la mariegola

schola de San Luca

dei depentori

SESTIER DE

 CANAREGIO

Nel 1376 i depentori, che fino ad allora si erano riuniti nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, si trasferiscono nella chiesa di San Luca, confermando a quel Capitolo la disponibilità della loro schola a prendersi cura dell'altare del Santo titolare della chiesa e loro patrono.

Nel 1436 il Capitolo chiede ai Giustizieri Vechi la conferma dei capitoli della vecchia mariegola che avevano dimostrato grande efficacia nella gestione della schola. In essa, oltre ai consueti obblighi di partecipazione alle onoranze funebri dei confratelli e per gli eletti alle cariche. E' ricordato che la schola si riunirà nella chiesa di San Luca e che coloro che non risultano iscritti all'Arte non possono vendere "Ancone" (icone sante) a Venezia.

Nel dicembre dello stesso anno i Provedadori de Comun e i Giustizieri Vechi approvano la decisione del Capitolo che chiede l'obbligo di iscrizione all'Arte anche per gli specieri che vendessero specchi decorati con dipinti. Nel 1482 un ordine simile viene emanato affinchè anche i coltreri da tajo e i coltreri da ponto debbano risultare iscritti a questa schola per poter esercitare legalmente il mestiere.

Nel 1495 l'importante consesso del Pien Colegio richiama i Diese Savi a le decime alla moderazione circa la tassazione che grava sull'Arte, indicata come "poverissima".

Nel 1504 i Giustizieri Vechi condannano alcuni frutarioli che vengono scoperti mentre vendevano abusivamente "carte depente da zugar" (carte da gioco dipinte), spettando solo alla schola tale commercio. I cartoleri (cioè i fabbricanti e venditori di carte da gioco) avranno il diritto di eleggere uno che appartenga al loro colonelo presso la Banca.

Nel 1515 viene stabilito che sarà compito del nonzolo esporre il penelo della schola nelle feste di San Marco, Pasqua, Natale, Sensa, Pentecoste e nel giorno di San Luca (18 ottobre). Con il penelo il nonzolo dovrà partecipare anche ai funerali dei confratelli.

Nel 1518, mentre viene confermato il diritto del colonelo dei cartoleri di avere voce in Capitolo, è offerta anche ai recamadori la possibilità di iscriversi all'Arte. Viene stretto un accordo con il Capitolo parrocchiale di San Luca per la costruzione dell'arca dove dare sepoltura ai confratelli poveri.

Nel 1530 grazie alla generosa donazione testamentaria del pitor Vincenzo Catena, la schola acquista, nel 1531, un'area entro il territorio della contrada di Santa Sofia, dove poter costruire la sede della schola. I lavori si concludono nel 1536 e nel chiostro del Seminario patriarcale si conserva la lapide che ne ricorda l'inaugurazione. L'edificio, ancora oggi visibile, è collocato fra la chiesa di Santa Sofia e la calle sporca o Priuli; costruito su due "soleri" (piani), con quattro finestre per piano, si trova oggi agli anagrafici 4186 e 4190 ed affacciato sulla strada nova. Sul pilastro d'angolo sinistro e sull'ultimo pilastro a destra si possono osservare ancora i due bassorilievi ovali che raffigurano il protettore San Luca, con accanto il bue, simbolo dell'Evangelista, nell'atto di dipingere. La sala del Capitolo si trovava al secondo piano e conteneva dipinti di Palma il Giovane, del Liberi, del Padovanino, di Del Moro, Varotari, Mancini.

Nel 1536 la schola lascia la chiesa di San Luca e si trasferisce in quella di Santa Sofia.

Nel 1569, come già i libreri da carta bianca e da conti e i coffaneri, sono accolti nella schola anche i curoidoro, uno dei quali dovrà essere annualmente eletto alla Banca. I curoidoro (cuoi dorati) erano pelli, di solito di bue o vitello, talora di capra o montone, opportunamente trattate, tagliate a rettangoli uniformi, cucite tra loro e decorate. I motivi geometrici di fondo venivano incisi mediante stampi o punzoni; successivamente, su di un sottofondo a base di chiara d'uovo e sostanze gommose, si applicava la foglia d'argento o lo stagno, quindi abilmente lavorati fino a somigliare all'oro. A completamento si dipingevano motivi decorativi, naturalistici o di fantasia. I cuoridoro erano adoperati per tappezzeria alle pareti. Passarono di moda alla fine del settecento.

Nel 1620 i Provedadori de Comun approvano la decisione del Capitolo che impone una forte multa contro chi venisse eletto Gastaldo o Sindaco senza saper leggere o scrivere.

Avendo da tempo spostato le funzioni religiose nella chiesa di Santa Sofia, nel 1626 il Gastaldo in carica, del colonelo dei cuoridoro, propone di fare ritorno a San Luca per celebrarvi la festa del patrono e per gli uffici in memoria dei confratelli defunti. Nel 1643 la schola stringe un accordo con il Capitolo di Santa Sofia per la celebrazione, nei locali della schola, di messe annuali e di quella solenne nel giorno di San Luca.

Nel 1652 i Provedadori de Comun e i Giustizieri Vechi autorizzano il Gastaldo e la Banca a mettere ordine nei coloneli dell'Arte: miniadori, indoradori, cuoridoro, targheri, depentori, cartoleri, pitori.

Nel 1682 i pitori ottengono dal Senato di potersi separare dall'Arte costituendo il Colegio dei pitori; a loro volta i Provedadori a la Giustizia Vechia stabiliscono che la mariegola resterà alla schola, mentre il Colegio dei pitori potrà farne una copia a sue spese. In seguito, nel 1684, suscitando le ire degli altri coloneli, i Provedadori a la Giustizia Vechia assegnano al Colegio dei pitori la proprietà della sede e delle case della schola.

Nel 1787 nei bilanci dell'Arte sono indicate spese nella chiesa di Santa Maria Nova, Santa Sofia e San Luca.

Con la caduta della Repubblica, in seguito agli editti napoleonici del 1807 l'Arte venne soppressa e tutti i beni incamerati dal Demanio. Più tardi l'edificio sede della schola venne venduto a privati che lo trasformarono in abitazioni.

 


 

la facciata della Scuola
bassorilievo di San Luca e il bove
bassorilievo di San Luca e il bove

CONTRADA

S. SOFIA

CALLE

SPORCA O PRIULI

<< va indrìo