Ospeal mazor

Ospeal dei Incurabili

SESTIER DE

DORSODURO

Nel 1517 Gaetano da Thiene, fondatore dell'ordine dei Teatini e Santo, riuscì a farsi assegnare un terreno poco distante dalla chiesa dello Spirito Santo, sul quale egli costruì un ospissio in legno, al fine di dare accoglienza a uomini e donne affetti da quello che veniva allora chiamato il morbo gallico od anche mal francese, quindi i malati di sifilide. Mancando in quel tempo i mezzi terapeutici adeguati per combattere la terribile malattia venerea, l'edificio accoglieva, appunto, degli incurabili.

Con i proventi di una questua in seguito autorizzata dal Consejo dei Diese e con il generoso sostegno economico offerto dalle nobildonne Maria Malipiero e Marina Grimani, nel 1522 Gaetano da Thiene riuscì ad intraprendere la costruzione in muratura di un più vasto complesso ospedaliero, paragonabile per mole a quello dei Mendingoli (ma sorto con un secolo di anticipo rispetto a quest'ultimo), lungo la fondamenta zattere allo Spirito Santo, prospiciente il canal de la Zueca.

Nel 1523, su di un terreno retrostante donato all'ospeal da tale Zaccaria Semitecolo, venne eretto anche un oratorio, che fra il 1560 e il 1566 venne completamente ristrutturato diventando una chiesa. Consacrata nel 1600 al Santissimo Salvatore, essa si situava al centro dell'attuale cortile interno, che risultava così a sua volta frammentato in quattro piccoli cortili triangolari. Le attuali quattro vere da pozzo collocate ai lati, rappresentano la testimonianza dell'antica ripartizione degli spazi.

Nel 1572, l'edificio venne riedificato dal Da Ponte, che utilizzò il progetto redatto da Antonio Zertani assistito dal Sansovino. L'intervento del celebre architetto, posto alle dirette dipendenze dei Procuratori de San Marco, ed il fatto che l'edificio venisse in seguito abbellito grazie alla concessione da parte del Senato di un monumentale portale d'ingresso, anch'esso progettato dal Da Ponte e inizialmente destinato ad una delle sale del Palazzo Ducale, dimostra la grande considerazione ed attenzione dello Stato verso l'importante funzione sanitaria che veniva svolta dall'ospeal dei Incurabili, ciò sebbene esso dipendesse in questo periodo da una congregazione religiosa.

La partenza da Venezia di Gaetano da Thiene diede alla Repubblica l'occasione per porre al vertice dell'ospeal il nobilomo Girolamo Miani (poi divenuto anch'esso Santo), che a sua volta già aveva istituito due asili per fanciulli abbandonati (a San Bastian e a San Rocco) ed un ospeal per i febbricitanti, detto all'epoca il Bersaglio. Per poter meglio accudire sia gli orfani che i malati, Girolamo Miani chiese ed ottenne nel 1527 di riunire in questo ospeal gli orfani delle due case (che continuarono ad essere accolti fino alla chiusura).

Per meglio tutelarne l'attività e facilitare i lasciti testamentari, nel 1538 il Consejo Mazor sottoponeva l'ospeal allo juspatronato del Dose, affidandone nel contempo il governo ad un apposito comitato, formato da nobilomeni e da cittadini, composto da non meno di dodici e non più di ventiquattro membri.

Nell'ospeal profusero la loro opera di carità anche Ignazio di Loyola e Francesco Saverio (entrambi Santi), mentre nei secoli che seguirono la gestione venne dapprima affidata ai chierici di San Gaetano, poi ai gesuiti e infine ai chierici regolari di Somasco. L'assistenza ai malati era inizialmente effettuata da dodici nobildonne per le donzelle e le inferme, da nobilomeni per gli infermi; più tardi da personale salariato cui soprintendevano i Governadori.

Nel 1681 venne probabilmente restaurato lo stabile di pertinenza dell'ospeal posto fra il rio terà de San Vio e la calle dei Incurabili, figurante fra i beni dell'Istituzione anche in una pianta del 1784 (ASV, Ospitali e Luoghi Pii, busta 4, n. 495). In ricordo dell'opera, agli angoli dell'edificio sono scolpiti altorilievi e formelle raffiguranti Gesù alla colonna.

Caduta la Repubblica nel 1797, la plurisecolare attività dell'ospeal dei Incurabili venne interrotta per effetto degli editti napoleonici del 1806.

Nel 1807 esso venne riaperto in qualità di Ospedale Civico, ma già nel 1819 esso fu nuovamente chiuso e questa volta adattato a caserma di artiglieria. Per aumentarne lo spazio interno, in questa occasione la bella chiesa che sorgeva al centro del cortile venne rasa al suolo.

Nel '900 l'ex ospeal dei Incurabili venne destinato ad accogliere gli uffici del Distretto Militare e quindi negli anni '50 del secolo scorso divenne il Riformatorio cittadino, per poi essere nuovamente chiuso ed inutilizzato per un lungo periodo.

Ai nostri giorni l'edificio, dopo un accurato restauro, accoglie l'Accademia di Belle Arti, che con il suo trasferimento in questa nuova sede ha liberato il convento della Carità che unito alle contigue Gallerie dell'Accademia ne permetterà il riordino delle raccolte e l'ampliamento della superficie espositiva.

 


 

la facciata principale fronte laguna

 

la facciata principale e il retro

 

Cristo alla colonna, i due altorilievi agli angoli a nord

 

la data del restauro (1681)

 

le formelle all'angolo sud est

 

le formelle all'angolo sud ovest

CONTRADA

S. GREGORIO

FONDAMENTA

ZATTERE ALLO

SPIRITO SANTO

 

<< va indrìo

ti xe un forastier inluminà ?

va a vèder l'

ospeal dei mendingoli

 

va a vèder l'

ospeal per i febricitanti

 

par saverghene de più ...

 

FRANCA SEMI

"Gli Ospizi di Venezia",

Venezia 1984