La sarìa curiosa ... |
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Se lo si osserva dalla fondamenta Gasparo Contarini, Palazzo Mastelli, detto comunemente dai veneziani la caxa del camélo (la casa del cammello), può far credere che esso costituisca una unità abitativa a sé stante, senza nessun collegamento con le altre più modeste casette che gli sorgono a fianco e poi sul retro. In realtà esso forma invece un'unica grande tipologia abitativa, arrivando a comprendere il gruppo di abitazioni che si affacciano in campo dei Mori e in fondamenta dei Mori, dove insistono sia lo splendido arco architravato di gusto orientaleggiante che introduce nella corte del porton dei mori che, a seguire, il palazzetto dove nacque, e a lungo visse, il celebre vedutista Tintoretto. Di questa curiosità, il Molmenti (La Storia di Venezia nella vita privata, Trieste, 1973, vol. II, pag. 259) offre una descrizione accurata: "La casa nel campo dei Mori termina con un palazzo archiacuto, che ha la facciata sul rivo, ornata di sculture, tra le quali una che rappresenta un uomo, in costume orientale, che guida un cammello, onde il palazzo si chiama del cammello, i tre fratelli Rioba, Sandi ed Afani si crede abbiano dato origine alla cittadinesca famiglia Mastelli, mercanti di zuccheri e droghe, che avevano una spezieria sulla fondamenta di Cannaregio all'insegna del cammello. La casa dei Mori, nell'ultima grande guerra, colpita da una bomba di un aeroplano austriaco, rimase mezzo diroccata, seppellendo sotto le sue rovine alcune persone. Fu malamente rifatta, ma le tre statue furono rimesse al loro posto". Sul perchè della scelta di murare sulla facciata il bassorilievo raffigurante un cammello ed il suo conducente, che in ogni caso "marca" in modo univoco la caxa del camélo fra le centinaia delle altre magioni che sorgano in città, è legata una favola, tanto romantica quanto altamente improbabile: narra la leggenda che un ricco mercante orientale, dovendo lasciare la terra natìa per spostarsi a Venezia, salutasse così la fanciulla che non aveva voluto accettare la sua proposta di sposarlo: "io dunque parto con il cuore straziato e cercherò di dimenticarti, ma, se un giorno alfine vorrai raggiungermi a Venezia, ti sarà sufficiente chiedere dove si trova la casa del cammello". Più verosimilmente, il bel palazzo era di proprietà dei tre fratelli, Rioba, Sandi e Afani, che arrivarono a Venezia fuggendo dalla Morea invasa dal Turco e le cui sembianze si dice siano riportate nelle statue che si trovano nel vicino campo dei Mori. Certa infine è l'appartenenza della dimora alla famiglia Mastelli, di provenienza levantina, che si arricchì in Venezia con il fiorente commercio delle spezie. Sia il Tassini che il Lorenzetti si dilungano con dovizia di particolari sulla storia di questi fratelli, detti "i mori" (vai per questo alla curiosità Sior Antonio Rioba e i so do (o tre) fradei ).
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