L'Arte
dei spitieri de grosso riuniva gli artigiani
che preparavano dolcetti ricoprendo con zucchero o miele: le mandorle, i pinoli,
gli anici, i coriandoli, i cedri e le pere. Preparavano anche le
confetture; da qui il nome del mestiere: spitier
de confeti o confeter. Erano aggregati all'Arte
anche i cereri,
famosi per l'abilità con la quale riuscivano a riprodurre qualunque frutto,
tanto da faticare non poco a distinguerlo dal vero. Agli spitieri de grosso era proibito acquistare
la materia prima fuori di Venezia, ad eccezione dello zucchero trattato con
essenza di violetta e acqua di rose, adoperata come profumo e che veniva aspersa
il 25 di giugno sui presenti in basilica di San Marco per ricordare la
miracolosa apparizione dell'evangelista.
La
statistica del 1773 contava: per gli spitieri de
confeti: 77 capimaestri,
42 garzoni, 71 lavoranti; 84 botteghe. Per i cereri: 16 capimaestri,
19 garzoni, 103 lavoranti a salario; 16 cererie. Per gli spitieri de grosso: 20 capimaestri,
19 garzoni, 20 lavoranti a salario; 20 botteghe. Per i rafinadori
de sucaro: 4 capimaestri,
6 garzoni, 31 lavoranti; 4 raffinerie.
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