la mariegola |
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Nel 1318 viene fondata la schola ed in mariegola vengono elencate una quarantina di feste annuali durante le quali sarà vigente per i compagni l'obbligo di non lavorare e di tenere chiusa la bottega. Nel 1320 il Capitolo ribadisce che poichè tutti i compagni sono sempre avvisati della data del "pasto" (pranzo sociale), una pena pecuniaria sarà impartita contro chi non vi partecipa; questa tradizione, comune a tutte le schole, verrà temporaneamente interrotta da un decreto del 1324 emesso dai Provedadori a la Giustizia Vechia. Nel 1373 la schola decide che alla festività di Sant'Antonio abate (17 gennaio), venga aggiunta anche quella di San Marziale (3 luglio), per ricordare la vittoria navale della Repubblica alle Bastie di Zara e la guerra contro i padovani. Nel 1604 Sant'Antonio abate è eletto patrono dell'Arte dei paternosteri. Viene fatto dipingere un penelo (insegna) che lo raffigura e ci si impegna per l'acquisto di due aste. Nel 1615 vengono stretti accordi con i padri francescani che concedono all'Arte l'uso di un locale che si trova all'interno del primo chiostro della chiesa di San Francesco de la vigna, vicino alla schola de la Concezion, con il patto però di non alterarlo con lavori alla planimetria. La schola riceve in uso anche la cappella di Sant'Antonio abate. Il 29 aprile 1629 anche i suppialume vengono aggregati alla schola. Successivamente, nel 1647, verrà meglio specificato che questo colonelo può tenere i propri Capitoli separati da quelli dei paternosteri, che ciascuna Arte avrà il proprio Gastaldo e che anche le mariegole saranno distinte. Solamente la festa patronale sarà celebrata assieme e, per evitare litigi, viene infine disposto che l'impegno dell'organizzazione ricada un anno su una schola e quello seguente sull'altra. Nel 1670, nel mentre viene eletto un sacerdote perchè espressamente accompagni i confratelli alla sepoltura, la schola acquista un'arca "da le bande de la Concezion" (cioè vicino alla schola de la Concezion). Nel 1742 la schola ha costruito una nuova arca, riservata ai paternosteri, che l'hanno richiesta per dare sepoltura ai loro confratelli. La schola, che aveva inizialmente sede nel convento della chiesa di San Francesco de la vigna, viene spostata in un edificio sito da qualche parte lungo la salizada Santa Giustina, concesso anch'esso in affitto dai padri francescani. Caduta la Repubblica, la schola viene soppressa a causa degli editti napoleonici ed il 23 gennaio 1809 la pala del Santo, che si trovava sull'altare di legno nella sede della schola dell'Arte dei perleri in uno dei chiostri del convento dei padri francescani, viene posta in vendita ed acquistata da una parrocchia di Verona.
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