la mariegola

schola dei Santi Geremia e Bortolomio

del tragheto de San Geremia

SESTIER DE

 CANAREGIO

Nel 1394, contro versamento di un canone annuo, il parroco della chiesa di San Geremia affitta alla fraglia una casa di proprietà della parrocchia, per utilizzarla quale sede della schola. Viene compilata anche la mariegola, che riporta le consuete disposizioni riguardo l'entità economica della luminaria (iscrizione), l'organizzazione delle cariche direttive, le celebrazioni religiose e quelle in suffragio dei confratelli defunti.

Nel 1467, in base agli accordi pattuiti con il parroco, la schola potrà seppellire i propri confratelli nelle arche ma corrispondendo un compenso.

Nel 1517 i Provedadori de Comun delimitano i confini del tragheto, ordinando che nessuno possa far nolo "dai pali del tragheto di Santa Sofia fino ai pali de le Beccarie e fino ai pali di San Felise, dal ponte de piera de San Zandegolà fino a le colone de Ca' Correr, dal ponte de legno in Canarejo fin a la scovazera de San Jeremia". Il tragheto si suddivideva al suo interno in due schole distinte: una formava il tragheto de San Geremia, riva de Biasio e Beccarie e la seconda invece il tragheto di Santa Sofia.

Nel 1518 i Provedadori de Comun ordinano che i barcarioli del tragheto de San Geremia, riva de Biasio e Beccarie non siano più di 65; il Gastlado dovrà adoperarsi per la riparazione delle rive e qualora non vi provvedesse, due della Banca dovranno intervenire addebitandogli le spese.

Nel 1534 i Provedadori de Comun proibiscono ai barcaroli del tragheto de Marghera di molestare questo tragheto, ormeggiando le loro barche all'interno dei confini stabiliti.

Nel 1536 i Provedadori de Comun stabiliscono che al tragheto de Santa Sofia possano essere assegnate fino a 40 barche.

Nel 1551 viene chiesta ai Provedadori de Comun l'autorizzazione a poter vendere una libertà (licenza di nolo) per ricavare il denaro necessario a rifare la sede della schola del tragheto de San Geremia, riva de Biasio e Beccarie che minacciava di crollare.

Allo stesso modo, l'anno seguente i Provedadori de Comun approvano la decisione del Capitolo del tragheto de Santa Sofia di vendere la libertà (licenza di nolo) di due barche, e di utilizzare il ricavato per la costruzione della loro schola e per la manutenzione ordinaria del traghetto.

Nel 1556 viene concesso ai pescatori di Burano di poter ormeggiare le loro barche entro i confini del traghetto al fine di vendere il loro pescato, ciò a condizione che non intralciassero il lavoro dei barcarioli.

Nel 1564 i Provedadori de Comun approvano la decisione del Capitolo del tragheto de San Geremia, riva de Biasio e Beccarie che proibisce a chiunque di ormeggiare la barca al "pontil del soldo de San Geremia", al fine di evitare intralcio al regolare svolgersi del servizio di traghetto.

Nel 1583 la schola stringe accordi con il Capitolo di San Geremia, in base ai quali questa avrà assegnato l'altare che confina con la sacrestia e davanti al quale verrà fatta l'arca per la sepoltura dei confratelli. In cambio di un compenso annuale, se lo desiderasse, la schola potrà utilizzare per la propria sede "il luoco sora la sacrestia, dove c'è l'organo", impegnandosi però a spostare l'organo stesso sopra la porta "che è in faccia all'altar grando, facendo un pergolo di legno secondo l'uso".

Nel 1613 i Provedadori de Comun approvano quanto stabilito dal Capitolo, che ricostruirà l'altare e farà anche un reliquiario per esporre il braccio di San Bortolomio, in possesso della schola.

Nel 1682 viene emessa una "Ducale" di richiamo al Gastaldo del tragheto di Santa Sofia perchè i barcarioli non offendano "in atti, fatti e parole" i compagni del tragheto de San Geremia, riva de Biasio e Beccarie.

Nel 1719 era il tragheto de dentro che sommava il maggior numero di libertà (ben 71).

Nel 1774 il tragheto manteneva 20 barche in servizio notturno, distribuite nei tre stazi.

Nel 1812 vengono fissate in tredici punti le nuove regole della schola.

CONTRADA

S. GEREMIA

FONDAMENTA

S. GEREMIA

va a veder el tragheto:

San Geremia >>

 

<< va indrìo