la mariegola |
|
||
|
Il 20 ottobre 1445, poichè la vecchia mariegola rischiava di essere resa inutilizzabile da un decreto emesso dal Senato nel 1429, i Provedadori de Comun accolgono la richiesta del Gastaldo dell'Arte di riformare lo statuto. Viene perciò specificato nuovamente il diritto esclusivo dei segadori di fornire tavole di legno, ripetuti gli incarichi direttivi dell'Arte e il diritto per i compagni di ricevere "pan et candela" contro versamento della luminaria (quota associativa annua). Nel 1499 la Banca, rilevando quanto sia disonorevole che molti compagni senza lavoro vadano questuando per la città, stabilisce che ogni maestro assuma un lavorante o versi un corrispettivo in denaro nel caso facesse già lavorare fratelli o figli. Nel 1586 si tiene il Capitolo generale nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, dove i presenti criticano l'utilizzo malsano fatto delle risorse economiche della schola. Nel 1598 la schola ottiene l'assegnazione del proprio altare nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, dove potrà anche collocare l'arca per dare sepoltura ai compagni. Fra il 1630 e il 1796 la schola teneva i propri Capitoli nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo oppure nell'entrata della "canonica del Primicerio", oppure nella chiesa di San Zuane dei Furlani o, infine, nel vicino oratorio di Santa Scolastica. Nel 1693 il Capitolo approva che con i proventi dell'autofinanziamento venga celebrata una messa quotidiana di suffragio nella chiesa di Sant'Antonio de Castelo. La preponderanza del numero dei segadori che erano occupati dentro l'Arsenale, spinse la schola ad acquistare un'arca anche in chiesa di San Domenego de Castelo, dove si trovava l'iscrizione:
SEPOLTURA DE LE MAESTRANZE DE L'ARSENAL ED ALTRI 1708 SCOLA DEL SS. NOME DI MARIA
Presso il Museo Correr di Venezia, si conserva il penelo dell'Arte, ovvero lo stendardo che veniva portato dall'alfiere durante le processioni e nelle altre occasioni pubbliche.
|
||
|
|||
|