basilica romana di S. Croce in Gerusalemme, da lei fatta costruire per tale scopo. Le sue reliquie hanno avuto invece una storia a parte: dopo due anni dalla sepoltura, il corpo sarebbe stato trasferito da Roma a Costantinopoli e posto nel mausoleo che l’imperatore aveva preparato per sé. Su questo punto le notizie però discordano: una prima tradizione dice che nell’840 il presbitero Teogisio dell’abbazia di Hauvilliers (Reims) trasferì le reliquie in Francia; una seconda tradizione afferma che verso il 1140 papa Innocenzo II le trasferì nella Basilica romana dell’Aracoeli; infine una terza tradizione dice che il canonico Aicardo le portò a Venezia nel 1212. È probabile che il percorso sia stato Roma - via Labicana, poi Reims e dopo la Rivoluzione Francese le reliquie siano state definitivamente collocate nella Cappella della Confraternita di S. Croce nella chiesa di Saint Leu di Parigi; qualche reliquia potrebbe essere giunta negli altri luoghi dell’Aracoeli a Roma e a Venezia.

Sant'Elena è la santa patrona di Pesaro e Ascoli Piceno ed è venerata con culto speciale anche in Germania e in Francia.

Nel più grande tempio della cristianità, San Pietro in Vaticano, Sant'Elena è ricordata con una colossale statua in marmo, posta come quelle di Sant'Andrea, la Veronica e di San Longino, alla base dei quattro enormi pilastri che sorreggono la cupola di Michelangelo e fanno da corona all’altare della Confessione, sotto il quale c’è la tomba dell’apostolo Pietro.

 

Sant'Elena
L'iconografia ufficiale ritrae la Santa mentre sostiene la "vera croce" che essa scoprì salendo sul Golgota.

Sant'Elena

L'etimologia del nome deriva dal greco: "splendente, fiaccola". La Santa è patrona dei fabbricanti di chiodi ed aghi; invocata da chi cerca oggetti smarriti.